Non è estate senza Giusy Ferreri

"Jambo" è il nuovo tormentone della Ferreri e Sorrisi l’ha intervistata. «Mi piace far divertire le persone» racconta la cantante. «Per questo amo anche il mio lato leggero»

Giusy Ferreri è nata a Palermo e il suo vero nome è Giuseppina Gaetana Ferreri. Il successo con la “S” maiuscola è arrivato nel 2008 grazie a “X Factor”  Credit: © Pigi Cipelli
20 Giugno 2019 alle 09:00

I servizi fotografici portano via tanto tempo, ma Giusy Ferreri, nonostante i tre cambi d’abito per la copertina di Sorrisi, è velocissima. «Faccio presto» mi assicura. Sorride imbarazzata, quasi a volersi scusare per l’attesa. Non ha per niente l’aria da diva. Ci incontriamo in un pomeriggio di questo giugno capriccioso che alterna giornate afose a temporali violenti. È un’altalena di sole e nuvole. La luce plumbea spinge il fotografo ad allestire il set per qualche scatto all’interno della Mondadori.


Ma già dopo il primo cambio d’abito il tempo comincia a rasserenarsi. «Questo clima instabile ricorda un po’ il mio temperamento perché anch’io vivo di contrasti» rivela la cantante. Il tempo di scrutare i suoi occhi scuri e mi accorgo che la regina dei tormentoni estivi, nata sotto la buona stella della prima edizione di “X Factor” (dove si classificò seconda), è un tipo riservato. Ha raccolto la sua massa di capelli neri ribelli in trecce afro per essere in linea con “Jambo”, il nuovo singolo dal ritmo travolgente firmato dai due producer Takagi & Ketra, che interpreta con il cantante giamaicano Omi. Il brano ha tutti gli ingredienti per diventare una delle hit di successo di questa estate 2019. “Jambo”, che in lingua swahili significa “Ciao”, già al primo ascolto fa battere il piede a tempo e fa venir voglia di cantarlo ad alta voce.


A due settimane dal debutto in radio e in digitale, “Jambo” è già tra i brani più ascoltati...
«È coinvolgente. Sin da subito, sono rimasta colpita dalla forza della ritmica. L’Africa è un continente meraviglioso ed è stato bello omaggiarlo con una canzone e con un videoclip girato in in quei luoghi e diretto dalla coreografa ruandese Sherrie Silver».

Dopo il successo di “Amore e capoeira”, lei è diventata la musa ispiratrice di Takagi & Ketra...
«Che fortuna! Ci conosciamo da diverso tempo e abbiamo un rapporto come tra sorelle e fratelli perché arriviamo dalle stesse origini, dagli stessi stili di vita. Mi sento a mio agio con Alessandro e Fabio».

In questa foto scattata in Tanzania Giusy Ferreri è sul set del video del suo nuovo successo “Jambo”. Con lei Takagi (a sinistra, nome d’arte di Alessandro Merli) e Ketra (alias Fabio Clemente) che hanno prodotto la canzone. Non è il primo sodalizio fruttuoso che i due produttori hanno fatto con Giusy Ferreri; con lei hanno infatti collaborato anche per “Roma-Bangkok”, “Fa talmente male” e “Amore e capoeira”. E c’è il loro zampino anche in altri tormentoni, come “L’esercito del selfie”, “Vorrei ma non posto” e “Comunisti col Rolex”

Di questa esperienza in Africa cosa le è rimasto addosso?
«Il calore della gente, la sua vivacità. Persone malinconiche che riescono a sorridere con poco. Vivono nell’essenzialità e sono felici».

A inizio carriera aveva dichiarato che per anni aveva vissuto in isolamento nella sua camera, con le serrande abbassate cercando di trasformare la tristezza in musica. Oggi, al contrario, lei trasmette allegria.
«Infatti non è il mondo che scrivo io, ma lo interpreto perché credo sia interessante. È stato grazie al featuring in “Roma-Bangkok” di Baby K che ho scoperto questo mio lato leggero».

Quando la chiamano la “regina dei tormentoni” come reagisce?
«È una sorpresa anche per me, perché è arrivato tutto spontaneamente. Ho la consapevolezza che sono brani che fanno divertire le persone».

Quali sono i tormentoni che hanno scandito la sua vita? Partiamo dall’infanzia…
«Da bambina, in Sicilia con mio nonno, ho cantato per una estate intera “Vamos a la playa” dei Righeira. Da adolescente invece non mi piacevano i brani estivi. Ascoltavo i Blur».

Il brano della sua prima cotta?
«Non ero tipa da cotta. Ero dura, un po’ maschiaccio, aggressiva, cupa. Il mio primo fidanzato è arrivato tardi, a 17 anni».

Anche la grande occasione professionale non è arrivata subito. Aveva 29 anni. Il successo da adulti si gusta di più?
«Nel mio caso, se fosse arrivato prima, non lo avrei apprezzato perché ero instabile. Avrei rischiato di rovinare tutto per la mia fragilità. Io appartengo a quelle persone che non prendono il primo treno ma quello dopo».

Il 10 settembre del 2017 è diventata mamma di Beatrice...
«Vale il discorso per cui io le esperienze le devo maturare (sorride). Il passare del tempo ti consente di confrontarti meglio con certe situazioni. Grazie a Beatrice ora ho meno attenzioni verso me stessa. Mi sento meglio adesso».

Gioca tanto con sua figlia Beatrice?
«Sì, lei si scatena al ritmo di tutta la musica, non solo la mia. Ascolta molto anche le sigle dei cartoni».

Anche lei le ascoltava da piccola?
«Per niente. Io amavo le canzoni degli adulti. Una volta mi iscrissi a un concorso canoro per bambini proponendo un brano di Alan Parsons. Devo a mio padre questa passione. Lui ha sempre ascoltato di tutto: dai Jethro Tull a Mina e Battisti».

Si rivede in Beatrice?
«Abbastanza. Ero scherzosa come lei. Ma anche dispettosa e possessiva. All’asilo, a un certo punto, non mi volevano più. Per questo motivo, alle elementari mi hanno iscritto nella classe con la maestra più severa».

E crescendo si è calmata?
«Macché. Ho fatto tribolare mamma e papà anche da adolescente. Ero terribile. Non avrei mai immaginato di vivere il ruolo di genitore per paura di passare quello che hanno vissuto loro».

Il suo primo disco “Non ti scordar mai di me” è stato profetico. Lei ha lasciato il segno.
«I ricordi legati a “X Factor” sono bellissimi perché è tutto partito da lì, da quando entrai alla settima puntata dove venni notata da Simona Ventura e Cristiano Malgioglio. Con Simona ci sentiamo ancora».

In futuro le piacerebbe continuare a dominare le hit estive o vorrebbe cambiare genere?
«Seguirò il flusso della mia creatività. I mondi musicali mi affascinano tutti. Mi piacerebbe ampliare i live, propormi in grandi spazi per arrivare a più gente possibile con dei tour importanti».

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