È in pausa estiva dalla tv, ma resta impegnato in radio. E intanto consiglia ai lettori di Sorrisi le canzoni da non perdere
La musica non va in vacanza, anzi proprio in estate trova la sua stagione migliore, tra tanti tormentoni che rallegrano le giornate. Lo stesso fa Rudy Zerbi: per tutto il mese di agosto il coach di “Amici” e giudice di “Tú sí que vales” è al lavoro per dedicarsi all’altro suo grande amore, la radio. Dal 29 luglio è protagonista dell’evento “Riccione on stage”: su Radio Deejay conduce dalle 10 alle 12 le dirette dall’Aquafan di Riccione (RN). Mentre, dal 7 al 24 agosto, presenta assieme a Gianluca Gazzoli sette concerti gratuiti da piazzale Roma (sempre a Riccione). Tra i big annunciati, Alessandra Amoroso, Alfa, Coma_Cose, Francesco Gabbani, Gaia e Tananai. Accanto a loro, anche i giovani partecipanti al contest di “Riccione on stage” dedicato alla ricerca di talenti e giunto quest’anno alla decima edizione.
Rudy, quanto è utile un’iniziativa come questa per scovare volti nuovi?
«Molto. Oggi le case discografiche faticano a lanciare nuovi talenti. E anche le radio tendono a puntare più su nomi già affermati. Perciò dare spazio a voci inedite è un’ottima opportunità».
Da longevo coach di “Amici” che rapporto ha con gli ex allievi?
«Provo per tutti una grande empatia, quel sentimento che hai verso chi insegue un sogno e lo realizza. Maria De Filippi li scopre, noi li aiutiamo, diamo consigli, forniamo le basi perché ognuno intraprenda il proprio percorso. Svolgiamo un compito che nessun altro fa, e visto il successo avuto da molti ex allievi, da Angelina Mango ad Alessandra Amoroso ai The Kolors, direi proprio che funziona».
Tra i tanti alunni che ha avuto, ha un debole per....
«Annalisa. Lei è quella che definisco l’alunna perfetta, ha dato molta importanza alla scuola. Incarna il modello ideale di chi ha seguito con grande dedizione e riconoscenza tutto il percorso fatto».
Lei ha quattro figli. L’hanno aiutata a conoscere voci nuove?
«Sì, Edoardo, che oggi ha 15 anni, già quando ne aveva 10 o 11 mi ha portato a sentire Lazza, che allora era praticamente sconosciuto e oggi è famosissimo».
Da professore a papà, che soddisfazioni le hanno dato invece proprio i suoi figli?
«Sono orgoglioso che abbiano imparato il rispetto verso gli altri e verso qualsiasi diversità, culturale e religiosa. Sono rigoroso sui valori primari, sui dogmi dell’educazione. Ho anche imparato molto da loro. I miei ragazzi sono come un albero con tanti rami, fonte di enormi stimoli».
Oggi sono numerose le collaborazioni tra artisti nei tormentoni estivi. Che ne pensa?
«I duetti possono essere molto efficaci ma anche noiosi. Tutto dipende dall’alchimia che c’è tra i due artisti. Quella tra Annalisa e Tananai in “Storie brevi” è un esempio di collaborazione azzeccatissima».
Ha lavorato anche come discografico, conoscendo bene i grandi nomi della musica. Ricordi particolari?
«Tantissimi. Porto nel cuore l’ironia inaspettata ed esplosiva di Franco Battiato, che imitava benissimo Patty Pravo. Non posso dimenticare la creatività di Renato Zero, l’emozione di vederlo truccarsi da solo prima di un’esibizione. E poi l’umiltà e l’amore per la gente di Gianni Morandi, il senso dell’umorismo e l’ingenuità di Ornella Vanoni. Solo per citarne alcuni...».
Indaghiamo sui suoi gusti musicali: cominciamo dalla canzone d’amore più bella.
«Non una ma tre: “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, “La cura” di Franco Battiato, “La costruzione di un amore” di Ivano Fossati».
La più struggente?
«“Sally” di Vasco Rossi per struttura del brano e interpretazione».
Il brano dedicato ai figli?
«Un pezzo di Ron poco conosciuto ma meraviglioso, che consiglio a tutti di ascoltare: “Joe temerario”».
E il tormentone estivo?
«“Mare mare” di Luca Carboni, sembra un brano disincantato ma è un quadro perfetto per descrivere il viaggio verso le vacanze».
Tre artisti che bisognerebbe assolutamente conoscere?
«Direi Lucio Battisti, Gino Paoli e Francesco De Gregori».
La popstar più affascinante?
«David Bowie. La sua è stata una vita straordinaria, ha sperimentato davvero tutto e ha avuto mille stimoli e interessi, dalla moda all’arte fino alla filosofia».
Il concerto indimenticabile?
«La tappa a Torino del “Bad World Tour” di Michael Jackson nel 1988. Solo a pensarci mi vengono i brividi».
Sia la Liguria, dove è cresciuto, sia l’Emilia-Romagna, dove ha lavorato spesso, sono state una fucina di grandi star della musica. Lei per quale delle due “scuole” musicali simpatizza?
«Se si parla di musica, sono onnivoro, posso ascoltare Ivano Fossati e i Lunapop senza problemi. Ma voglio sfatare il mito dell’emiliano e del romagnolo sempre allegri. Anche loro hanno dei momenti tipici dei liguri, di nostalgia, sentimento, depressione. Tant’è che Lucio Dalla cantava “Attenti al lupo” ma anche “Mambo”. Così come Samuele Bersani è autore di “Freak” e “Giudizi universali”».
Ma che cosa rappresenta Riccione per lei? Ci si è affezionato?
«Chi ama visceralmente la Liguria come me pensa che non potrà mai tradirla con un’altra regione. La prima volta che mi hanno mandato a Riccione, ho pensato: “O no, eccomi nella movida, nel caos...”. Invece mi ci sono affezionato tantissimo, oggi è un luogo dove mi sento a casa, con un entroterra stupendo, un posto di vacanza ideale».
E le sue di vacanze?
«A Riccione (ride)! Scherzi a parte, sono felice, odio il caldo e le vacanze estive non mi mancano».