L'artista ci racconta il suo nuovo album che esce l’11 giugno: “Ghettolimpo”
Dalla vittoria a Sanremo sembra passato un secolo, invece Mahmood in soli due anni ha reso quel traguardo l’inizio di una folgorante carriera. E l’11 giugno pubblica l’album “Ghettolimpo”.
Tutto cominciò da “Rapide”...
«Quel singolo ha proprio dato identità all’album, è come se fosse la sua naturale prosecuzione».
Ascoltando i 14 brani si nota una grande volontà di ricerca, nei temi e nei suoni.
«Devo dire di sì, grazie ai viaggi fatti prima della pandemia. I primi pezzi li ho scritti in Tunisia».
Ci sono due collaborazioni, con il musicista francese Woodkid e con Elisa. Cosa ti hanno insegnato?
«Beh, con Woodkid ho lavorato per la prima volta comunicando e scrivendo solo in inglese, mentre Elisa è una forza della natura in studio. Dà grande energia».
L’ultimo singolo, “Klan”, di cosa parla?
«Dell’unione tra le persone, senza distinzioni. Non è amore, non è per forza amicizia, parla di rapporti viscerali».
In “T’amo” fai un omaggio alla Sardegna.
«Sì, è una dedica alla mia mamma, di origine sarda. E si sente un coro di Orosei dove canta mia cugina!».