Elvis Presley, dieci canzoni fondamentali del Re del rock ‘n’ roll
Nel corso della carriera Elvis ha interpretato brani rock 'n' roll e ballate, diventando la più celebre icona musicale. Ecco dieci canzoni fondamentali
Elvis Presley, ?The King?, non ha ottenuto questo soprannome casualmente: è la figura musicale americana più importante del secolo scorso e la sua influenza è andata oltre la musica. A fine anni cinquanta i suoi dischi sono stati il più grande successo commerciale di tutti i tempi, con presenza costante nelle classifiche ogni settimana. Ha saputo cantare e interpretare tutto, dal rock and roll alle ballate, dal pop al blues e perfino il gospel, ma soprattutto il suo look, la sua sensualità e l'energia delle performance lo hanno reso uno standard dell'immaginario musicale.
Il ciuffo, l'abbigliamento, l'atteggiamento spavaldo e provocante hanno fatto di lui una star a tutto tondo, partecipando anche a decine di film. Esce venerdì 6 aprile la colonna sonora del documentario «Elvis Presley: The Searcher», diretto da Thom Zimny, che contiene immagini inedite della vita di Elvis facendo luce sulla singolare visione musicale dell'artista in tutta la sua complessità.
Il disco include 18 brani tra i più famosi di Elvis, le sue incredibili performance live e versioni alternative di canzoni note riadattate per lo schermo. Vogliamo celebrare anche noi la carriera del Re attraverso alcune delle sue canzoni fondamentali, che lo hanno reso un vero e proprio oggetto di venerazione per milioni di fan.
«My Happiness»
Il 18 luglio 1953 Elvis Presley, un ragazzo poverissimo del Mississippi che lavora come camionista, decide di registrare due canzoni in uno degli studi più celebri di Memphis, la Sun Records. I brani che registra, al prezzo di 4 dollari, sono «My Happiness» e «That's When Your Heartaches Begin», stampati poi su un vinile che intende regalare a sua madre.
Il giovane Elvis aveva iniziato a cantare in chiesa e nel tempo libero cerca di imparare a suonare la chitarra; senz'altro in quell'estate del 1953 si reca alla Sun Records non solo per fare un regalo alla mamma Gladys, ma anche nella speranza di essere notato dal produttore Sam Phillips. A gennaio 2015 Jack White (dei White Stripes) si è aggiudicato questo primo vinile di Elvis, per la cifra di 300.000 dollari.
«That's All Right»
Ci sono diverse teorie sulla data di nascita del rock and roll; per molti è il 5 luglio 1954, giorno in cui Elvis incide la propria versione di «That's All Right». Già l'anno precedente la segretaria della Sun Records Marion Keisker si era appuntata il nome di Elvis, come ?buon cantante di ballate?. Aveva ripetutamente chiesto al giovane cantante a chi somigliasse vocalmente, ma lui aveva risposto «non somiglio a nessuno».
Il boss della Sun Records Sam Phillips finalmente si accorge di lui e in quel 5 luglio 1954 rimane sbalordito dall'energia e dallo stile con cui Elvis sta improvvisando su «That's All Right». Chiede ai tecnici di registrare immediatamente e ha in mano il suono che stava cercando, «un bianco che canta come un nero».
«Heartbreak Hotel»
Nel 1956 Elvis passa dalla Sun alla RCA, una mossa voluta dal suo manager, il Colonnello Tom Parker, che riesce ad aggiudicarlo alla nuova casa discografica per 40.000 dollari. Il primo singolo per la RCA è una cover di «Heartbreak Hotel», scritta l'anno prima da Tommy Durden e Mae Boren Axton. Ma gli stessi autori dichiareranno di non aver riconosciuto inizialmente il brano, tanto Elvis ne aveva cambiato il tempo, il testo, il ritmo delle parole e il suono generale.
Questa diventerà la caratteristica di Presley, che in sala di registrazione lascia esprimere tutta la sua energia travolgente, modificando i brani che gli vengono affidati e rendendoli suoi. La canzone diventa un enorme successo e rimane per otto settimane al primo posto in classifica.
«Blue Suede Shoes»
Uno dei primi brani che la nuova casa discografica fa incidere ad Elvis è una cover di «Blue Suede Shoes» del cantante rockabilly Carl Perkins. L'origine della canzone deriva da una frase di Johnny Cash, che chiese a Perkins provocatoriamente perché non scrivesse una canzone sulle scarpe. Il cantante si ispirò ad un episodio reale, in cui un ragazzo chiedeva alla propria compagna di ballo di stare attenta a non calpestargli le scarpe di pelle blu.
Il grandissimo successo della versione di Elvis ha aiutato tra l'altro finanziariamente Perkins, all'epoca in ospedale per un brutto incidente stradale e con tre figli a carico.
«Don't Be Cruel»
Uno dei brani più famosi di Elvis, inserito spesso nelle classifiche dei migliori brani di sempre, è una cover di Otis Blackwell. L'autore ha raccontato come volesse inizialmente cedere addirittura metà dei diritti d'autore, inserendo nei crediti lo stesso Presley, pur di avere il suo brano interpretato dal cantante più celebre del momento. Ma sfortunatamente aveva già ceduto la canzone per soli 25 dollari?
Elvis la interpretò naturalmente a suo modo, cambiando alcune parti, e ci vollero ben 28 registrazioni prima che fosse soddisfatto del risultato. La canzone fu tra l'altro una delle preferite dei Beatles, che spesso la suonarono nei primissimi concerti agli esordi.
«Hound Dog»
Questa canzone del 1953 è stata registrata in oltre 250 versioni, ma naturalmente quella più celebre è l'interpretazione di Elvis uscita nel 1956. Il singolo sarà il suo più grande successo, con 10 milioni di copie vendute e 11 settimane al primo posto in classifica (un record che resisterà per quasi quarant'anni).
All'epoca Elvis partecipa a diversi show televisivi ed entra nella storia lo Steve Allen Show registrato a New York: in linea con lo spirito da commedia del programma, Elvis esegue «Hound Dog» rivolgendosi a un cane vestito con cravatta e cappello. Naturalmente sapeva del grande potere della televisione per entrare nel cuore della gente, ma in seguito ha spesso definito questa performance come la più ridicola della carriera.
«All Shook Up»
Sono poche le canzoni accreditate a Elvis, che solitamente invece reinterpretava a suo modo brani di altri autori, ma una di queste è «All Shook Up». Come ha spiegato lui stesso in un'intervista del 1957: «non ho mai avuto un'idea per una canzone, forse solo una volta. Sono andato a letto, ho fatto un sogno strano e mi sono svegliato tutto scosso. Ho telefonato a un amico per raccontarglielo e in poche ore aveva una nuova canzone, "All Shook Up"».
Anche in questo caso il brano sarà un grande successo, che vanta diverse cover negli anni, tra cui i Beatles agli esordi e Billy Joel nel 1991 per il film Honeymoon In Vegas.
«Are You Lonesome Tonight?»
Tra il 1958 e il 1960 Elvis viene chiamato per il servizio militare, passando appunto due anni in Germania Ovest come soldato. Dato il carattere rivoluzionario del rock and roll che aveva portato al successo fino ad allora, diversi genitori e gruppi religiosi americani apprezzarono l'impegno nelle armi, rispettando molto di più Elvis da lì in poi.
Al suo ritorno, ad aprile 1960 registra questa ballata (scritta addirittura nel 1926), su suggerimento del manager Tom Parker poiché era la canzone preferita di sua moglie Marie. Diventa un successo clamoroso, mostrando l'altro lato della carriera di Presley, non soltanto scatenato performer di rock and roll, ma anche tenero cantante di ballate romantiche.
«Trouble»
Per gran parte degli anni sessanta Elvis abbandona quasi completamente la carriera musicale per dedicarsi a quella da attore, prendendo parte a tantissimi film, molti dei quali non di grande qualità. Nel 1968 fa però il suo grande ritorno dal vivo con uno speciale televisivo trasmesso dalla NBC.
Il cosiddetto «Comeback special» rilancia la carriera musicale di Elvis, che non suonava dal vivo da sette anni, e lo introduce a una nuova generazione di giovani. Il concerto si apre sulle note di «Trouble», mostrandolo nuovamente come un'icona provocatoria e sensuale.
«Suspicious Minds»
Il grande successo dello speciale televisivo porta Elvis a tornare alla carriera musicale; nel 1969 registra a Memphis, con una nuova band dai suoni decisamente più soul, il disco «From Elvis In Memphis». Nel frattempo esce il nuovo singolo «Suspicious Minds», una delle sue canzoni più note che sarà l'ultima numero uno di Elvis in America. Sembrano ritornati i vecchi tempi, complice anche un concerto trionfale a Las Vegas dove ripropone il repertorio rock and roll.
Purtroppo però nel giro di otto anni Elvis morirà, spremuto dai troppi tour e sempre più dipendente dalle droghe, diventando anche in questo un emblema degli eccessi di molte star. La sua scomparsa nel 1977 nella sua villa Graceland porta migliaia di fan, come accade tutt'ora, a rendergli omaggio a Memphis.
In occasione dell’uscita al cinema del nuovo film di Baz Luhrmann, in tv il documentario sulla vera storia del ragazzo destinato a diventare il re del rock and roll