Matteo Paolillo: «Quest’estate mi divido tra Mare fuori e i concerti»

Nella serie che spopola su Rai e Netflix è Edoardo. A Sorrisi racconta la sua vita fatta di set e passione per la musica

Matteo Paolillo
25 Maggio 2023 alle 08:05

A 27 anni, dopo il successo di “Mare fuori”, scala i vertici delle classifiche musicali con “‘O mar for”, la popolare sigla della serie, e con il brano “Origami all’alba” che ha anticipato “Come te”, il suo primo album uscito il 19 maggio. Eppure Matteo Paolillo resta fedele a una frase di Anton Čechov che gli ripeteva la sua prof di recitazione: «Non bruciarti l’anima». E a differenza di Edoardo, il personaggio che interpreta nella fortunatissima serie tv, l’attore salernitano non è affatto impulsivo; al contrario è riflessivo, pacato e per arrivare ai suoi sogni pondera bene i passi da fare. Senza correre troppo, ma allo stesso tempo senza fermarsi un attimo.

È stato letteralmente travolto dal successo. Quando ha avuto percezione della popolarità?
«Da fuori può sembrare che l’ondata di successo sia venuta tutta insieme, in realtà è stata progressiva. “Mare fuori 1” è uscito nel 2020 e di anno in anno è andato sempre meglio. Nel 2023 c’è stato un boom e la percezione della popolarità ho iniziato ad averla mentre scendevo le scale dell’Ariston. Da Sanremo in poi sono cambiate tantissime cose, era un obiettivo importante arrivato in modo inaspettato».

Quando ha accettato il ruolo di Edoardo Conte immaginava tutto questo, oppure no?
«Ho fatto il provino e quando sono stato scelto per vestire i panni di Edoardo ero felicissimo perché era il mio primo ruolo importante da protagonista. Potevo portare avanti un lavoro più profondo e duraturo rispetto a ciò che avevo fatto fino a quel momento e già questo mi rendeva entusiasta. Io e gli altri ragazzi abbiamo pensato solo a fare bene il nostro lavoro, senza minimamente immaginare tutto quello che è successo dopo...».

Ci racconta un momento indimenticabile sul set?
«Il primo giorno, il primo vero tuffo nel mio personaggio. Girando la scena in cui Edoardo mette una mano nella gabbia della tigre ho provato un’emozione indescrivibile. È stato un po’ un rito di iniziazione perché la tigre per lui non è solo il tatuaggio che ha sul petto, riflette proprio la sua indole. Ho studiato molto, sono stato ore e ore a guardare documentari. Poi dal vivo ovviamente non c’era un animale vero, ma un ragazzo con una tuta verde (è il colore che diventa trasparente e quindi ritoccabile grazie agli effetti speciali, ndr) ma io ero entrato così tanto nella parte che vedevo davvero una tigre».

Quando ha capito di avere la passione per la recitazione e per la musica? E ce n’è una che “scalpita” un po’ più dell’altra?
«La recitazione è sempre stata il mio obiettivo principale ma la passione per la musica è cresciuta in parallelo. Ho cominciato a recitare a 13 anni e più o meno nello stesso periodo ho iniziato ad ascoltare musica rap italiana e americana. Avevo preso la recitazione più seriamente, studiando (a 18 anni si trasferisce a Roma dove frequenta il Conservatorio teatrale di Gianni Diotaiuti e nel 2019 si diploma al Centro sperimentale di cinematografia, ndr) mentre all’inizio con la musica mi divertivo con rap e freestyle. Dietro l’arte c’è sempre il gioco e io non vorrei mai smettere di giocare con entrambe».

Nel brano “Intro - L’arte” dice: «Lascia tremare il cuore perché così sarò vivo». Cosa la fa sentire vivo?
«Questo è un invito a non aver paura di mostrare i sentimenti. Volevo fare un pezzo in cui l’arte parlasse di se stessa, perché vive attraverso le emozioni e sono proprio queste a farci vibrare e farci essere davvero umani».

La canzone “Come te” dà anche il titolo all’album...
«A gennaio, quando stavamo chiudendo il disco, abbiamo inciso il singolo e le tematiche di questo pezzo riassumevano un po’ tutto l’album e ciò che avevo a cuore. “Come te” è un invito ad andare verso l’altro, all’empatia, all’altruismo, a vivere insieme perché solo così tutto ha più senso».

Affronta anche il tema del passare del tempo. Che cosa può, secondo lei, fermare il tempo?
«L’amore, la musica, l’arte e la bellezza».

“Tonight” parla di paure e sogni realizzati o irrealizzabili. Oggi qual è la sua paura più grande?
«Lo scorrere veloce del tempo che sfugge e che non riesco a catturare. Per questo cerco sempre di organizzare tutto, di pensare al presente».

“Uragano” nasce dalla collaborazione con Clementino. Vi siete incontrati fisicamente per lavorare al brano?
«Ci siamo conosciuti nel 2021 al Giffoni film festival, poi ci siamo sentiti all’inizio di quest’anno perché lui aveva visto “Mare fuori”, io stavo chiudendo il disco, volevo un suo consiglio e gli ho chiesto di ascoltarlo. Eravamo entrambi a Milano, mi ha dato un po’ di dritte. E poi mi dice: “Senti, ti manca un pezzo del genere” e quel pezzo era “Uragano”. Quindi ci siamo ritrovati in studio a Roma, in lui ho visto un flusso inarrestabile di idee. È stato incredibile!».

C’è una traccia dell’album che le sta un po’ più a cuore?
«È un po’ come scegliere il figlio preferito: posso dire solo che ultimamente sto provando molto “‘A luna”, e il risultato mi piace».

Cosa dovremo aspettarci dai live?
«Stiamo preparando delle cose bellissime. Parteciperò a qualche festival estivo, che devo incastrare con le riprese di “Mare fuori 4”. Dopo comincerò a preparare il tour e posso anticiparvi che sarà uno show a 360 gradi dove non ci sarà solo il mio lato musicale, ma anche quello attoriale. Non vedo l’ora di far entrare tutti nel mio mondo!».

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