Orietta Berti: «Per la mia nipotina sono solo nonna Orietta»

L’opinionista del “Grande Fratello Vip” si racconta a 360 gradi per festeggiare l’uscita di un cofanetto che celebra la sua carriera

31 Ottobre 2022 alle 08:07

Orietta Berti riesce sempre a trasmetterti allegria, buonumore e quella voglia di ritrovare la gioia della semplicità nelle piccole cose. Oggi le telefoniamo per parlare del cofanetto di 130 canzoni con cui celebra la sua lunga carriera. Si intitola “Orietta Berti - La mia vita è un film: 55 anni ++ di musica” dove quei due “+” (ispirati a “Latte+” del suo amico Achille Lauro) indicano i due anni di ritardo con cui è uscito. Ma ci sarà occasione anche per parlare del “Grande Fratello Vip”, dove veste i panni di opinionista. «Aspetta Olivia, che tra poco la nonna sarà tutta per te» la sento dire alla nipotina di 3 anni e mezzo.

Olivia è già una sua fan?
«Sa cosa faceva Olivia questa estate? L’animatrice: metteva le mie canzoni e invitava i bambini a ballare. E tutti dicevano: “È Orietta Berti a cantare!”. E lei, infastidita, rispondeva: “No, questa è solo la mia nonna!”. Lei e Ottavia, che ha sei mesi, sono le mie cucciole preferite».

Ormai lei ha una nuova generazione di fan...
«Grazie alle collaborazioni con Fedez, Achille Lauro e Rovazzi mi sono “svecchiata” anch’io (ride)».

E questo cofanetto?
«Doveva uscire due anni fa, dopo Sanremo, ma c’era il tormentone “Mille” e rischiava di essere soffocato. Nella copertina il designer Nero blk (nome d’arte di Andrea Antonucci, ndr) mi ha ritratta come la regina Anna D’Asburgo nel dipinto del 1622 di Rubens. In tutti i pezzi parlo dell’amore nelle sue tante sfaccettature, anche quello di un cane che viene abbandonato».

L’amore per suo marito Osvaldo è stato una costante nella sua vita?
«La passione e le gelosie iniziali hanno lasciato il posto nel tempo alla tenerezza. Non siamo mai stati irruenti, non ci siamo mai sbaciucchiati in pubblico, sugli yacht o in riva al mare. Il nostro è un amore intenso ma riservato».

Ognuno gira il film della sua vita. Il suo qual è stato?
«Quello di una ragazza di provincia che, a piccoli passi e non senza difficoltà, ha realizzato il suo sogno più bello: cantare».

Lei, nell’immaginario, è considerata la zia di tutti, rassicurante, vestita con l’abito della domenica…
«Quando entrai nella mia prima casa discografica, la Polydor, subito fui mandata a scuola di “trucco e parrucco” perché dicevano che un artista deve sapersi aggiustare da solo: lui solo conosce i suoi pregi e difetti fisici. Ma poi ho sempre avuto un assistente che mi aiutava a scegliere i vestiti».

Passando al “Grande Fratello Vip”: lo farebbe vedere alle sue nipotine?
«Loro sono ipnotizzate dai cartoni... Certo, se un bambino vedesse il “Grande Fratello” sentirebbe un po’ troppe parolacce (ride), ma è la società che è così. Basta andare in qualsiasi luogo pubblico e si sentono espressioni raccapriccianti. Dentro e fuori dalla tv, dovremmo prendere tutti lezioni di galateo e di rispetto per gli altri».

Cosa l’ha convinta a far parte del “GF Vip”?
«Quando Alfonso (Signorini, ndr) mi ha invitato, gli ho detto di non averlo mai visto. E lui mi ha risposto: “Meglio, così le opinioni sono più fresche”».

Che metro usa per valutare i concorrenti?
«L’istinto. È difficile comprendere il comportamento delle persone che sono costrette a rimanere insieme in un luogo chiuso. È normale che si spazientiscano. Si tende sempre a criticare questo programma, ma in realtà dà molti messaggi positivi. Pensiamo a Giovanni Ciacci, che ha sensibilizzato sull’Hiv. E dopo il caso di Marco Bellavia, è stato affrontato il tema della malattia mentale. Chi non conosce una persona che vive situazioni di disagio? Io stessa ho attraversato momenti difficili».

Per la sua esperienza, qual è il modo migliore per superare un momento complicato della vita?
«Serve una famiglia forte alle spalle. E se questa non c’è, si deve poter contare su una persona cara: io ho avuto mio marito sempre al mio fianco. Ma bisogna anche chiedere aiuto agli specialisti. Il momento più doloroso l’ho vissuto quando è morto Luigi Tenco, perché citò una mia canzone nel bigliettino che aveva lasciato prima di morire. Cosa aveva di diverso “Ciao amore ciao” da “Io, tu e le rose”? Era una melodia italiana anche la mia, no? Però nessun giornalista voleva più intervistarmi. Devo ringraziare a vita due direttori di allora, Antonio Lubrano di Sorrisi e Vittorio Buttafava di “Oggi”, che mi aiutarono».

Sonia Bruganelli ha dichiarato che dietro le quinte lei non è molto magnanima come sembra…
«(Sorride). Con Sonia siamo in ottimi rapporti. Ognuna di noi dice la sua, col massimo rispetto reciproco».

Nella Casa c’è qualche “gieffino” che ha carisma più di altri?
«Il pugile Luca Salatino, ma anche Daniele Dal Moro e Alberto De Pisis».

Al di là del caso di bullismo nei confronti di Bellavia, quale storia l’ha più colpita per ora?
«La malattia della mamma di Luca Salatino. E poi l’amore immenso della madre di Elenoire Ferruzzi, che ha scalato ogni ostacolo per difendere la sua creatura».

Tornando al cofanetto, lei conserva i suoi ricordi?
«Sono un’accumulatrice seriale! La mia casa è piena di scatole, biglietti, regali, vasi, quadri e mobili antichi. Non butto via niente».

Ci dica la verità: è già al lavoro sul “tormentone” della prossima estate?
«Intanto a dicembre esce un nuovo libro di ricette. Per la hit estiva ho chiesto a Hell Raton e Rovazzi. Vedremo…».

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