Il Tre presenta “Ali – Ultima notte”: «Non voglio barriere tra me e chi mi ascolta»

Dal 24 settembre esce la riedizione dell'album con sei nuovi brani e il singolo “Fuori è notte”

23 Settembre 2021 alle 16:59

Siamo tutti convinti (anche Guido) che “Ali” fosse già un album ricchissimo, che ha dato molto in termini di contenuti, sonorità e messaggi (sempre molto personali, come nel suo stile). Dal 24 settembre Il Tre prende “Ali” e lo trasforma in “Ali - Ultima notte”, riedizione che di fatto aggiunge praticamente un altro album a quello già conosciuto dal pubblico. La prima domanda, intervistato da Sorrisi, quindi è d'obbligo.

Perché questa decisione?
«Avevo già in mente di farlo quando è uscito “Ali”, questa è la verità. Sarò ancora più sincero nel dire che avrebbe potuto tranquillamente finire dentro il materiale residuo durante la registrazione del primo disco, invece è successo che ho scritto tantissimo, così tanto che ogni nuovo brano è nato solo nei mesi successivi aggiungendo secondo me tantissimo valore all'album originale».

Il primo singolo “Fuori è notte” è diventato in pochissimi giorni uno dei brani fondamentali del tuo repertorio, sembra essere già entrato tantissimo nel cuore dei fan.
«Ho avuto anche io questa sensazione e ci speravo. È un pezzo di rottura, dall'impronta parecchio melodica, ma è nata in modo spontaneo come tutto quello che faccio. Sono felice anche del fatto che un brano estremamente personale come questo trovi così forte identificazione».

in queste nuove canzoni si capisce ancora di più che ti piace giocare con l'ascoltatore, anzi depistarlo, passando tra sezioni pop e tecnica rap quando meno te lo aspetti.
«Sì, cerco di rendere ogni canzone abbastanza imprevedibile, è vero. In “Warzone” questo atteggiamento è palese e in qualche modo punto i piedi verso chi si sente colpito da un mio atteggiamento musicale meno purista rispetto all'hip-hop vecchia maniera, quando quello che faccio rende felice me e per me è del tutto naturale. Qual è quindi il problema? Magari faccio arrabbiare qualcuno, ma sto affermato di essere me stesso».

La notte permea un po' tutti i brani nuovi, ma più in generale le immagini che evochi hanno sempre un “setting” notturno, tra richiami e atmosfere. Perché?
«Perché dormo poco e di notte sono più produttivo. Alla fine ho capito che è un mio metodo di scrittura. A volte mi ritrovo davvero a sedermi per terra in un parcheggio alle due di notte e scrivere roba molto più interessante di quando sono a casa davanti appoggiato a una scrivania con un computer acceso.

Nei tuoi pezzi condanni l'attitudine forzata di certi tuoi colleghi, l'ossessione per l'hype. Appare strano, detto da un artista della tua generazione.
«Sono convinto che la musica porti più frutti di tutto il resto... e chi punta su tutto il resto, forse non crede molto nel proprio talento. L'immagine, l'atteggiamento, la polemica spingono, ma sono cose che poi finiscono, si spengono, non ti fanno rimanere in mano niente. Io non sono un personaggio e nemmeno lo voglio essere, cerco di fare il mio meglio, provo a fare buona musica invece di fare clamore a ogni costo».

Tra te e i fan c'è un'identificazione fortissima. Dicevamo prima che parli spesso di tematiche personali, di fatti precisi. Comunque le persone si sentono simili a te, sempre. Cos'hai in comune con loro?
«La vicinanza. Il fatto che finora non mi sono mai allontanato da chi mi ascolta. Cerco di rimanere “sincronizzato” con il loro modo di vedere le cose e scopro che il loro modo di vedere è anche il mio. Ai concerti devo buttarmi in mezzo al pubblico, in fondo sono come chi mi ascolta».

Tra l'altro questa vicinanza sarà possibile perché i tuoi firmacopie saranno tra i primi senza divisori.
«Mi sono rifiutato di farli con il vetro, non ce la potevo proprio fare. Per fortuna le regole attuali non la impongono oggi, ma avere un incontro con la persona che segui, ascolti e in qualche modo ami n modo così asettico... mi pare una buffonata. Rispetto e onoro le regole, ma oggi non posso più rinunciare al contatto con le persone. Questo disco crea l'occasione perfetta per rompere quella barriera fredda che in questi anni non ho mai messo tra me e chi mi ascolta».

Seguici