8 buoni motivi per vedere a teatro Priscilla-La regina del deserto

Un cast di fuoriclasse, canzoni famose e molto altro: non perdete il musical tratto dal film del '94

15 Settembre 2015 alle 17:46

Se abitate a Milano e dintorni, avete ancora un mese di tempo per vivere a teatro l'esperienza di «Priscilla - La regina del deserto», il musical tratto dall'omonimo film del 1994. È un grande e coloratissimo show, che diverte e commuove grazie a una storia semplice e movimentata (l'avventuroso viaggio di tre drag queen a bordo di un autobus nel deserto australiano) e a una colonna sonora strepitosa.

Ecco dunque otto buoni motivi per non perdere «Priscilla - La regina del deserto», in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 18 ottobre. E poi, al Teatro Brancaccio di Roma, dal 21 ottobre, e al Teatro Coccia di Novara, il 7 e l'8 novembre. BIGLIETTI 


L'incredibile sequenza di canzoni

Se prima di scegliere un musical vi chiedete «Ci sono canzoni che conosco?», sappiate che «Priscilla» ne è pieno. E sono quasi tutte hit degli Anni 70 e primi Anni 80: da «It's raining men» e «Go West» a «Like A Prayer» e «What's Love Got To Do With It» passando per «Hot Stuff» e «I Will Survive». Ma c'è anche qualcosa degli Anni 60 («I Say A Little Prayer») e 90 («Finally»), senza dimenticare «Follie! Delirio vano è questo... Sempre libera» dalla Traviata di Verdi mimata da Felicia (Riccardo Sinisi) in cima all'altissimo tacco di un'enorme scarpa.

In uno dei numeri più folli, liberatori e surreali del musical, Cristian Ruiz (Tick, sopra nella foto) canta «MacArthur Park», brano degli Anni 60 (ripreso da Donna Summer nel 1978) che nel testo parla, tra le altre cose, di una torta abbandonata sotto la pioggia. 

Nostalgia e grande divertimento, ma non solo

Il film è uscito nel 1994, il musical ha debuttato quasi dieci anni fa a Sydney, le canzoni hanno in media più di 30 anni, ma «Priscilla - La regina del deserto» non è uno show solo per nostalgici. Anche perché i temi che propone sono universali e, in alcuni casi, più che mai attuali. Un esempio su tutti, la scena in cui i tre protagonisti scoprono che, in loro assenza, l'autobus è stato imbrattato con una scritta omofoba. Proprio come è accaduto un mese fa al poster di Mika.

I tre protagonisti: Marco D'Alberti

Nei panni di Bernadette, Marco D'Alberti è la grande sorpresa di questo allestimento. Al personaggio della transessuale che nella sua vita ne ha viste tante ma è sempre pronta a difendere (anche con la forza) la sua dignità, l'attore romano riesce a dare il giusto equilibrio di trasgressione e nobiltà. Se in teatro ci fosse un applausometro, il vincitore probabilmente sarebbe lui. 

I tre protagonisti: Cristian Ruiz

Anthony Tick Belrose in arte Mitzi Mitosis è il personaggio principale di «Priscilla», quello che fa partire la storia organizzando il viaggio nel deserto per raggiungere l'ex moglie e il figlio ad Alice Springs. Un ruolo difficilissimo perché Tick si presenta con diverse sfumature e apparenti contraddizioni (è apertamente omosessuale, ma è stato sposato con una donna; è una drag queen di successo, ma soffre all'idea che il figlio, vedendolo vestito e truccato da donna, possa rifiutarlo) che solo un attore del livello di Cristian Ruiz può esprimere sul palco risultando credibile. 

I tre protagonisti: Riccardo Sinisi

Una vera forza della natura: perdonate la definizione banale, ma chi ha visto Riccardo Sinisi sul palco di «Priscilla - La regina del deserto» sa bene che sono le parole migliori per descrivere la sua performance. Non solo il 23enne attore comasco è una Felicia esplosiva e travolgente (l'ingresso sulle note di «Material Girl», nella foto, e la sensualità di «Hot Stuff» sono lì a dimostrarlo), ma è molto credibile anche quando si toglie i costumi da drag queen per mostrare il vero Adam, con tutta la sua arroganza e la sua vulnerabilità. Uscendo dal teatro, avrete la sensazione di aver assistito alla nascita di una superstar.

Show per famiglie? Non proprio, però...

È inutile nasconderlo: nei dialoghi di «Priscilla» non mancano le parolacce e le allusioni sessuali, anche pesanti. Si contano però sulle dita di una mano, servono più che altro a divertire il pubblico e non definiscono lo show. Che invece è soprattutto la storia di un padre che vuole stabilire un rapporto con suo figlio, lo spettacolare racconto di un'avventura imprevedibile ma a lieto fine, un coloratissimo inno all'orgoglio di essere se stessi sempre e comunque. Insomma, non è un classico show per famiglie, ma escluderlo a priori sulla base di un pregiudizio potrebbe essere un errore, in particolare se avete bambini dai 10 anni in su.

Un palco popolatissimo

Oltre a Cristian Ruiz, Marco D'Alberti e Riccardo Sinisi, c'è un quarto protagonista in «Priscilla»: il resto del cast, compreso l'ensemble. Sì, perché lo show non sarebbe lo stesso senza l'energia e il talento degli instancabili cantanti e ballerini che popolano il palco dall'inizio alla fine. Se avete visto almeno un musical negli ultimi due o tre anni, riconoscerete molti di questi talenti (per saperne di più cliccate qui). E alla fine dello spettacolo vi verrà subito la voglia di rivederli all'opera.

Scenografie, costumi e coreografie da 10 e lode

Le foto di questo articolo vi avranno già convinto: «Priscilla - La regina del deserto» offre uno spettacolo ricchissimo. Farete fatica (ed è una cosa buona) a seguire tutto quanto succede sul palco, sempre popolato e in continuo movimento. Oltre alle travolgenti coreografie, apprezzerete i costumi (oltre 500) e la scenografia: dalla grande struttura su cui si muovono i tre protagonisti alla gigantesca scarpa sulla quale Adam mima La Traviata di Verdi, è quanto di meglio si possa chiedere oggi a un musical.   

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