La foto che ritrae Jovanotti con il suo medico di fiducia, il dottor Franco Fussi di Ravenna, ha fatto il giro dei social. «La diagnosi è un piccolo edema alle corde vocali» aveva scritto il cantante su Instagram a corredo dello scatto che vedete qui sopra.
«Se non faccio almeno tre giorni di silenzio totale, il rischio è che poi peggiori ulteriormente». Grazie alle cure dello specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria a cui si affidano tante star della musica italiana, «Jova» potrà proseguire il tour, recuperando il 4 maggio la data di Bologna saltata a metà aprile per motivi di salute. E chiuderà a Milano il 3 e 4 luglio il «Lorenzo Live 2018».
Ma anche chi va ai concerti o allo stadio potrebbe avere problemi di voce, perché magari ha urlato troppo. Così come chi lavora ogni giorno in televisione e deve per forza parlare tanto. «La manutenzione della voce è un’arte» dice a Sorrisi il dottor Fussi. In questo articolo abbiamo raccolto i suoi consigli e molte altre piccole curiosità.
Cos’è il famoso «vibrato»?
Quello di Giusy Ferreri è segno distintivo: il vibrato è l’oscillazione tonale del centro di una nota. «Il vibrato regolare ha 5-6 cicli di oscillazione al secondo» spiega Fussi. «Se è più veloce, scatta l’effetto “belato” e infatti si parla di voce “caprina”. Se è più lento, come capita ai cantanti anziani, si ha una voce “ballante”».
Camomilla sprint
«Bere bevande troppo calde può danneggiare una voce affaticata o rauca» avverte il dottor Franco Fussi. «Al posto di una camomilla bollente, per ristorare e idratare bene la gola è consigliabile usare un vaporizzatore o nebulizzatore, magari con l’aggiunta di essenza di camomilla romana. Questa sì, dall’effetto davvero balsamico».
C’è una formula matematica per conquistare chi ci ascolta
Quante parole diciamo al giorno? Uno studio del dipartimento di Psicologia dell’Università dell’Arizona, negli Stati Uniti, ha provato a misurarlo: le donne, in media, ne pronunciano 16.215, invece gli uomini 15.669. «Ma considerando circa 150 parole al minuto, i più chiacchieroni possono arrivare anche a 40.000 in 24 ore» nota il dottor Fussi. Sempre a proposito di cifre, in Gran Bretagna il linguista Andrew Linn e l’ingegnere del suono Shannon Harris hanno messo a punto la formula matematica della voce perfetta (PVQ, Perfect Voice Quality). Eccola: PVQ=(164,2 wpm X 0,48 pbs)Fi. In pratica, chi pronuncia 164,2 parole al minuto (wpm sta per Words Per Minute in inglese) e lascia una pausa di 0,48 secondi (pbs sta per Pause by Second) con la giusta intonazione (Focus Intonation)conquista ogni interlocutore.
Rischi e rimedi per chi parla tanto al lavoro
Al timone di tre programmi, al pomeriggio, di sera e la domenica, Barbara d’Urso come fa a parlare, magari sforzando la voce, senza danni? E lo stesso dubbio viene per chi di mestiere fa lo speaker radiofonico, ma anche l’avvocato: ore e ore di discorsi... «Col “surmenage”, cioè il sovraccarico (parlare troppo) e il “malmenage”, la scorretta impostazione per farsi sentire in ambienti rumorosi (parlare a volume troppo alto) si rischiano l’affaticamento della voce e la secchezza delle mucose orali e della gola» avverte Fussi. «Per contrastarli, in commercio ci sono spray da nebulizzare o compresse di acido ialuronico da sciogliere lentamente in bocca. Funziona altrettanto bene l’olio a base di vitamina E, che ha anche effetti riparatori sulle mucose».
Il timbro è simile all’impronta digitale
Se canta Giuliano Sangiorgi dei Negramaro lo riconosci subito: ha un timbro inconfondibile. «Il timbro è la composizione degli armonici di cui è dotato un suono» dice Fussi. «Dipende dalla conformazione del nostro naso, della gola, delle corde vocali... Dato che ciascuno di noi è unico, come accade per le impronte digitali, non esistono due timbri uguali al mondo».
Dedicato ai tifosi che urlano allo stadio
Un’ora di concerto o 90 minuti di partita della squadra del cuore allo stadio lasciano senza voce (come Diego Abatantuono in «Eccezzziunale veramente 2». Soluzioni? «Niente fumo, che peggiora la disidratazione delle corde vocali, silenzio per 48 ore (sussurrare non serve, anzi è controproducente) e ricordarsi di bere tanto: i classici due litri d’acqua al giorno» suggerisce Fussi.
Tutti i cibi da evitare
Pensate alle volte in cui avete il «raspino» in gola. «Si chiama “raclage”» dice Fussi. «È la necessità di schiarirsi di continuo la voce, un’abitudine che alla lunga danneggia le corde vocali e che si aggrava abusando di alimenti essiccanti per le mucose. Tra questi, il caffè, il cioccolato, le bibite gassate e i formaggi grassi o piccanti. Specie se si soffre di reflusso, vanno evitati i pomodori e in parte i legumi. Invece bisogna consumare cibi che contengono pectina. Luciano Pavarotti, per esempio, prima di cantare masticava uno spicchio di mela. Ma ne contiene di più il pompelmo, nella sua pellicina bianca».
Cambiando lingua il suono è diverso
Fateci caso: quando canta in spagnolo, la voce di Laura Pausini sembra diversa. Capita anche a tutti noi quando parliamo una lingua straniera. «È perché cambia il modo di articolare certi suoni» spiega Fussi. Per esempio, gli italiani dicono la T spingendo la lingua sulla parte rugosa del palato. Gli inglesi la portano più avanti, sugli incisivi, e la T diventa più sibilante».
Lo chiamano “l’inquisitore”. E ogni spettatore di “Live – Non è la d’Urso” potrebbe riconoscerlo in un attimo. Ma non per il volto, per la voce. È lui lo speaker dello show domenicale di Canale 5
La data di Bologna è rimandata, per quelle di Roma aspettiamo aggiornamenti. Il cantante è stato visitato dallo stesso medico che a febbraio ha curato Laura Pausini