Marco Carta: «Io non ho rubato quelle magliette»

Il vincitore di "Amici" e di Sanremo, al centro di un caso di furto alla Rinascente di Milano, ha raccontato la sua verità a Barbara d’Urso

Marco Carta con Barbara D'Urso
13 Giugno 2019 alle 08:30

La vicenda è ormai nota. Marco Carta, il primo vincitore di “Amici” ad aver vinto anche Sanremo, è stato arrestato il 31 maggio per il presunto furto di sei magliette (del costo di 200 euro l’una, vedi sotto) alla Rinascente di Milano, storico grande magazzino del lusso. Il giudice non ha convalidato l’arresto e lo ha rimesso in libertà, ma sui social polemiche e discussioni si erano ormai innescate.

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Nato in tv con la fortunata partecipazione ad “Amici” di Maria De Filippi nel 2007, Marco conquista tutti. Si ripete vincendo il Festival del 2009. Alla carriera da cantante affianca le partecipazioni a reality e talent: a “L’isola dei famosi” del 2016 si classifica sesto, da “Tale e quale show” del 2017 esce trionfatore. Insomma, la vita di Marco è indissolubilmente legata alla tv ed è forse anche per questo che quando ha deciso di raccontare quanto accaduto ha scelto di farlo nel popolare talk show di Barbara d’Urso, che lo ha accolto con un commosso abbraccio materno nello studio di “Live - Non è la d’Urso” a Canale 5.

«Avevo con me acquisti e scontrini»

Quando è entrato in studio sulle note di “La forza mia”, la canzone con cui conquistò il Festival, Marco Carta è sembrato il ragazzino impacciato che abbiamo conosciuto tra i banchi della scuola di “Amici”. Camicia bianca, passo incerto, sorriso smarrito. Barbara, protettiva, lo ha invitato a raccontare la sua versione dei fatti nei limiti concessi: l’inchiesta infatti è ancora aperta, l’udienza è fissata per il mese di settembre e Marco non può entrare in alcuni dettagli della vicenda. Visibilmente emozionato, ha tracciato un breve resoconto dell’accaduto: «Era venerdì ed ero all’interno della Rinascente con un’amica che conosco da tantissimo tempo. Io avevo con me una busta con della merce pagata regolarmente da me e il relativo scontrino». All’uscita, però, il sistema antitaccheggio si è messo a suonare e l’amica è stata fermata per un controllo, al quale anche Marco Carta si è sottoposto senza battere ciglio. Quando, durante l’ispezione, ha visto estrarre dalla borsa della donna sei magliette di marca (a cui era stato tolto il dispositivo antitaccheggio, ma non la placchetta flessibile che ha suonato all’uscita richiamando l’attenzione di un addetto) il cantante è restato di sasso: «Mi sono chiesto: “Cosa sta succedendo? Perché?”».

«In cella ero sotto shock»

Di quei momenti Marco non ha ricordi chiari: «Continuavo a ripetermi: “Sei una brava persona”, e lì ho capito che non mi ero mai definito tale fino a quel momento». Solo quando gli è stato comunicato dalle autorità, Carta ha realizzato che sarebbe stato arrestato per furto e incarcerato. «Ho iniziato a fare avanti e indietro nella cella. Ho chiesto il mio telefonino perché avrei voluto parlare con la mia famiglia e con il mio fidanzato, che non ha saputo più niente di me fino all’una di notte». L’esperienza del carcere è stata breve, poche ore, ma non facile: «Ero scioccato, fissavo il vuoto». La mattina dopo il magistrato, che nel frattempo aveva visionato le registrazioni delle telecamere interne della Rinascente e analizzato la deposizione dell’addetto alla sicurezza che lo aveva fermato, ha deciso di non convalidare l’arresto, rimandando il processo per direttissima a settembre. «Il mio sbaglio è stato aprire i social e leggere le cattiverie che hanno scritto su questa storia, cose che mi hanno fatto tanto male» ha detto in lacrime il cantante. «Sono preoccupato per la mia famiglia, solo questo. Voglio che camminino a testa alta perché io non ho fatto nulla. Capisco che si possa credere più facilmente a una cattiva notizia che a una buona. Ma io sono tranquillo: voglio solo tornare a fare la mia vita».

Le T-shirt di lusso che usa anche Brad Pitt

In molti si sono chiesti: come può una semplice t-shirt arrivare a costare 200 euro? In realtà le magliette che fanno parte della chiacchierata “refurtiva” sono firmate da Neil Barrett, uno dei più quotati stilisti del mondo: è stato proprio lui a sviluppare la prima collezione per uomo di Prada e, per la Puma, ha disegnato le divise con cui la nostra Nazionale di calcio vinse i Mondiali del 2006. Una t-shirt della nuova collezione costa da 250 a 750 euro. Tra i fan del marchio ci sono molte star: Lenny Kravitz, Patrick Dempsey e Brad Pitt in passato hanno indossato le creazioni di Barrett.

La Rinascente, il paradiso dello shopping

La Rinascente è il grande magazzino più famoso d’Italia: simbolo dello shopping di lusso a Milano, con sede in piazza del Duomo, è presente in altre sette città. Il nome fu ideato da Gabriele D’Annunzio nel 1917 per simboleggiare la nuova gloriosa vita dei magazzini da poco passati di proprietà. Oltre alle griffe della moda, si trovano accessori per la casa, elettrodomestici, alta tecnologia, libri. La sede di Milano si sviluppa su 20.000 metri quadri su sette piani: l’ultimo ospita ristoranti con vista sul Duomo.

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