Alvaro Soler: 22 motivi per cui siamo tutti pazzi di lui

In un'intervista per Sorrisi, le ragioni del suo successo e perché è il nostro «fidanzato d'Italia»

24 Giugno 2016 alle 12:57

In questa intervista abbiamo individuato 22 buone ragioni per cui gli italiani sono tutti pazzi per Alvaro Soler. A sostegno della tesi, una galleria fotografica per voi.

Lo chiamano «Principe dell'estate», eppure lo spagnolo Alvaro Soler, nuovo giudice della decima edizione di X Factor, non ha il mantello azzurro (forse perché fa troppo caldo), non si sposta con un cavallo bianco (ma con un aereo) e la sua «Sofia», dopo il successo 2015 «El mismo sol», è di nuovo una hit della nostra estate.

Il 15 luglio pubblica la riedizione del suo album «Eterno agosto», con nuovi brani e tre duetti inediti con Emma, Max Gazzè e in una versione lanciata a ottobre scorso di "El mismo sol" in duetto con Jennifer Lopez.

Eppure incontrandolo da vicino questo principe azzurro non è un macho (1) ma un ragazzo dolcissimo (2), i suoi modi sono gentili con tutti(3) e se da noi non fosse già da due anni una super star, avrebbe tutti i connotati del perfetto ragazzo della porta accanto.

È forse questo il motivo per cui lo amiamo così tanto? Lo abbiamo chiesto a lui stesso. «Non saprei!» dice grattandosi la testa visibilmente arrossito (4). Alvaro (si pronuncia con l'accento sulla A), a sorpresa, parla perfettamente italiano (5) e capisce tutto, anche le domande più difficili.


Ma come ha fatto a imparare così velocemente la nostra lingua?
«I miglioramenti sono arrivati tutti nell'ultimo anno. All'inizio quando venivo in Italia non capivo niente, avevo bisogno di un traduttore. Poi ho cominciato a fare interviste, a parlare con molti italiani. Le due lingue sono simili, bisogna fare solo attenzione ai "falsi amici"».

Un esempio?
«Voi quando siete davanti a una scala dite di "salire", per noi "salir" vuol dire uscire. Oppure "afamado" che da noi significa "famoso" e non "affamato". Potrei fare mille esempi!».

Però se la cava molto bene...
«Il segreto per parlare qualsiasi lingua è non aver paura, provarci anche a costo di sbagliare (6)».

So che vive a Berlino ma il suo successo si concentra tra la Spagna e l'Italia, ma da noi è fortissimo. Si sente un po' adottato dal nostro Paese?
«Non so se mi sento adottato perché io ho vissuto tra Barcellona, Tokyo, ho lavorato a Los Angeles (7) sono stato per un breve periodo in Italia e poi Berlino dove vivo ora. Di sicuro qui sento l'amore di tante persone per la mia musica (8) che non trovo da altre parti così forte. È un affetto che mi stupisce perché a Berlino non sono famoso e vivo una vita normale, con la mia coinquilina».

Mi scusi, mi faccia capire. Lei vive in una casa condivisa come uno studente?
«Esatto! È una buona amica (9) con la quale mi trovo benissimo. E mi prepara sempre delle cose buone da mangiare (ride)».


Lei è un bongustaio (10) ma è magrissimo (11)! A proposito ho letto che con Emma siete diventati amici a un ristorante di sushi...
«Confermo! In realtà ci siamo conosciuti per la prima volta al Coca-Cola Summer Festival e da lì è partita la mia idea di conoscerla meglio e coinvolgerla in questo brano, "Libre". Emma è simpaticissima e il suo modo di vedere la musica, lo sento molto simile al mio».

Come sta andando questa nuova esperienza a X-Factor?
«Bene, ma avevo paura».

Di che cosa?
«Di non trovare il feeling con gli altri giudici, era la cosa più importante perché la mia presenza non risultasse noiosa. I primi giorni li ho passati quasi solo a ascoltare, a conoscerli. Poi ho iniziato a avere un bel legame con tutti (12)»

Con chi ha legato prima?
«Con Manuel Agnelli».

Davvero? Manuel dicono sia severissimo, lei sarà un angelo...
«Anche io sono molto severo! (ride, ndr) Sono un perfezionista, rispetto il lavoro e gli impegni e voglio fare tutto per bene (13). Lo voglio fare per il programma ma soprattutto per chi sceglie di essere giudicato da noi».

È molto giovane, un po' come Fedez. Sente difficoltà a giudicare persone a volte più grandi di lei?
«La storia della musica ci insegna che il talento ma anche la capacità di individuarlo non dipende dall'età. Il mio obiettivo è aiutare queste persone (14), innanzitutto, nelle mie possibilità e con un atteggiamento onesto, senza creare illusioni (15)».

È molto maturo per i suoi 25 anni.
«Ho imparato con il tempo a dare molto valore alle persone (16). Da piccolo ero timido e molto attaccato alla mamma, piangevo tutto il giorno. Poi ho combattuto la timidezza osservando le persone con meno timore e studiandole con attenzione. Oggi capisco al volo chi ho di fronte (17)».

È vero che aveva già un «piano B» come ingegnere?

«Sì, ho studiato e mi sono laureato in design industriale (18). Non mi piaceva la scuola da piccolo, poi con il tempo ho capito che l'obiettivo dei sacrifici è arrivare a fare quello che ti piace (19)».

Adesso si dovrà trasferire in Italia.
«Sì, sono già preoccupato perché anni fa ho provato a cercare casa a Milano ed è stato un inferno! Devo essere onesto, mi spaventa un po' l'idea di rimanere qui in Italia per molti mesi».

Perché?
«La popolarità a volte fa perdere un po' la testa (20). È bellissimo stare qui, incontrare il pubblico e cantare per loro. Però poi mi piace tornare a Berlino, dove giro per la città ritornando il ragazzo comune che sento di essere (21). Credo sia importante per rimanere autentici».

Sono sicuro che non cambierà.
«Lo spero anche io (22)».

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