Pinguini Tattici Nucleari: «Questa amicizia è più forte di ogni paura»

Il gruppo rivelazione di Sanremo ha dovuto mettere in pausa la musica ma non ha rinunciato a prendersi in giro via chat

I Pinguini Tattici Nucleari
7 Maggio 2020 alle 08:55

Una risata ci salverà. Lo abbiamo imparato in molti durante questo periodo. E lo sanno bene i Pinguini Tattici Nucleari, che fanno dell’ironia una missione. La band rivelazione di Sanremo era pronta alla sua consacrazione, il primo tour nei palazzetti, quando ha dovuto fermarsi. «Già alla prima data cancellata abbiamo capito che non saremmo più partiti» racconta Riccardo.

«All’inizio siamo impazziti, per noi era un tour simbolico, entravamo nel mondo dei “grandi” dopo una lunga gavetta». Era tutto pronto: «Stavamo facendo le prove definitive, sul palco già allestito» spiega Elio. «Ora il tour è fissato per ottobre, ma viviamo alla settimana. Per noi è una luce di speranza ma non ci pensiamo troppo».

Così i sei ragazzi bergamaschi hanno messo da parte la musica e sono tornati a casa con fratelli, sorelle e genitori. Lorenzo è l’unico che convive con la sua compagna, lontano dai suoi. «Si sono ricreati profondi legami famigliari, non è banale» dice Elio.

La famiglia dei Pinguini, invece, è divisa per la prima volta. «Da quando ci conosciamo non è mai passato nemmeno un mese senza vederci» dicono. «Ma la nostra amicizia è intatta, abbiamo una chat di WhatsApp dove ci prendiamo in giro» dice Elio. «Ma suonavamo insieme tutti i giorni, quindi avremo bisogno di riscoprire la nostra affinità» aggiunge Riccardo.

I ragazzi, però, non si sono dati per vinti, e hanno lanciato in radio il singolo “Ridere”. Con un video realizzato con l’aiuto dei fan. «Abbiamo chiesto a tutti di mandarci degli scorci di vita che ci portassero il buonumore» spiega Riccardo. «Sono arrivati più di 3 mila video».


I fan si sono fatti trovare preparati: «Il video è pieno di citazioni di cose che facevamo anche anni fa, come le due ragazze che suonano il flauto col naso» spiega Elio. «Il flauto col naso è un’arte antica, lo suonava già Giulio Cesare!» aggiunge Riccardo, scatenando l’ilarità di tutti. Tra i Pinguini c’è una sintonia totale sull’umorismo: «Il “nonsense” è la cosa che ci diverte di più» dice Elio. «Non ci prendiamo mai sul serio» aggiunge Matteo. «È fondamentale ridere anche in una situazione tragica» dice Simone.

Riccardo, che è l’autore di tutte le canzoni dei Pinguini, non si è sentito obbligato a comporre nuovi pezzi: «Non credo nella scrittura con il tempo di cottura, deve venire l’ispirazione, e stando chiuso in casa non la trovo facilmente: dovrei scrivere canzoni sul calorifero?» dice sorridendo. «Posso al massimo crogiolarmi nei ricordi della mia adolescenza, ma la vita è un’altra cosa».

I ragazzi sanno già cosa faranno quando torneranno alla normalità: «Una coppa gigante in gelateria» è il primo desiderio di Lorenzo. «Un nuovo tatuaggio» quello di Elio. «Sono stufo di farmi tagliare i capelli da mia sorella» dice Simone. «A chi lo dici, io ho pure le doppie punte» dice Nicola «e mi manca salire sul Monte delle Tre Croci a contemplare la vista su Bergamo».

Matteo è ancora più romantico: «Voglio rivedere la mia ragazza per farle capire che possiamo recuperare il tempo perduto» E Riccardo? «Non vedo l’ora di tornare a Milano, anche se Bergamo è l’amore della mia vita».


La loro amata città, a cui hanno dedicato anche una bellissima canzone, è stata duramente colpita: «Abbiamo vissuto la paura per i nostri zii e nonni, e abbiamo detto addio a un nostro grande amico musicista che non ce l’ha fatta» dice Riccardo, a nome di tutti. «Ma crediamo nel valore dell’ironia, che non significa ridere di una tragedia ma guardarla dall’esterno, come diceva Pirandello. Cerchiamo di utilizzare questo tempo per ragionare su noi stessi e ampliare i nostri orizzonti culturali. È un periodo terribile ma che ci consente di capire i veri valori, proprio come questa amicizia messa alla prova dalla distanza».

E poi c’è l’orgoglio di una città che ha saputo reagire: «Sono fiero della mia gente, delle tantissime iniziative nate dal basso» dice Elio. «E di mia mamma che lavora in ospedale fin dall’inizio, quando sembrava un’emergenza impossibile da affrontare».
Quando si ripartirà, saranno pronti? Glielo chiedo e loro ridono. Senza mettersi d’accordo, dicono tutti la stessa cosa, una frase del film “Grosso guaio a Chinatown”: «Siamo nati pronti».

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