Natalia Lafourcade, l’intervista integrale

Abbiamo incontrato la cantante messicana, dal 9 giugno nei negozi con il nuovo album «Hasta la Raíz»

Natalia Lafourcade
11 Giugno 2015 alle 09:00

La melodia e la dolcezza di «Hasta la raíz» ci hanno conquistati al primo ascolto. A cantare il brano, una delle sorprese di questa stagione, è la messicana Natalia Lafourcade: famosa da tempo in patria (risalgono al 2003 le sue prime nomination ai Latin Grammy) ora è diventata un piccolo fenomeno anche in Italia. E il 9 giugno è uscito il suo sesto album, intitolato proprio «Hasta la raíz».

Come descriveresti il tuo album a chi non ti conosce?
«?Hasta la raiz? è un disco molto personale, autobiografico, che riflette le mie emozioni, che parla di amore e di disamore, di rinascita e di connessione con le mie radici».

Ci sono dei luoghi a cui è legata la nascita dell'album?
«Questo è un disco che stavo scrivendo mentre ero in tour per l'album precedente, dedicato alla musica di Agustín Lara, che è un compositore molto famoso in Messico. Mentre viaggiavo mi sono ritrovata a voler scrivere di nuovo delle canzoni tutte mie. Quindi mi è capitato di comporle in diversi posti, dal Cile all'Argentina, alla Colombia a Cuba, fino a Las Vegas. Mi sono imposta una certa disciplina per poter fare delle buone canzoni».

Mi spieghi il significato del tuo singolo «Hasta la raiz»?
«È una canzone che parla di una necessità: non dimenticarti delle tue origini. Anche se si cresce e si superano le frontiere, anche se si relizzano i propri sogni, non bisogna mai dimenticare dei luoghi da cui provieni. Parla anche della voglia di viaggiare, di allontanarsi da casa, ma bisogna conservare sempre ciò che ci forma come esseri umani. La tua memoria, la tua casa, le tue radici».

E le tue radici, i luoghi in cui sei cresciuta, come hanno influenzato la tua musica?
«Io sono cresciuta nello stato di Veracruz, circondata dalla natura. Non avevamo nemmeno la televisione. I miei genitori suonavano, quindi la musica è stata parte della mia vita da quando ero piccola. Componevo delle canzoni con mia mamma, e le cantavamo nel cammino verso la scuola».

Nel tuo Paese sei famosa, qui in Italia sei considerata un'emergente. Che effetto ti fa?
«Sono molto contenta. La verità è che per quanta fama uno possa avere, ogni disco è come ripartire da zero. Nessuno ti garantisce che funzionerà, che la gente lo gradirà. In particolare con un disco come questo, così mio e così personale, la speranza è quella di connettermi con le emozioni della gente. Ma non avrei mai immaginato di ritrovarmi in Italia, è davvero una bella sorpresa ritrovarmi qui a presentare la mia musica. Spero che agli italiani piaccia: ricominciare da zero è sempre un momento magico».

Quali sono gli artisti che hai ascoltato in questi anni e che ti hanno influenzato di più?
«Ci sono diverse cantanti che per me sono state un'ispirazione: Billie Holiday sicuramente, ma anche Bjork, Fiona Apple, Nina Simone. E anche la grande cantante messicana Toña la Negra. Ma l'artista che mi ha dato più di tutti è stato Agustín Lara, il compositore a cui ho dedicato il mio album precedente. Mi ha insegnato a cantare con il cuore, con le emozioni. Prima di lavorare con le sue canzoni, cantavo e basta».

Ti è capitato di incrociare anche della musica italiana nella tua vita?
«La verità è che non conosco molta musica italiana, anche se il mio primo disco venne prodotto proprio da un italiano, Loris Ceroni. Se ti do carta e penna puoi farmi una lista? Conosco quello che arriva in Messico, come Laura Pausini. Ma credo che questo viaggio in Italia mi servirà anche per investigare e capire come sia la musica italiana. Ieri sono stata in un negozio di dischi e il proprietario mi ha consigliato un vinile di Franco Battiato, così l'ho comprato subito e mi è piaciuto tanto. Ho scelto bene?»

Molto bene! Il tuo prossimo singolo sarà «Nunca es suficiente», me lo descrivi?
«È una canzone che ho composto con una mia cara amica. In questo album ho cercato di collaborare con tanti artisti. È una canzone che parla delle pene d'amore: quando sei innamorato non ti basta mai, anche se hai tutto vuoi sempre di più».

Ci sono delle altre canzoni nel disco a cui sei particolarmente legata?
«?Palomas blancas? è una canzone molto rappresentativa della mia musica, dei miei sentimenti e del mio cammino, quando stavo pensando a come intitolare il disco ero indecisa tra ?Palomas biancas? e ?Hasta la raiz?. E poi ha vinto ?Hasta la raiz?».

Seguici