Lo possiamo chiamare «trapper», ma è molto di più. Nel 2017 ha partecipato a Pechino Express con Boss Doms e oggi è pronto a portare la sua musica sul palco dell'Ariston

Se Achille Lauro vi risulta un nome nuovo, è venuto il momento di recuperare le informazioni mancanti o assenti: stiamo parlando di uno dei prossimi protagonisti di Sanremo 2019, che parteciperà con il brano «Rolls Royce». Al di là del Festival e dell'esordio tv con Pechino Express - ha partecipato con Boss Doms nel 2017: «i compositori» si sono fatti ricordare con il loro atteggiamento determinato e irriverente, arrivando poi terzi nella gara finale - Achille è uno dei più noti rappresentati della trap in Italia: Lauro De Marinis (questo è il suo vero nome) ha 630 mila fan su Instagram, i suoi videoclip su YouTube hanno ottenuto oltre 50 milioni di visualizzazioni e nell'ultimo mese su Spotify ha raccolto con i suoi pezzi oltre un milione di ascoltatori.
Attenzione: piace tanto ai giovanissimi ma alcuni brani del passato e sono «explicit», quindi non adatti ai bambini.
La storia di Lauro è fatta di sopravvivenza, di esperienze difficili vissute sulla pelle, ogni singola parola dei suoi brani è l'espressione dei suoi tormenti, diventati poi con fatica successi. Nato nel 1990 a Roma, è cresciuto grazie agli amici che lui stesso definisce «ragazzi madre». Chiama così i compagni della strada, i riferimenti unici che l'hanno accompagnato verso la salvezza, non senza incidenti di percorso.
«Ragazzi madre» è anche il titolo del suo primo album di grande successo, arrivato al disco d'oro con oltre 25 mila copie vendute. La sua originalità emerge già in questo suo disco del 2016, identità forgiata dall'amico e produttore Boss Doms (Edoardo Manozzi). Quest'ultimo ha un background lontano dal rap e più vicino alla musica elettronica, così tanto da allontanare Achille Lauro dall'etichetta "hip-hop", categoria di genere che oggi più che mai ad Achille Lauro sta stretta e per questo rifiuta.
Non è un caso che i suoi brani più ascoltati di sempre su Spotify siano quelli del suo album meno stretto nella trap, «Pour L'amour», il suo (ottimo) quarto album di inediti uscito il 22 giugno del 2018. Lì, condensa e chiarisce bene la speciale direzione dell'artista, più «clean» nel linguaggio ma non meno denso di contenuti.
Se non vi piace in generale la trap, sappiate che con Achille Lauro il divertimento è assicurato. Lui definisce il suo genere "samba trap": come dice il nome stesso, cerca di smuoversi dai beat rallentati di questo sottogenere del rap, rendendo le atmosfere più "carnevalesche" e ballabili.
Da sempre ama le collaborazioni, infatti in questi anni di carriera (ha cominciato nel 2012 con l'Ep «Barabba») ha lavorato al fianco di rapper come Clementino, Rocco Hunt, Marracash (l'ha prodotto nella sua etichetta Roccia Music) il clamoroso Gemitaiz, Fred De Palma, Coez e di recente ha lavorato anche con Anna Tatangelo per una versione remix di «Ragazza di periferia».
Con «Lady Tata» ha di fatto abbracciato in modo del tutto esplicito il popolare, riuscendo comunque a non deludere la maggior parte dei suoi fan.
Secondo le dichiarazioni di Achille Lauro, il materiale prodotto durante la realizzazione del suo ultimo album «Pour L'Amour» è abbastanza ricco e di valore per coprire tre potenziali album. Da quei pezzi registrati pare ci sia tanta buona musica ancora da ascoltare, forse anche dopo Sanremo. Siamo certi che di lui se ne sentirà parlare molto: prima, durante e dopo il Festival. Quando passa, Achille Lauro divide e lascia il segno.