Sabato 19 febbraio sarà alla conduzione del contest “Una voce per San Marino”: ecco cosa ci ha raccontato

Tre volte rappresentante di San Marino, sarà proprio Senhit a condurre la serata finale del contest “Una voce per San Marino” insieme a Jonathan Kashanian: sabato 19 febbraio al Teatro Nuovo di Dogana di San Marino, l’artista e performer passerà il testimone a uno dei talenti in gara, pronto a giocarsi un posto sul palco dell’Eurovision Song Contest 2022.
Lo show sarà in diretta dalle ore 21.00 su San Marino RTV, digitale terrestre al canale 831, Tivùsat al canale 93, Sky al canale 520, e in streaming sul sito della tv.
Abbiamo raggiunto Senhit per farci raccontare da vicino il mondo di Eurovision: dalla sua ultima esperienza sul palco insieme a Flo Rida con “Adrenalina” fino alla creazione del "Freaky Trip" con Luca Tommassini.
Partiamo dalla tua partecipazione all’Eurovision: hai rappresentato San Marino per tre anni.
«Quella del 2011 è stata la prima esperienza, avevo delle aspettative altissime perché l’ho vissuta in maniera marginale e non conoscevo bene il contesto. Mi ero ripromessa di tornarci: dieci anni dopo arriva la chiamata di San Marino, ma anche la pandemia».
Immagino sia stato un momento difficile.
«È stata un'edizione bella, ma completamente diversa. Eravamo chiusi in albergo e abbiamo perso molto della tradizionale atmosfera dell'Eurovision. Però, è stata anche stupenda, perché avevamo tutti voglia di tornare a cantare dal vivo, fortunatamente con un pubblico “vero”. Letteralmente, una botta di adrenalina».
Come il titolo della canzone che hai presentato, molto diversa dalla ballad della tua prima edizione. È stata una scelta ragionata?
«Nel 2011, “Stand by” è stata pensata a tavolino, con “Adrenalina” mi sono battuta per portare una canzone che mi si vestisse addosso. Negli anni sono cresciuta musicalmente, avevo voglia di divertirmi e di vivermi a pieno l'atmosfera».
Come è nato il brano?
«In maniera urgente perché abbiamo dovuto scegliere un'altra canzone dopo la cancellazione del 2020. Mi ero così affezionata a “Freaky” che ho fatto un po’ fatica a trovare un altro brano! Con “Adrenalina” ho sentito subito quella particolare alchimia sul palco. La ciliegina sulla torta è stata la presenza di Flo Rida».
Con lui com'è andata?
«Volevo accanto a me un rapper internazionale e non appena Flo Rida mi ha inviato la sua versione di “Adrenalina”...l’ho sposata subito! Non c’è stato modo di vederci prima della serata e fino all’ultimo non avevamo certezza della sua presenza. Ci sentiamo qualche volta, diciamo che è nato un bel rapporto aldilà del lavoro».
Con la cancellazione del 2020 hai avuto un anno di tempo per prepararti all’edizione successiva, e hai messo in piedi il "Freaky Trip to Rotterdam" insieme a Luca Tommassini.
«Ci siamo detti “siamo tutti in casa”, perché non omaggiare i successi più famosi dell’Eurovision? È un progetto divenuto più strutturato con il tempo, abbiamo deciso di coinvolgere anche un team di produzione. Quest’anno riproponiamo un best of del “Freaky Trip” con una serie di pillole divertenti che verranno pubblicate sui social».
Nessun artista si era dedicato così tanto al mondo di Eurovision.
«Era necessario far capire cos’è e cosa propone: è un caleidoscopio di colori, identità e mille personalità».
E dopo quell’esperienza, cosa è successo?
«Tante belle occasioni, mi hanno chiamato molto per serate in giro per l’Europa. È uno show molto più sentito all’estero, ma con la vittoria dei Måneskin anche l’Italia ha capito che è un palco importante (e fortunato!)».
La tua Bologna poteva essere tra le città prescelte per quest’anno.
«Sì, peccato! È una città a misura d’uomo, mi sarebbe piaciuto e ho fatto molto il tifo. Bologna è la mia “Itaca”, ci si vive bene e c’è una bella cultura musicale».
I fan ti hanno soprannominata “Freaky queen”.
«Si, mio malgrado (ride). Il pubblico dell’Eurovision si affeziona all’artista, dal 2011 mi hanno sempre seguita. C’è stata un'accoglienza strepitosa e…inaspettata».
Sabato ci sarà la serata “Una voce per San Marino”, è la tua prima volta alla conduzione?
«Ho fatto qualcosa anni fa, ma tutte situazioni legate alla musica e, soprattutto, registrate. Questa volta è in diretta in un teatro, da una parte mi stimola e dall’altra mi fa paura. Dovrò consegnare il mio “scettro” a un nuovo talento!».
Piani musicali per quest’anno?
«Uscirà presto un mini documentario in cui mi sono divertita con la band ad arrangiare brani in versione più moderna. E poi musica nuova: presto un singolo, ed entro la fine dell'anno potrebbe uscire un EP o un progetto discografico più ampio».