A Sanremo è di casa, ci ha vissuto e nel 1991 è stata in gara insieme Jo Squillo con la canzone "Siamo donne"
Se c’è una donna che a Sanremo è di casa, è lei: Sabrina Salerno. «Ci ho vissuto da ragazzina per 10 anni. Il mio posto del cuore era piazza Bresca, dove stazionavo con le amiche» racconta la cantante, che è stata in gara al Festival nel 1991 assieme a Jo Squillo con “Siamo donne”.
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Cantava: «Oltre le gambe c’è di più». Sempre attuale?
«Eccome! Bisogna ribadirlo 1.500 volte al giorno. Le donne fanno ancora il doppio della fatica per raggiungere certi traguardi».
Perché Amadeus l’ha scelta, tra le altre?
«Ciascuna di noi ha un suo pubblico. Io intercetto i 35-60enni».
Per dire cosa?
«Che ogni donna, a qualsiasi età, come me a 51 anni, può sentirsi bene nel proprio corpo, essere e mostrarsi felice e sicura di sé, divertirsi».
Lei è di una bellezza...
«Prorompente, diciamolo pure, è la parola giusta. Di certo io non mi nascondo, non mi metto maglioni a collo alto perché non mi vergogno delle mie misure. La bellezza femminile per me è come la bellezza di un quadro: la guardo e mi incanta».
Sul palco dell’Ariston canterà?
«Sì».
La sentiremo intonare il suo tormentone “Boys, boys, boys” oppure ci spiazzerà con “Girls, girls, girls” dei Mötley Crüe?
«Un brano heavy metal sarebbe un bel cortocircuito... (ride). Ma una cosa è certa: ci saranno sorprese».
Le dà fastidio essere definita tuttora “icona e sex symbol” degli Anni 80?
«Ormai non ci faccio caso, anzi ottimizzo le definizioni e le giro a mio favore. Ma mi piaccio di più adesso che negli Anni 80».
Oggi è moglie e madre.
«Metto la stessa grinta in famiglia come nella musica. A volte è una lotta».
Suo marito Enrico Monti fa un passo indietro?
«Quando sotto i riflettori ci sono io, sì. E lo stesso faccio io, nelle sue occasioni di lavoro, è naturale».
Porterà anche suo figlio Luca Maria a Sanremo?
«No, perché Luca ha 15 anni e va al Liceo classico. Non può permettersi di perdere giorni di scuola».