La cantante presenta il suo album di debutto “Numeri primi” in cui celebra l’unicità
L'ultimo Festival ci ha fatto scoprire il talento di Hu. Ma nel suo primo album “Numeri primi”, uscito l’11 marzo, c’è tutto il suo mondo. Federica non è soltanto una cantante, ma anche una brava musicista e produttrice, quindi potete immaginare quale cura ci sia dietro a queste 11 canzoni, tra le quali non manca “Abbi cura di te” con Highsnob.
Il bilancio del tuo Sanremo?
«È ottimo. Siamo arrivati come due perfetti sconosciuti nel mondo popolare e il pubblico ci ha accolti benissimo, senza pregiudizi».
L’album secondo te assomiglia molto a quel brano?
«In parte sì, anche se c’è molto di più. Si parte con un pezzo pianoforte e voce e si finisce con una strumentale da club, in un crescendo voluto e molto misurato».
Misurato è tutto il disco, dove ti racconti in modo intimo, senza patetismi.
«Non li ho mai amati, anche nella vita. Fin da ragazzina quando scrivo penso che il pubblico non sa chi sei. E per avvicinarlo a te non è necessario strafare».
In redazione ci è piaciuta “Avec moi”.
«Che bello, ne sono felice! È un brano istintivo, nato in 10 minuti. Nelle mani di Andro (produttore e membro dei Negramaro, ndr) è diventato potente come il fragore di una tempesta. Parla della mia ragazza: le dico che se tutto quello che c’è attorno a noi dovesse sparire, io sarei comunque felice perché mi sta accanto».
Al tuo fianco in una canzone c’è anche Francesca Michielin.
«Ci siamo conosciute a un corso di meditazione al Conservatorio. Abbiamo registri di voci simili quindi la sfida in “Guai” era dare distintività e potenza a entrambe. Ci siamo riuscite».
Come vedi il tuo futuro?
«Vorrei insegnare all’università, fare tanti concerti, fondare uno studio di registrazione a Milano aperto giorno e notte. Dite che è troppo? Piano piano, farò tutto».