Riviviamo insieme le edizioni di 10, 20, 30, 40, 50 e 60 anni fa

Riviviamo insieme le edizioni del Festival di Sanremo di 10, 20, 30, 40, 50 e 60 anni fa.

1959 - Jula, che scandalo!
Un anno dopo il trionfo di «Nel blu dipinto di blu», l’edizione del 1959 consacra una nuova generazione di cantanti: per la seconda volta di fila vincono Domenico Modugno e Johnny Dorelli (a quei tempi ogni brano veniva interpretato da due diversi artisti): stavolta con «Piove (Ciao ciao bambina)», nonostante le critiche di molti giornalisti. A condurre il Festival dal Casinò di Sanremo, per la prima e unica volta, è Enzo Tortora, ai tempi 30enne. Tra i brani in gara «Nessuno», delle esordienti Betty Curtis e Wilma De Angelis: diventerà una hit cantata da Mina. Fanno scandalo l’esibizione e il look di Jula De Palma, ritenuta troppo sensuale per la tv mentre canta «Tua» nella prima delle tre serate.

1969 - Arriva Lucio
L’edizione del 1969 fa tremare i vertici della Rai: a pochi passi dal Casinò, infatti, si tiene il cosiddetto «Controfestival» organizzato da Dario Fo e Franca Rame come forma di protesta anti-borghese. La città viene presidiata dalle Forze dell’ordine, anche se alla fine non si verificano scontri. In gara, per la prima e ultima volta, c’è il 25enne Lucio Battisti (1943-1998, sopra) con la canzone «Un’avventura», che arriva soltanto nona. L’edizione, che doveva essere ricordata per la gioventù del cast (tra gli esordienti anche Nada con «Ma che freddo fa»), viene invece vinta da una coppia di veterani, Bobby Solo e Iva Zanicchi, entrambi al loro quinto Festival, con «Zingara», diventata poi un classico.

1979 - La decima volta di Mike
Quella del 1979 non è tra le annate più felici di Sanremo. Dopo tre edizioni organizzate da Vittorio Salvetti (il patron del «Festivalbar») torna Gianni Ravera, che cerca di riportare l’evento al passato. Mike Bongiorno (1924-2009) conduce per la decima volta (lo rifarà poi solo un’altra volta, nel 1997), affiancato da Anna Maria Rizzoli. Tanti gli «sconosciuti» in gara. Lo scandalo è assicurato dal testo allusivo di «A me mi piace vivere alla grande» di Franco Fanigliulo. A vincere è Mino Vergnaghi con «Amare» e un look definito da Mike Bongiorno «da giardiniere».

1989 - Jovanotti, un cowboy all’Ariston
Nell’incredibile cast di Sanremo 1989 c’è anche Jovanotti, al suo primo e unico Festival (cantò «Vasco»). La prima delle tre edizioni organizzate da Adriano Aragozzini è uno spettacolo grandioso: cinque serate e 48 canzoni in tre sezioni. Conducono quattro figli d’arte (Rosita Celentano, Danny Quinn, Gianmarco Tognazzi e Paola Dominguin, figlia di Lucia Bosè) e trionfano Anna Oxa e Fausto Leali con «Ti lascerò», anche se resta nella storia l’esibizione di Mia Martini con «Almeno tu nell’universo», che finisce nona.

1999 - Fazio incontra Gorbaciov
La prima delle quattro edizioni condotte da Fabio Fazio, curiosamente, avrebbe dovuto essere presentata in coppia... con Claudio Baglioni (proprio come il loro show «Anima mia») ma il progetto non andò in porto. Fazio, affiancato dalla top model Laetitia Casta e dal premio Nobel Renato Dulbecco, porta a Sanremo una personale e innovativa narrazione coinvolgendo anche i moltissimi ospiti internazionali. Quello che lascerà il segno più di tutti è Mikhail Gorbaciov, che sul palco elogia il Papa e tira le orecchie ai partiti. Alla fine dell’intervista, Fazio gli fa presentare Antonella Ruggiero. Quest’ultima, super-favorita, viene però battuta da «Senza pietà» di Anna Oxa. Che torna alla vittoria dopo 10 anni esatti.

2009 - Maria incorona Carta
Nell’ultima serata Paolo Bonolis, conduttore e direttore artistico, chiama al suo fianco Maria De Filippi, al primo Sanremo (tornerà nel 2017 con Carlo Conti). Ed è uno dei cantanti del suo show «Amici» a trionfare: Marco Carta porta a casa la vittoria con «La forza mia» sorpassando, grazie al televoto, il brano più discusso del Festival, «Luca era gay» di Povia. Bonolis riesce a riportare Sanremo a grandi ascolti (la finale supera il 54% di share). E tra i Giovani vince una bizzarra emergente potentina, Arisa con «Sincerità».