Rocco Hunt: «Vogliamo far ballare tutto il mondo»

Grazie ai duetti con l’amica Ana Mena conquista l’Europa, ma non dimentica mai le sue origini, la famiglia e Salerno

Ana Mena e Rocco Hunt
28 Luglio 2021 alle 08:19

Oggi facciamo un viaggio a Salerno, nel quartiere Pastena. Anzi, avviciniamoci al rione Zevi, per tradizione definito “A’ ciampa ‘e cavallo” per la caratteristica forma delle sue strade: viste dall’alto, ricordano il ferro inchiodato sotto gli zoccoli degli equini. In quel territorio di edilizia popolare a due passi dal mare è cresciuto Rocco Pagliarulo, in arte Rocco Hunt. Lo chiamano “Rocchino” anche se piccolo più non è, oppure “Poeta urbano” perché nelle canzoni ha sempre raccontato le sue strade e la sua gente. E poi le ha portate in cima alle classifiche in Italia e all’estero.

Rocco, ha da poco portato a Salerno, nelle sue strade, i dieci Dischi di platino ottenuti tra Italia e Spagna con “A un passo dalla luna”.
«Sì! Io vivo a Milano, ma i “simboli” dei traguardi raggiunti li lascio sempre nella mia vera casa».

Non è la prima volta.
«No. Quando ho vinto Sanremo tra le Nuove proposte nel 2014 sono tornato con il trofeo, ho fatto un concerto nel mio quartiere e ho usato i primi soldi ottenuti per aiutare a rivalutare il giardino Zevi, uno dei luoghi più frequentati dai bambini della città».

Com’è oggi?
«Un posto molto più bello».

Quando era bambino riusciva a sognare?
«No, ma a un certo punto ho sentito la voglia di fare rap. Non volevo il successo, ma solo essere il più bravo di tutti con le rime».

Quindi non diceva: «Da grande divento famoso»?
«Di certo non a 16 anni quando lavoravo in pescheria. Con i primi successi ho capito di voler essere “il rapper della porta accanto” e questo atteggiamento, con i piedi ben piantati a terra, alla fine mi ha portato lontano».

Oggi con la musica pop sta vivendo una seconda primavera professionale.
«Credo sia successo in modo naturale. I ritornelli pop li ho sempre scritti, magari per altri. Sanremo in realtà mi ha subito incoraggiato a non chiudermi in un genere, mi ha fatto capire che potevo parlare a tutti. Anche quest’anno per esempio sono tra gli autori di “Mohicani” dei Boomdabash e Baby K, che sta andando benone».

Il ritorno a casa era anche per il compleanno di papà Giovanni, vero? Ha festeggiato 50 anni ma sembra molto più giovane!
«Sì, alcuni ci confondono persino, sa? Io lo considero la versione più bella di me (ride)! C’era anche Ana Mena».

Ah, davvero?
«Sì! Ha rimandato un impegno di lavoro in Spagna perché ci teneva a festeggiare con noi. Siamo molto amici».

È per questo che siete tornati a duettare in “Un bacio all’improvviso”?
«Sì. Quando a settembre ho visto che il pubblico era impazzito per “A un passo dalla luna” le ho chiesto subito se voleva rituffarsi in una nuova avventura. Lei ha detto all’istante di sì».

Cosa differenzia “Un bacio all’improvviso” da “A un passo dalla luna”?
«Beh, lo scorso anno abbiamo proposto una pura bachata. Questo brano invece è molto più ballabile: è un “bachatón”, un genere che mixa le sonorità portoricane con quelle di Santo Domingo».

Il brano impazza, ma anche la soap “Ada e Ana”. Una telenovela, si fa per dire: secondo i suoi fan, sua moglie Ada sarebbe gelosissima di Ana.
«Mia moglie è supergelosa, ma non di Ana: loro in realtà si vogliono bene. Alla festa di papà hanno cenato e ballato insieme per tutta la sera».

A parte gli scherzi, Rocco, lei ha 26 anni e ha già una famiglia bellissima.
«Mi fa piacere che si veda anche se non ne parlo molto sui social. Sono un po’ orso come lo era Pino Daniele, un uomo riservato che amava la sua famiglia senza dirlo sempre ad alta voce».

Parliamo di suo figlio Giovanni: si chiama come il nonno ed è stupendo.
«Grazie! Il nostro “progetto famiglia” però è appena cominciato. Ieri, mentre giocava con dei bambini, ha visto un amichetto che accarezzava il fratellino, così gli ho chiesto se volesse un fratello o una sorella. E mi ha risposto: “Tutti e due”. Se lo dice lui...».

Cosa farà questa estate?
«Continuerò a fare il pendolare tra Italia e Spagna. Ormai lì la mia musica gira tanto in radio e ci invitano in tutti i programmi tv, ho pure imparato bene lo spagnolo. “Un bacio all’improvviso” è amata anche in Francia e mi hanno chiesto di tradurla per la Germania, ma non ce la posso fare a cantare in tedesco così ho detto no. A settembre invece presenterò in Spagna un mio brano solista».

Quale?
«“Ti volevo dedicare”, un pezzo che mi ha portato fortuna nel 2019 e sarà in versione spagnola. È bello che la mia musica vada così lontano».

Dal rione Zevi di Salerno all’Europa, si rende conto?
«Non aver mai bruciato le tappe mi aiuta a non perdere la testa. Quando da piccolo non hai nulla vivi nel disagio ma hai anche voglia di immaginare una vita migliore. Io l’ho creata con la musica».

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