Michael Bublé, intervista esclusiva: «Caro Fiorello, sto arrivando!»

Il crooner canadese, uno degli artisti più popolari al mondo, presenta in esclusiva a Sorrisi il suo album natalizio «Christmas»...

9 Novembre 2011 alle 06:51

È nato e cresciuto in Canada, porta un cognome che si pronuncia alla francese, parla e canta in inglese. Nel profondo del cuore, però, Michael Bublé si sente italiano. E non solo per le origini dei nonni materni (veneto lui, abruzzese lei), ma anche perché sono stati i dischi dei crooner italoamericani, vere e proprie leggende come Dean Martin, Frank Sinatra e Tony Bennett, a trasmettergli la passione per la musica.

Se oggi Michael è uno degli artisti più popolari al mondo (in nove anni ha venduto 27 milioni di album) lo deve a loro, gli idoli di suo nonno Demetrio «Mitch» Santagà. «C’è un legame profondo tra il mio genere musicale e l’Italia» spiega a Sorrisi. «Sono canzoni che trasmettono calore, quel sentimento genuino, tipico di noi italiani, che si manifesta in baci, abbracci e nella voglia di ritrovarsi con i propri familiari».

Siamo a Londra, in un bel pomeriggio di fine ottobre, per parlare con Michael del nuovo album «Christmas»: 14 classici natalizi e un brano inedito che l’«erede» di Sinatra interpreta accompagnato da una grande orchestra. Le registrazioni lo hanno tenuto impegnato per tutta la scorsa estate a Los Angeles.

Michael, come ha fatto a ricreare lo spirito natalizio nei mesi più caldi dell’anno?
«In quei giorni in sala d’incisione mi bastava iniziare a cantare per sentire, già dalle prime note, lo spirito del Natale. Queste canzoni hanno il potere di evocare la mia infanzia, le feste passate in famiglia, il tacchino, il risotto, i bambini che urlano di felicità».

Tra due mesi festeggerà il suo primo Natale da uomo sposato…
«È vero, ma non sarà diverso da quello del 2010, quando io e Luisana (Lopilato, star della tv argentina, ndr) eravamo già fidanzati. Anche quest’anno, nella settimana di Natale, vivremo tutti insieme nella mia casa di Vancouver. Saremo circa 60 persone, compresi i genitori e i parenti di Luisana. Lo facciamo da un paio di anni e spero che diventi una tradizione».

Prima però, il 21 novembre, sarà ospite del nuovo show di Fiorello, «Il più grande spettacolo dopo il weekend». Sa già che cosa farete insieme sul palco?
«Sta scherzando, vero? Con Fiore non sai mai in anticipo che cosa succederà. Lui è meraviglioso, un vero folle. Ricordo di essere andato al suo compleanno due anni fa, e di aver suonato e cantato con lui per tutta la notte».

Da cosa nasce la vostra intesa?
«Siamo simili sotto molti aspetti. Entrambi amiamo le nostre famiglie, facciamo musica, ci piace far ridere la gente, ma soprattutto abbiamo fatto tanta gavetta. Fiorello non ha vinto “X Factor” e nemmeno io. Quello che abbiamo ottenuto è il frutto di un duro e lungo lavoro. Mi ha raccontato di quando faceva l’animatore, sulle navi da crociera e nei villaggi vacanze. Anch’io ho fatto cose del genere».

Ce n’è qualcuna che ricorda in particolare?
«Una volta mi sono dovuto esibire chiuso in una gabbia, con il pubblico che si divertiva a tirarmi addosso le lattine di birra. È stato molto umiliante. Ma sono esperienze come questa che poi ti fanno apprezzare di più il successo e ti permettono di rimanere con i piedi per terra».

Come è successo a Fiorello.
«Già, lui ha così tanti talenti ma non è per questo che è così popolare. Certo, è un ottimo comico, canta benissimo, ma se il pubblico lo ama così tanto è perché capisce che lui è una bella persona, uno vero».

Vi siete già sentiti per parlare del nuovo show?
«No, ma lo faremo presto. So che c’è molta attesa in Italia per questo programma e sono sicuro che sarà un grande spettacolo, all’altezza del suo conduttore».

Nell’album «Christmas» canta «Jingle Bells» con le Puppini Sisters, trio vocale guidato dalla bolognese Marcella Puppini.
«Le Puppini Sisters sono fantastiche. La nostra versione di “Jingle Bells” è la mia preferita tra le canzoni di questo disco. Non esiste nessuno come loro, e nessuno è in grado di eseguire le loro armonie vocali».

Questa prima collaborazione avrà un seguito?
«Certo, le ho volute al mio fianco anche nello speciale televisivo che ho registrato qui a Londra, e so che il mio produttore David Foster vuole lavorare con loro. Mi sono innamorato subito di Marcella, che è una leader gentile, paziente e sicura di quello che vuole. La nostra “Jingle Bells” doveva iniziare con uno scambio di saluti, “Buon Natale ragazze”, “Buon Natale mr. Bublé”, ma a lei non piaceva e mi ha detto: “Michael, per favore puoi chiamarci signore? Non siamo ragazze”. Quella sera siamo usciti a cena, le ho portate a casa, abbiamo acceso il fuoco in giardino e abbiamo cantato tutta la notte».

Nel disco c’è anche una versione molto particolare di «All I Want for Christmas is You» di Mariah Carey. Ne ha parlato con lei?

«No, ma sono sicuro che quando la sentirà sarà molto sorpresa. Spero che le piaccia, in ogni caso sarà molto contenta quando le arriveranno i diritti d’autore».

Si aspetta dunque un grande successo di vendite per «Christmas»?
«Sì, perché questo è il disco piu importante della mia vita. Sono partito con l’intenzione di incidere l’album di Natale definitivo, un disco destinato a diventare un classico, e penso di esserci riuscito. Ci ho messo cuore, passione e sincerità. Voglio che i miei figli e le future generazioni crescano ascoltando queste canzoni, così come io sono cresciuto ascoltando quelle di Bing Crosby».

A proposito di bambini, lei non è ancora papà.
«Spero di diventarlo presto. Io e Luisana vogliamo costruire una grande famiglia e abbiamo già deciso che non ci separeremo mai dai nostri figli. Saranno sempre con noi, ovunque il nostro lavoro ci porterà».

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