Il successo di un musicista è certamente legato al suo talento, alle sue capacità artistiche e ad un'ottima presenza scenica, ma è importante anche il suo volto. Che si tratti di un sorriso, un trucco particolare o una pettinatura esilarante, il viso di un artista è la chiave giusta per raccontarsi e legare emotivamente con il pubblico che li segue. Molti artisti, per nascondere la propria identità, utilizzano le maschere: è il caso dei Daft Punk con i loro caschi futuristici o quella nera e bianca dell'artista italiano The Bloody Beetroots. C'è Sia che indossa una parrucca con un grande fiocco colorato o i Gorillaz?divenuti la prima cartoon band del mondo.
Ne abbiamo individuati cinque: ecco i loro veri nomi e il motivo per il quale hanno scelto di non svelare la loro identità.
SIA
Reale identità: Sia Furler
Origine: da autrice di hit, l'artista ha iniziato un vero percorso da solista continuando a non svelare il suo volto. «Ho scelto di avere una vita privata. Una volta un mio amico mi stava parlando della brutta malattia che lo aveva colpito e qualcuno è venuto da noi, nel mezzo della conversazione, chiedendomi una foto insieme» aveva dichiarato al New York Times. Un episodio che ha colpito l'artista, portandola ad una riflessione e una scelta più consapevole.
?I motivi della scelta: non vuole essere giudicata per l'esteriorità, ma per la propria arte: durante le sue apparizioni pubbliche, l'artista australiana si nasconde attraverso parrucche, maschere, dipinti e buste di plastica. Non ama essere un personaggio famoso, per questo è riuscita in un'impresa senza precedenti per una popstar femminile: raggiungere il successo mantenendo segreta la propria identità. È una forma di autodifesa da una popolarità troppo invadente: «Voglio fare musica e cantare senza dover sacrificare una vita normale, tutto qui».
Ecco il vero volto della cantante Sia Furler.
DAFT PUNK
Reale identità: Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter
Origine: «Il 9 settembre 1999 alle ore 9.09 ?" racconta Thomas Bangalter ?" ci fu un incidente nel nostro studio. Stavamo lavorando con il sampler, che improvvisamente esplose. Quando riprendemmo conoscenza, ci accorgemmo che eravamo diventati dei robot».
I motivi della scelta: il duo di musica elettronica si concede raramente per interviste alla stampa, ma da alcune dichiarazioni emerge che la volontà di mantenere l'anonimato è dovuta alla timidezza di entrambi. Infatti, ammettono di preferire il ruolo da produttori e non quello da performer. Tuttavia, il motivo principale è legato al tentativo di non compromettere la propria vita privata e conservare una quotidianeità "normale", focalizzando l'attenzione del pubblico solo sulla musica.
Ecco la vera identità dei Daft Punk: Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter.
SLIPKNOT
Reale identità: Sid Wilson, Paul Gray, Joey Jordison, Chris Fehn, Jim Root, Craig Jones, Shawn Crahan, Mick Thomson, Corey Taylor
Origini: l'idea di indossare le maschere, diverse per ogni album, è stata ispirata da un'immagine di un clown che Crahan avrebbe portato durante le prove del gruppo. Terrificanti ma anche molto divertenti, le maschere sono diventate il tratto caratteristico del gruppo metal americano; ad evolversi è anche lo stile musicale, un sapiente mix di Metal e Hop-Hop che fa da cornice alla rabbia e e il dolore dei testi.
I motivi della scelta: come i Daft Punk, anche gli Slipknot attribuiscono l'uso delle maschere alla volontà di distogliere l'attenzione da sé stessi e far concentrare il pubblico solo sull'aspetto musicale. «È il nostro modo per avere un contatto più intimo con la musica» afferma il cantante Corey Taylor.
Durante una conferenza stampa, gli Slipknot si mostrano senza alcuna maschera.
THE BLOODY BEETROOTS
Reale identità: Sir Bob Cornelius Rifo
Origini: campiona l'elettronica e il new wave, arrivando a sperimentare una vasta gamma di sonorità; nel 2007 parte ufficialmente il progetto musicale più osservato del web. The Bloody Beetroots crea remix per numerosi artisti e colleziona un'infinita lista di collaborazioni importanti (come Paul McCartney). Il nome Cornelius è l'omaggio allo scrittore inglese Michael Moorcock e al suo antieroe Jerry Cornelius.
I motivi della scelta: in ogni uscita pubblica, si presenta con una maschera nera che rimanda ad un personaggio dei fumetti della Marvel Comics. «Voglio mostrare che ci si può nascondere e fare qualcosa di bello. Non mi importa della televisione o dei mass media, la nostra musica esprime noi stessi» ha dichiarato Cornelius.
The Bloody Beetroots mostra il volto durante il Festival di Sanremo 2014
GORILLAZ
Reale identità: Damon Albarn and Jamie Hewlett
Origini: la band ?virtuale? britannica nasce nel 1997 ed è composta da Albarn, che si occupa dell'aspetto musicale, e Jamie di quello artistico. È lui che crea i membri della band, ovvero i quattro fumetti: 2D, Noodle, Russell Hobbs, Murdoc Niccals.
I motivi della scelta: tutto comincia per colpa di MTV. Per Damon Albarn e i Blur non è un periodo bellissimo: seduto sul divano di casa, il cantante guarda l'emittente musicale e riflette sul periodo musicale che sta vivendo, ovviamente negativo. Da questa considerazione, si confronta con l'amico Jamie e nasce l'idea di una band composta da cartoni animati. La commistioni di generi, tra cui il rock-pop e l'elettronica, e l'originalità del gruppo riescono a raccontare musicalmente il nuovo millennio, rimenendo perfettamente al passo con i tempi.
Ecco i volti di Damon Albarn e il fumettista Jamie Hewlett.
Alan Walker
Reale identità: Alan Walker
Origini: il produttore discografico e dj, è inglese con cittadinanza norvegese. È diventato noto per il suo brano Faded in collaborazone con la cantante norvegese Iselin Solheim ed il producer Zeuss (Vlady Bedi).
I motivi della scelta: per Walker è una scelta di stile. Non gli interessa coprire il volto per qualche motivo particolare: semplicemente in questo momento preferisce esibirsi (e farsi intervistare) con il cappuccio e con lo scaldacollo tirato su fino agli occhi.
Il vero volto di Alan Walker (mentre tiene il Disco di Platino per Faded)
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