Israele ha vinto l’Eurovision Song Contest 2018

Netta con la canzone «Toy» ha trionfato a Lisbona, l'Italia è arrivata quinta

Netta
13 Maggio 2018 alle 00:43

Era la favorita della vigilia e ce l'ha fatta. Netta Barzilai, israeliana, ha conquistato l'Eurovision. È la quarta vittoria per Israele, quarant'anni dopo il 1978 (con storica doppietta nel 1979) e vent'anni dopo il 1998. 

Netta, terza per le giurie dopo Austria e Svezia, ha battuto all'ultimo miglio (con 529 punti contro 436) la rivale Eleni Foureira, la cipriota nata in Albania (nella gara a tre tra albanesi, il rappresentante del Paese delle Aquile Eugent Bushpepa è arrivato 11º). Sul podio a sorpresa l'austriaco César Sampson e medaglia di legno al tedesco Michael Schulte. Meno brillanti del previsto i risultati di altre due favorite, Francia (tredicesima) e Irlanda (sedicesima).


Per l'Italia, una grande emozione finale. Penalizzata dai voti delle giurie, ha ottenuto un grandissimo successo al televoto. Dalla delusione per la prima classifica, quella tradizionale letta Paese per Paese con i fatidici "twelve points", che ci vedeva solo al 17º posto, il batticuore per i voti da casa, che hanno portato Ermal e Fabrizio fino al quinto posto. Un quinto posto che per la sorpresa riempie di gioia come una vittoria.


Finisce così una serata con tanta musica e un solo incidente di percorso nella tradizionale macchina perfetta eurovisiva: un'invasione di campo durante l'esibizione dell'inglese SuRie. Un uomo è salito sul palco, urlando parole di protesta, rubando il microfono alla cantante. Tutto in pochissimi istanti: un addetto alla sicurezza l'ha portato via, SuRie ha recuperato il microfono e ha continuato a cantare con flemma davvero... inglese. L'organizzazione le ha proposto di ripetere l'esibizione, SuRie ha declinato perché - ha spiegato - era comunque soddisfatta.

Per il resto, tutto come - rigorosissima - scaletta. Per giorni abbiamo seguito con apprensione la performance dell'ucraino Mélovin; ci avevano raccontato che le fiamme che avrebbero circondato l'artista erano calcolate con millimetrica precisione e in caso di una piccola irregolarità il cantante avrebbe rischiato grosso. Chissà se era solo una classica leggenda a uso stampa, certo, meglio non averne avuto prova.

Andiamo, allora, di metafora: a infiammarsi è stata solo l'Altice Arena di Lisbona, popolata come sempre dal variopinto popolo eurovisivo, tra travestimenti, parrucche, bandiere. Tutti pronti a ballare con le performance più scatenate, quelle che per molti sono la vera Eurovision. Quelle della star eurovisiva Alexander Rybak, del ceco Mikolas Josef e le sue acrobazie, dello svedese Benjamin eIngrosso (premiato dalle giurie, meno dal televoto), persino del rocker olandese Waylon. Su tutti i moldavi DoReDos; ma dalla Moldavia ormai ci aspettiamo pazzia e divertimento (anche se i più matti sono stati i punk ungheresi AWS, che sotto sotto però sono dei bravi ragazzi, come quei vichinghi dei danesi Rasmussen...).

Oltre alla super vincitrice - e oltre alle quattro presentatrici, che non hanno perso un colpo - è stata un'edizione di donne fortissime. La slovena Lea Sirk, una delle due artiste con chioma rosa, ha ripetuto la gag del finto blackout con la musica interrotta, per far spaventare chi non l'avesse vista in semifinale. La finlandese Saara Aalto, in grado anche di cantare a testa in giù e ballando senza sosta. La front-woman dei bulgari Equinox Zhana, la romantica lituana Ieva (che si è commossa ancora all'arrivo sul palco del marito - e siamo sicuri, era ogni volta emozione vera), l'australiana Jessica Mauboy con una canzone che vorremmo ballare tutti scatenati come lei, l'estone Elina col suo abito magico e la voce che arriva ovunque, le magiche serbe Balkanika (la vera forza attorno al cantante Sanja Ilić), le dolcissime Amaia (dalla Spagna, metà di Alfred) e Cláudia (dal Portogallo, con una delle canzoni più belle in gara, ma arrivata all'ultimo posto con soli 39 voti - come accadde all'Austria, nell'anno in cui ospitò il festival).

C'è un ultimo vincitore, in questo Eurovision 2018, proprio il Portogallo: una bella organizzazione, grande gentilezza ed efficienza e la bellezza di un Paese mostrato in tutte le cartoline filmate a oltre 200 milioni di telespettatori. Un trionfo sicuro.

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