Mahmood & Blanco: «Eurovision, siamo pronti!»

Parlano i rappresentanti dell’Italia in gara all’evento musicale più seguito al mondo

12 Maggio 2022 alle 07:42

Sono molto attesi sul palco dell’Eurovision di Torino, Mahmood & Blanco. I due rappresentanti per l’Italia, che si esibiranno solo in finale sabato 14 maggio, sono intanto immersi nel lavoro: quando ci sentiamo, Riccardo Fabbriconi, ovvero Blanco, è a casa a Calvagese, vicino a Brescia, a comporre; mentre Alessandro Mahmoud (in arte Mahmood) è in tour in Europa e poche ore dopo l’intervista si esibirà a Londra.

E seppure dalla vittoria a Sanremo con “Brividi” siano trascorsi tre mesi e quattro Dischi di platino, i due ragazzi hanno lo spirito di sempre: tanta voglia di lavorare e pochi fronzoli. Ma il tempo per un momento speciale lo hanno trovato: hanno ricevuto due Telegatti dal direttore di Sorrisi Aldo Vitali, tra i più giovani di sempre ad aver meritato questo premio.

Sapete che prima di voi solo Vasco ha ricevuto questa nuova versione del Telegatto?
Blanco: «Vasco è “The King”, il re per tutti!».
Mahmood: «Assolutamente, è un grandissimo onore».

Nei concerti state cantando “Brividi” anche singolarmente? Che sensazione vi fa?
Mahmood: «Io ho cantato a Parigi, Anversa, Amsterdam, Losanna e, prima dell’Eurovision, a Londra e Madrid. Sinceramente sono molto contento perché sto facendo quasi tutti “sold out” pur cantando in italiano fuori dal mio Paese: è una cosa inaspettata. “Brividi” in particolare è molto attesa, la tengo a fine show, l’aspettano dovunque nel mondo».
Blanco: «Preferisco cantare “Brividi” a due voci insieme con Mahmood ma anche da solo è una grande emozione perché la intona quasi più la gente, io sto pressoché zitto e il coro parte da solo».

Da quanto non vi vedete voi due?
Blanco: «Saranno due, tre anni!».
Mahmood: «Tre settimane circa. Dal nostro tono di voce puoi sentire che siamo a pezzi perché abbiamo un sacco da fare (in effetti i due sembrano abbastanza stanchi, ndr)!».
Blanco: «Io sono appena tornato da New York, mi sto ancora riprendendo dal cambio di fuso».

Ho visto sul tuo profilo Instagram che ti sei fatto un nuovo tatuaggio, giusto?
Blanco: «Si, “innamorato”».
Mahmood: «Bello, mi piace molto!».
Blanco: «Davvero?».
Mahmood: «Sì, Riccardo. A volte fai delle cose che sono un po’ “in dubbio” ma questo ci sta, approvo!».

Perché “innamorato”?
Blanco: «Io credo nella vita (ride)».

Torniamo all’Eurovision: “Brividi” dura in origine 3 minuti e 19 secondi ma per le regole dello show il brano non deve superare i 3 minuti. Come avete tolto i secondi di troppo?
Blanco: «Ci ha speso notti e notti Michelangelo (il produttore del brano, ndr), quindi speriamo bene...».
Mahmood: «Si parte a cappella, senza la breve introduzione e abbiamo tagliato un pezzo alla fine ma il resto è rimasto immutato!».

Avete avuto tempo di ascoltare i concorrenti delle altre nazioni?
Mahmood: «Ho visto l’esibizione del concorrente del Belgio, Jérémie Makiese, un ragazzo dai capelli color platino: non è male per nulla, non lo conoscevo!».
Blanco: «Non ho visto tante esibizioni, preferisco andar lì e confrontarmi con quello che succede senza essere troppo preparato prima».

Lo stile dell’Eurovision è scenografico, ricco di coreografie: voi avete già idea di come vi vestirete? Porterete con voi la “bici di diamanti”?
Blanco: «Saremo i più semplici possibili».
Mahmood: «A una settimana e mezza dallo show, ahinoi, non sappiamo ancora come ci vestiremo! Sicuramente vi sorprenderemo!».

Le vostre famiglie vi accompagneranno, come a Sanremo?
Mahmood: «La mia mamma al Festival era ad aspettarmi in hotel perché dopo aver assistito alle prove diceva che non si sentiva molto bene in teatro e preferiva la tv. Davvero non so dove sarà sabato! Lei poi decide sempre all’ultimo».
Blanco: «Io vorrei davvero che ci fossero».

Nelle quotazioni delle scommesse sull’Eurovision, siete secondi dopo l’Ucraina: che dite?
Mahmood: «È come Sanremo, l’importante è divertirsi: anche qui adottiamo lo stesso motto! (ridono entrambi: sono molto scaramantici e di conseguenza ripetono le stesse ritualità in ogni dettaglio, come i veri superstiziosi, ndr)».

Mahmood, tu sei già stato all’Eurovision a Tel Aviv nel 2019 dove hai portato “Soldi”: che ricordo hai?
«È un palco speciale e diverso da tutti gli altri».

Blanco, tu lo hai visto lo scorso anno in tv?
«No, l’ho visto quando c’era Mahmood e si capiva che fosse un evento unico nel suo genere, molto grande e con un pubblico proveniente da ogni parte del mondo. Non ho mai pensato a come potesse essere stare lì, la mia priorità è la musica e poi, se capita l’occasione, sono felice di partecipare, davvero tanto. Come quest’anno. Io sono così, concreto e con pochi “se”».

Dopo lo show, cosa vi aspetta?
Mahmood: «Io riprendo subito il tour, sarò a Venaria (TO) il 16 maggio, poi Milano, Roma e altre città in Italia. Spero di reggere! A giugno dormo praticamente tutto il mese e a luglio ricomincio con le ultime 12 date del “Ghettolimpo summer tour”, tra città e festival».
Blanco: «Io lo stesso, inizio dopo l’Eurovision e... finisco a settembre!».

Entrambi avete suonato in occasioni uniche: Blanco di fronte al Papa il Lunedì dell’Angelo, in Piazza San Pietro, e Mahmood al “Bataclan” di Parigi, un luogo tragicamente segnato dall’attacco terroristico islamico del 13 novembre 2015 durante un concerto metal. Come è stato?
Blanco: «Bellissimo».
Mahmood: «Appena sono entrato al “Bataclan” ho subito sentito un’energia particolare, sì. Dopo le prove ho avuto un momento d’ansia: nel muro ci sono ancora i buchi dei proiettili. Ma senza dubbio è un luogo che vuole dire qualcosa, come se volesse suggerirti che si va avanti, sempre. La musica serve più a unire che a dividere e lì un messaggio così forte è sottolineato».

Anche l’Eurovision dovrà diffondere un messaggio di pace.
Mahmood: «Penso che su quel palco debba essere espresso un messaggio importante per quanto sta succedendo in Ucraina. Noi siamo artisti, facciamo tutto quello che si può».

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