Il “pensiero positivo” di Jovanotti: le dichiarazioni più belle

Ottimista, creativo e attento ai giovani: abbiamo riunito le affermazioni che in questi anni hanno formato il "pensiero Jova"

Jovanotti durante la lavorazione del nuovo album  Credit: © Facebook ufficiale
27 Settembre 2017 alle 09:42

"La curiosità salverà il mondo" è la frase che abbiniamo più facilmente alla filosofia di Lorenzo Jovanotti, uno degli artisti più eclettici del panorama musicale italiano. Il suo viaggio musicale lo scrive insieme ai fan, riuscendo a coinvolgerli grazie ad un linguaggio moderno e al passo con i nostri tempi. La sua verve positiva e la grande capacità di comunicare ad un pubblico vasto e di tutte le età è una delle doti più apprezzate del cantautore: la sua visione del mondo traspare nel modo di creare e sperimentare la musica, mescolandosi al caos e alla libertà dei suoi testi.

In occasione del compleanno di Lorenzo, abbiamo pensato di riunire le dichiarazioni più interessanti che sintetizzano il suo pensiero: dall'importanza di essere ottimisti al mondo complesso delle nuove generazioni fino alla proclamazione dei cinque comandamenti da seguire nella vita.

La vitalità e l'ottimismo

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«La vitalità è il sinonimo della parola ottimismo: mi interessa la promessa di vita che c'è nelle cose, mai evidente al primo sguardo. Una delle tecniche per individuarla è "la ricerca dell'effetto Bruce Lee” ovvero la sensazione di essere invincibili, di camminare leggeri. Vi parlo di questo perché la vitalità non rimane immutabile, ha bisogno di essere alimentata continuamente. Come? Con il progresso scientifico, con l'amore e i rapporti tra le persone. Altri motivi per essere ottimisti: viaggiare, conoscere le storie, imparare a suonare lo strumento, leggere una poesia, immaginare, ballare davanti lo specchio, vedere e, nel mio caso, fare i concerti».

«Tiziano Terzani diceva "Iniziamo la giornata con una bella risata”. L'ottimismo è affrontare il tragico con un altro atteggiamento: ridere, credere e costruire diventa più bello. In fondo alla strada c'è la certezza che moriremo, e questo rende tutto molto interessante».
(“L’ottimismo come forma di lotta”, discorso al TED di Firenze, novembre 2011)

ESSERE CANTAUTORI, OGGI

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«Uno dei momenti di più grande soddisfazione è stato quando ho scritto sulla carta d’identità, alla voce professione: “artista”. Ho sempre sentito di avere dimestichezza con la comunicativa più che con la comunicazione, la comunicativa ce l’hai o non ce l’hai e poi ci lavori. Gli americani dicono: “No talent without skills”, ossia il talento non è che si sviluppa, ce l’hai o non ce l’hai, l’abilità, le skills, sì. E quindi ho cercato di sviluppare l’abilità rispetto a un talento che avevo già a scuola, quando intrattenevo i compagni».
(Intervista a Sorrisi, 27 novembre 2012)

«Il cantautore è colui che scrive e canta le sue canzoni e io di fatto lo sono. Ma quando me lo dicono mi sento come un calciatore definito motociclista. "Cantautore" è una parola che qui in Italia ha una connotazione diversa, politica e inserita in certi canoni. Non mi sento a mio agio dentro quel cappello».
(Intervista a Sorrisi, 27 febbraio 2015)

L'IMPORTANZA DEI SOCIAL

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«Raccontare questa chiacchierata con la narrazione più bella. Se c'è una cosa che possono far tutti, ci sarà qualcuno che saprà farla come nessun altro. Lo stesso vale per la musica. E chiunque ora può registrare un brano, il mio compito è fare la differenza. Viviamo in un mondo in cui per fare certi lavori non c'è più bisogno della patente: il mondo è di chi se lo prende».
(Intervista a Sorrisi, 27 febbraio 2015)

«Sono un fan dei social network perché dimostrano l'evidenza fondamentale di oggi: nel mondo c’è più ricchezza e ulteriore possibilità di conoscere. Non solo, ci sono anche più connessioni e più speranze».
(TED, novembre 2011)

GIOVANI, IL MONDO È CAMBIATO

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«Nessuno lo dice, ma la verità è che le opportunità ci sono. La vostra vita può essere quello che voi volete con una giusta dose di anticonformismo e visionarietà, avendo coraggio di rompere gli schemi. Lo spirito con il quale affrontate le cose è quello che le riuscirà a cambiare».

«Non fatevi dettare la vita da altri: scegliete e impuntatevi. La vostra è una generazione complessa, e senza il coraggio non si va da nessuna parte».
(Incontro con gli studenti del’Università di Firenze, giugno 2015)

«Perché muoversi è vivere, è allargare il raggio d’azione e di attenzione, non importa di quanto, non importa se da fermi, in cammino o con le astronavi (che poi nelle astronavi si sta seduti, si muovono loro). Una cosa dico sempre a mia figlia: vai a vedere, senti gli odori, guarda le cose, alza lo sguardo, stacci dentro, percorri le distanze, cambia, non prendere idee di seconda mano, verifica i fatti, se puoi. Lo dico a lei per continuare a dirlo a me, perché le cose mi succedono sempre quando mi metto in movimento».
(“La soluzione è sempre e solo muoversi”, La Stampa, 6 dicembre 2015)

SIATE AFFAMATI!

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«La mia storia è come la vostra: vengo da una famiglia semplice e un appartamento in affitto per tutta la vita. Ero il terzo figlio e osservavo tanto i miei fratelli, è così che per me il mondo ha assunto un connotato magico. La magia è la possibilità che hai di intervenire sulla realtà. Questo mi ha fatto credere all'impossibile, rendendomi affamato di sapere e conoscenza».

«Cerca le cose che funzionano perché è l'atteggiamento e l'attitudine che cambiano il mondo. Si dice "believe in yourself”, ma non c'è cosa più misera: credi negli altri, nel mondo, nella bellezza e non solo in te stesso. Fonditi con gli altri e cerca la speranza».
(Incontro con gli studenti dell'Università di Firenze, giugno 2015)

I 5 COMANDAMENTI: LE REGOLE DA SEGUIRE NELLA VITA

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1) Onora il padre e la madre
2) Esercita la curiosità
3) Vivi in una città non tua
4) Non giudicare e non farti giudicare
5) Sii moderno

(Auditorium Parco della Musica, febbraio 2012)

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