Sanremo 2018: il primo ascolto delle 20 Canzoni dei Campioni

Claudio Baglioni ha fatto sentire alla stampa tutti i brani in gara. Ecco le nostre prime impressioni

Claudio Baglioni arriva negli studi fotografici di Sorrisi per la foto con i «suoi» cantanti. Qui è tra Luca Barbarossa, Max Gazzè e i The Kolors  Credit: © Pigi Cipelli
18 Gennaio 2018 alle 17:00

Anche quest'anno si riconferma la tradizione inaugurata da Fabio Fazio: la stampa viene chiamata a raccolta a Milano, negli studi della Rai, per ascoltare in anteprima i brani in gara del Festival di Sanremo. Oggi a presentare le canzoni è stato lo stesso Claudio Baglioni, in diretta da Roma: non ha potuto essere presente di persona perché si sta ancora riprendendo da una brutta influenza.

«La nostra linea guida è stata quella di privilegiare artisti che avessero una riconoscibile carriera musicale alle spalle, rispetto a proposte che erano arrivate da attori o altri professionisti dello spettacolo» ha spiegato Baglioni nell'introduzione. «Avremmo avuto almeno altre 20 canzoni perfette per la gara, infatti avevo proposto di fare un Festival di due settimane... per fortuna non mi hanno dato retta» ha poi scherzato.

«Ce l'abbiamo messa tutta per presentare una rassegna di canzoni che parlassero dell'avventura e della disavventura della vita, come noterete nei testi» ha aggiunto Baglioni. «Sappiamo che un lavoro di selezione non potrà mai soddisfare tutti, ma dopotutto anch'io al mio primo provino esattamente 50 anni fa ricevetti come responso: “Tanto questo non farà niente”».

All'introduzione di Baglioni è seguito l'ascolto dei brani del Festival. Ecco le nostre prime impressioni e descrizioni. Sono indicati, a seguire, anche i primi duetti annunciati da Baglioni per la serata del venerdì.

Sanremo 2018: il primo ascolto

Annalisa con «Il mondo prima di te» presenta un brano pop tra i più radiofonici di quest'anno, dal testo suggestivo per quanto inafferrabile, che fa leva su un arrangiamento contemporaneo e sulla voce della sua interprete. Tra gli autori del brano, oltre a lei, ci sono Alessandro Raina e Davide Simonetta.

Enzo Avitabile e Peppe Servillo cantano «Il coraggio di ogni giorno», brano in cui troviamo sonorità arabeggianti e un testo che suona come un omaggio alla città di Napoli (con tanto di breve intermezzo in dialetto) e un inno alla vita delle persone comuni.

Anche Luca Barbarossa riporta il dialetto a Sanremo, nel suo caso quello romano: «Passame er sale» è un brano ispirato agli stornelli, una canzone sentimentale dove si racconta, con la poesia delle parole di tutti i giorni, un amore che le ha passate tutte ed è ancora in piedi.

Mario Biondi fa una scelta estremamente raffinata per il suo primo Sanremo: la sua canzone «Rivederti» è una ballata vecchio stile, dalle sonorità quasi jazz che si rifanno allo stile di Frank Sinatra, guidata però da una voce profonda e inconfondibile.

Una ballata orchestrale in pieno stile sanremese è quella proposta da Giovanni Caccamo con la sua «Eterno». Un brano che, come si intuisce dal titolo, parla della possibilità di un amore che vada oltre i confini del tempo e duri per sempre, senza avere bisogno di altro.

Una scelta forse inaspettata ma sorprendente quella di Red Canzian con il suo brano «Ognuno ha il suo racconto», uno dei più ritmati del Festival, non elettronico ma cadenzato da una robusta batteria rock. Il tema del brano è il percorso che ci porta ai traguardi della vita, tra ostacoli ed errori, diverso per ciascuno di noi.

È un sentito omaggio a David Bowie, e il titolo lo dice chiaramente, il brano dei Decibel, «Lettera dal Duca». È forse la compianta rockstar a parlarci, attraverso la voce di Ruggeri, per svelarci la scoperta dell'infinità che è dentro ognuno di noi, di un mondo spirituale che ci permette di superare le mediocrità della vita.

Diodato, con l'aiuto di Roy Paci (il cui apporto sonoro nei fiati del brano è prezioso), canta «Adesso». Un pezzo molto immediato in cui si parte dalla riscoperta della bellezza del mondo in contrasto con la tecnologia (si invita a liberarsi dei cellulari per guardare il cielo) e più in generale parla della necessità di vivere il presente nella sua pienezza.

Elio e le Storie Tese hanno scelto il 68° Festival per dare l'addio ai loro fan, e la loro canzone si intitola proprio «Arrivedorci», come direbbero Stanlio e Olio (citati esplicitamente nel pezzo). Il brano racconta una genesi alternativa della band (erano delle «ragazze demenziali» rapite dagli alieni che hanno cambiato loro il sesso trasformandoli in musicisti) e termina con un lunghissimo saluto al pubblico che alcuni fan potrebbero trovare persino struggente.

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con «Il segreto del tempo» raccontano una storia di amicizia: il brano è una lettera a un amico che ha perso la voglia di vivere, e lo invita a ritrovarla nei ricordi del passato. Il titolo lo spiega bene il testo: se dai tutto te stesso alla vita, allora il tempo perdonerà ogni tuo errore.

Max Gazzè in «La leggenda di Cristalda e Pizzomunno» racconta una storia del folklore pugliese: il Pizzomunno è un monolite che si trova a Vieste, e leggenda vuole che ogni cento anni si possa reincontrare con la sua amata Cristalda, trascinata in fondo al mare con le sirene. Curatissimo l'arrangiamento orchestrale, in linea con gli ultimi progetti dal vivo di Gazzè.

Primo Sanremo per i The Kolors di Stash, che per la prima volta cantano in italiano: il brano si chiama «Frida (mai, mai, mai)» (come la pittrice Frida Kahlo) ed è caratterizzato da sonorità contemporanee e da un testo in cui si l'amore viene descritto come una sfida quotidiana da vincere ogni giorno.

È la reazione al terrorismo il tema del brano di Ermal Meta e Fabrizio Moro, ben sintetizzata dal titolo «Non mi avete fatto niente». Si parte citando i luoghi dei più noti attentati degli ultimi anni e si procede con un testo pacifista contro ogni guerra, un inno alla vita che non viene interrotta dalle pretese della violenza. Nonostante il tema molto forte, il brano è musicalmente ritmato, dal retrogusto quasi folk, ed estremamente immediato.

Tra i brani più sanremesi dell'anno c'è anche quello di Noemi, intitolato «Non smettere mai di cercarmi»: si tratta di una ballata sentimentale, interpretata da Noemi col suo stile inconfondibile, che parla, però, di un amore arrivato al capolinea. Ma che non può e non deve essere dimenticato.

Anche il grande Lucio Dalla è in gara quest'anno: è interamente suo, infatti, il brano di Ron, intitolato «Almeno pensami» e interpretato dal cantante con uno stile che «omaggia» quello del compianto Lucio. La canzone racconta, con poetica semplicità, un amore dove le distanze spaziali vengono colmate dalla forza dell'amore, e basta chiudere gli occhi per ritrovarsi vicini.

«Custodire» di Renzo Rubino è uno dei brani con l'arrangiamento e il testo più ricercati di questa edizione. «Puoi custodire l'affetto nell'insolenza» propone il cantautore nel ritornello: il brano racconta una storia d'amore da salvare a ogni costo.

Esordisce quest'anno a Sanremo la band bolognese Lo Stato Sociale, e lo fa con il brano «Una vita in vacanza», il più ritmato di questa edizione, ma sotto alla sua spensieratezza c'è una satira del lavoro all'italiana (dal baby pensionato alla fashion blogger) e del sogno di una vita di nullafacenza in cui «nessuno ti dice se sbagli sei fuori».

È la voce di Ornella Vanoni a farla da padrona nel brano «Imparare ad amarsi» che presenta sul palco con gli autori Bungaro e Pacifico, a cui rimangono comunque alcune frasi del testo. È una ballata sentimentale e raffinata che, come suggerisce il titolo, invita ad amarsi. Ma anche ad ammettere quando una storia d'amore è finita. Ritorna un tema portante di questo Festival: si vive bene soltanto abbracciando le proprie emozioni fino in fondo.

Dopo 13 anni ritornano a Sanremo Le Vibrazioni, e il loro è l'unico vero pezzo pop-rock di questo Sanremo: romantico e molto radiofonico, «Cosi sbagliato» è un brano che racconta l'amore dal punto di vista di un uomo che ha fatto un errore, si sente sbagliato, e chiede di essere perdonato e abbracciato ancora.

«Senza appartenere» è, infine, il brano di Nina Zilli. Anche in questo caso è una ballata, ma non d'amore: il brano è un inno alle donne, alla loro volontà di indipendenza, un ritratto al femminile a 360° nella tradizione di «Quello che le donne non dicono», che sfiora, in un brevissimo passaggio, anche il delicato tema della violenza sulle donne.

Sanremo 2018: i primi duetti del venerdì

Le Vibrazioni con Skin

Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico con Alessandro Preziosi

Renzo Rubino con Serena Rossi

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Giusy Ferreri

Annalisa con Michele Bravi

Luca Barbarossa con Anna Foglietta

Giovanni Caccamo con Arisa

Red Canzian con Marco Masini

Elio e le Storie Tese con i Neri Per Caso

Ron con Alice

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