Il conduttore delle notti sanremesi su Raiplay è venuto a trovarci in redazione a Sanremo, entusiasta per questa sua avventura assieme a Myss Keta e Valerio Lundini
È stato Amadeus a scegliere Nicola Savino per “L’Altro Festival” e Fiorello a svelare la notizia durante il suo show “Viva Raiplay!”. «Ama è sempre stato Ama e Fiore sempre Fiore» dice Nicola.
Sono i suoi due “fratelli maggiori”, così li chiama da 30 anni, da quando, poco più che ventenne, arrivò a Radio Deejay per fare il regista. Lui stava alla console, Amadeus e Fiorello al microfono. «Per me questo è il “Festival dell’amicizia”. Non ci vediamo spesso, la vita ti divide e ti porta in altre città, però ognuno conosce il libretto di istruzioni dell’altro» racconta Savino. «Ai tempi della radio passavamo insieme non solo la giornata ma anche le vacanze, facevamo le serate in piazza, dormivamo in alberghi tremendi con i letti con le ruote: ti addormentavi in camera e ti risvegliavi in bagno!». Fra i tre Amadeus era il più tranquillo: «È sempre stato assennato e molto riflessivo, non l’ho mai visto perdere le staffe» racconta. «Sognante, ma determinato. Voleva fare il presentatore e condurre Sanremo, me l’ha raccontato tante volte».
E Fiorello? «Lui era senza freni. Ho un album con tutta una serie di foto assurde che mi ha fatto nei corridoi degli alberghi dove alloggiavamo, eravamo talmente disgraziati... Da Fiorello ho imparato a radermi senza la schiuma da barba, bastava un po’ di sapone trovato in hotel, lo faccio ancora oggi» dice.
A Sanremo Savino conduce per cinque sere (o meglio, notti) quello che una volta era il “DopoFestival” e che ora si chiama “L’Altro Festival“, trasmesso da RaiPlay (la piattaforma digitale della Rai) con ospiti fissi come la rapper Myss Keta («Lei fa l’analisi dei look più “pazzeski”, con la “kappa”, del Festival»), il comico Valerio Lundini (rivelazione del programma “Battute!” di Raidue), i cantanti Gemelli di Guidonia, il maestro Vittorio Cosma (degli Elio e le Storie tese) e i giornalisti Tommaso Labate e Fiamma Sanò. Lo studio è una sorta di club dove chi ha finito di suonare e cantare all’Ariston va a raccontarsi e, perché no, a sfogarsi.