Gli anni Novanta sono stati uno dei periodi storici più frenetici del nostro Paese. Abbiamo vissuto in prima persona la strage di Capaci, l'avvento di una nuova Era televisiva - citiamo a esempio Beverly Hills 90210 e Twin Peaks -, il successo cinematografico di Ghost e del Titanic, l'inchiesta di Mani pulite, la tecnologia primitiva dei Tamagotchi e dei Furby, la guerra del Golfo e i talk show di Gianfranco Funari.
I primi telefoni cellulari facevano la loro comparsa, ma ancora non erano abbastanza potenti da imprigionare la musica che girava su audiocassette riavvolte con la penna Bic e poi inserite nei walkman.
Riviviamo l'ultimo decennio del secolo scorso con la top ten delle canzoni italiane più amate degli anni Novanta.
10° POSTO, FUNKYTARRO DEGLI ARTICOLO 31
Anno 1996, terzo disco per il duo rap che veniva dalla periferia di Milano (J Ax è di Cologno Monzese, Dj Jad è di Bollate).
Amatissimi dal pubblico più stradaiolo, gli Articolo 31 riusciranno proprio con il disco Così com'è e con i singoli Tranqi Funky e Funkytarro a conquistare dai rapper alle nonne grazie a un genere - lo Spaghetti funk da loro inventato - che mischiava rap, pop, rock e melodia italiana.
9° POSTO, PRIMAVERA DI MARINA REI
Marina Rei ha 28 anni nella primavera del 1997, anno in cui pubblica il remake in chiave italiana del film Thelma & Louise (coprotagonista del video è l'attrice Margherita Buy).
Il videoclip on the road lancia una delle canzoni di maggior successo della cantante romana, Primavera, che è il rifacimento di un brano inglese datato 1976 (You to Me Are Everything del complesso The Real Thing).
8° POSTO, PIPPPERO DI ELIO E LE STORIE TESE
Non è una delle canzoni più conosciute del complesso milanese della Terra dei cachi, eppure è uno dei brani pop più elaborati della musica italiana.
Il Pipppero di Elio e le Storie Tese è una canzone che cita innumerevoli successi musicali: Fly Robin Fly delle Silver Convention, Disco Inferno dei Trammps, Kung Fu Fighting di Carl Douglas, Disco Duck, Il meglio dei Tavares e Cuba dei Gibson Brothers.
Il singolo, perfetto per la pista da ballo, è una summa dello stile cabarettistico del complesso milanese, a partire dal titolo - in bulgaro - che significa peperone.
7° POSTO, PICCOLA STELLA SENZA CIELO DI LIGABUE
La canzone risale al 1990 ed è una ballad intima ispirata da un fatto reale: Piccola Stella sarebbe un'amica di Luciano che "vorrebbe permettersi il lusso di essere ingenua, di poter credere nella potenza di un sentimento senza doversi preoccupare della vulnerabilità che questo comporta".
Nonostante il tema personale la canzone, contenuta nell'album d'esordio del cantautore di Correggio, conquista il pubblico e ottiene un disco d'oro e un disco di platino.
6° POSTO, 50 SPECIAL DEI LUNAPOP
La canzone più cantata (e sbarazzina) degli anni Novanta è anche la canzone d'esordio dei bolognesi Lunapop.
Pubblicata ancora prima che ci fosse un disco pronto a supportarla nei negozi, la canzone raggiunse la vetta della classifica di vendite nel 1999 per restarci per ben cinque settimane consecutive.
Nonostante il successo, il complesso si sciolse dopo soli due anni, nel 2001.
Oggi si conta un gran numero di rifacimenti di 50 Special, a partire da quelli proposti dai Lunapop in persona: unplugged, in spagnolo, in inglese, acustica, dance).
5° POSTO, ATTENTI AL LUPO DI LUCIO DALLA
Altra canzone schizzata in vetta alla classifica dei singoli più venduti in Italia (nel 1991), Attenti al lupo combina ritmi in levare e un cantato semplice eppure raffinato - riascoltate la canzone facendo caso all'interpretazione jazz, quasi recitata del cantante bolognese.
4° POSTO, PENSO POSITIVO DI JOVANOTTI
Funky, rap, pop, world music. Penso positivo di Jovanotti (nome d'arte di Lorenzo Cherubini dai tempi degli esordi), è un concentrato di energia, percussioni, fiati e linee di basso funky che ha fatto ballare il Paese tra il 1993 e il 1994.
La canzone è un inno alla fratellanza che omaggia Malcolm X, Madre Teresa, Gandhi e Che Guevara.
Curiosità: la canzone contiene una critica alla chiesa ("un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano") sebbene il padre, morto il 19 aprile di quest'anno, sia stato gendarme proprio in Vaticano.
3° POSTO, LA CURA DI FRANCO BATTIATO
Rientra nel genere musicale art rock questa ballata sull'amore dal testo liricamente irreplicabile. La cura è stata scritta a quattro mani dal cantautore siciliano insieme al filosofo Manlio Sgalambro.
La musica accompagna la personale visione dell'amore di Franco Battiato attraverso immagini filosofiche, esotiche e poetiche.
L'anno è il 1996, ma la canzone è senza tempo. Dedicatela alla persona che amate.
2° POSTO, UOMINI SOLI DEI POOH
È la canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 1990 e racchiude in sé la confusione, i dubbi e le incertezze della generazione dei baby boomer (quella nata tra il 1945 e il 1964).
Uomini soli sembra quasi anticipare, con la sua cupezza, i fatti di cronaca che di lì a poco si sarebbero succeduti: la strage di Capaci, la guerra del Golfo, Mani pulite, la strage di via d'Amelio; a conferma che la sensibilità degli artisti riesce a precorrere i tempi.
Gli oltre 100 milioni di dischi venduti e la nomina di Cavalieri conferita dal Presidente della Repubblica lo confermano.
1° POSTO, CON UN DECA DEGLI 883
Due discoteche e centosei farmacie. Stando alle parole degli 883 la provincia italiana ha poco altro da offrire alla generazione cresciuta e maturata negli anni Novanta.
Allo stesso tempo, lo straniamento, la mancanza di risorse (con un deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria) saranno la benzina che permetterà agli 883 prima e a Max Pezzali poi di percorrere la strada del successo.
Con un deca conquista la vetta della nostra top ten perché è la canzone che meglio di tutte ha saputo raccontare la voglia di scoperta, rivalsa e affermazione degli ultimi nativi non digitali.