Dagli U2 ai Radiohead, dalle Spice Girls ai Daft Punk, dieci dischi usciti nel 1997 che hanno lasciato il segno nella storia della musica internazionale
Nel 1997 era normale vedere camicione di flanella a quadri, gonne in tartan, trekking-lite in discoteca, pantaloni a vita alta, serie infinite di braccialetti di plastica, i cardigan e molto altro. Un po' quello che anche oggi passa per strada, anche se rivisitato e modificato. E in musica? Cosa ascoltavamo a soli tre anni dalla fine del millennio?
Sono molti gli artisti che nel 1997 hanno pubblicato pubblicano i loro migliori dischi e che forse oggi abbiamo perso di vista. Ecco qui selezionati per voi 10 album usciti 20 anni fa, entrati nella colonna sonora di migliaia di vite.
Tra i big del pop internazionale ancora in attività spiccano gli U2 con «Pop» e i Depeche Mode con «Ultra». In lista anche meteore ormai dimenticate come Chumbawamba, Backstreet Boys e Spice Girls. Per chiudere, anche nomi più vicini al rock come Blur e Radiohead. La scelta è stata difficile, ma di sicuro ne è valsa la pena.
The Verve - Urban Hymns
Richard Ashcroft stellare al terzo disco scrive l'inno di fine millennio del pop britannico: «Bitter Sweet Symphony» è il manifesto di una generazione che ha amato Beatles, i Mod e i Rolling Stones (gli archi sono infatti campionati da una canzone di Mick Jagger e compagni), ma che non aveva ancora avuto un'alternativa da spendere al brit pop di Oasis e Blur.
Oltre a questo iconico sigolo, nel disco sono presenti anche altri pezzi memorabili come "The Drugs Don't Work" e "Lucky Man". Ancora oggi tiene stupendamente il passare del tempo. Stilosissimi Verve.
Backstreet Boys - Backstreet's Back
Secondo disco dei Backstreet Boys che insieme a East 17 e Take That rivitalizzano il mercato e la moda delle boy band dei Novanta. Il lavoro del gruppo americano contiene fra l'altro i singoli «Everybody (Backstreet's Back)» e «As Long as You Love Me» e insieme al successivo «Millennium» rappresenta il punto di massima creatività del combo, che comunque prosegue l'attività ancora oggi.
Canzoni che ad ascoltarle vent'anni dopo hanno perso un po' di contesto e che probabilmente dicono qualcosa solo alle migliaia di "aficionade" di quegli anni. A prescindere: Backstreet, all right!
Chumbawamba - Tubthumper
Inno generazionale anche questo disco dei Chumbawamba, che da piccola band punk-rock anarchico formatasi nel lontano 1982 diventa nel giro di pochi mesi uno dei nomi più frequenti nelle classifiche di mezzo mondo. Il singolo «Tubthumping» che dà il nome all'album vola infatti al top delle hit inglesi, australiane, canadesi, irlandesi e pure italiane.
La particolarità del lavoro è che se pur pubblicato da una major, contiene testi che parlano di problemi sociali da un punto di vista molto contrario a quello del governo del tempo. Il gruppo si è sciolto nel 2012.
U2 - POP
Nono album da studio per il gruppo di Bono Vox, che divide il pubblico fedele al sound rock wave degli esordi per l'uso massivo di suoni elettronici. Tra i singoli più famosi «Discothèque», «Staring at the Sun» e «Mofo».
Il disco ha avuto comunque molto successo, grazie anche alla ballad «If God Will Send His Angels», utilizzata come colonna sonora del film «City of Angels» con Nicolas Cage e Meg Ryan. Ad ascoltarlo oggi non sorprende più come vent'anni fa, ma conserva in alcuni punti il suo fascino. Forse l'ultimo piccolo grande disco degli U2.
Spice Girls - Spiceworld
Versione maschile dei Backstreet Boys, le Spice Girls escono con il secondo disco dopo l'esordio «Spice» dell'anno precedente e in due settimane vendono quasi un milione e mezzo di copie. Il gruppo di Geri Halliwell e amiche rivoluziona la moda, l'atteggiamento delle ragazze e la musica pop della fine del millennio.
Nell'arco di pochi anni verrà dimenticato, ma la carica che hanno i migliori singoli del lavoro ("Spice Up Your Life" e "Too Much") non perde colpi, anche dopo quattro lustri. Uno sfrontatissimo e speziato "come eravamo" negli anni Novanta.
Radiohead - OK Computer
Terzo album per la band di Thom Yorke, che diventa uno dei manifesti dello zeitgeist di fine millennio, insieme alle riflessioni bristoliane dei Massive Attack. Il capolavoro del gruppo di Oxford è una riflessione sulla decadenza del tempo e chiude di fatto la stagione dell'ottimismo e della spensieratezza del brit pop, aprendo le porte per la sperimentazione e del mix di sonorità della decade successiva.
Fra i singoli di maggior successo «No Surprises», «Karma Police» e «Paranoid Android». Il disco è stato nominato da moltissimi critici musicali come uno dei più grandi album rock di sempre. Basilare ancora oggi.
Daft Punk - Homework
L'esplosione del suono french touch con influenze funk, Detroit, New York e Chicago jack. Il suono dei due giovani parigini Bangalter e de Homem-Christo non ancora mascherati da robot invade le discoteche di tutto il mondo.
Un esordio che apre le porte al successo internazionale e all'esplosione della moda danzereccia francese (vi dice niente il nome David Guetta?). Fra i singoli di maggior successo «Around the World» (storico il video di Gondry), «Alive» e «Da Funk».
Depeche Mode - Ultra
Dopo quattro anni di silenzio i Depeche Mode fanno vedere che non hanno ancora perso la carica e tornano con uno dei dischi più interessanti della parte finale della loro carriera.
«Ultra» prende una direzione nuova rispetto alle influenze gospel di «Songs of Faith and Devotion» e dopo la dipartita dal gruppo di Alan Wilder e i problemi di tossicodipendenza del cantante Dave Gahan, riporta il trio al successo, ottenendo consensi sia in patria che fuori. Fra i singoli di maggior successo «Barrel of a Gun», «It's No Good», «Home» e «Useless».
Blur - Blur
La faccia "buona" del brit pop, che si oppone a quella "cattiva" degli Oasis, cambia tono e va a parare su un rock più influenzato dalle band indie americane.
Fine dell'idillio e della spenseratezza dei primi quattro dischi, il quinto album dei Blur propone scariche del livello di «Song 2» (uno dei singoli più suonati de gruppo) e momenti più riflessivi con il midtempo rock di «Beetlebum» e «Death of a Party». Uno degli album più rappresentativi del decennio.
The Notorius B.I.G. - Life After Death
Parlare dei Novanta senza menzionare l'hip-hop è impossibile. Nel 1997 esce postumo il secondo album del rapper americano The Notorius B.I.G., ucciso due settimane prima dell'uscita del disco in uno scontro a fuoco. Il disco raccoglie il meglio della crema east coast del tempo (Jay-Z, Puff Daddy, D.M.C., Lil' Kim e molti altri) e diventa in breve tempo un classico del genere gangsta.
Nella prima settimana vende circa settecentomila copie e dopo poco raggiunge il primo posto nella classifica di Billboard. Un'intramontabile testimonianza presa come punto di riferimento da molti producers e cantanti anche dopo vent'anni. Titolo quantomeno profetico, no?
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