Sanremo 2021, il primo ascolto delle 26 canzoni in gara

Abbiamo ascoltato (una volta) tutti i brani che Amadeus ha scelto per il Festival: dominano i sentimenti, ma ci sono diverse sorprese. Ecco le prime impressioni “a caldo”

Amadeus, il conduttore e direttore artistico del 71° Festival di Sanremo. «Anzi del 70+1, mi piace definirlo, quello della ripartenza» dice  Credit: © Pigi Cipelli
10 Febbraio 2021 alle 20:00

Come è ormai tradizione, il direttore artistico del Festival di Sanremo ha presentato in anteprima ai giornalisti le canzoni in gara nella categoria dei Campioni. Amadeus ha voluto sottolineare il coraggio delle sue scelte: «Ho seguito solo le emozioni che mi hanno dato questi brani, anche rinunciando a nomi più famosi» ha dichiarato. Nei temi dei 26 pezzi in gara tornano a dominare i sentimenti, in primo luogo l’amore, ma ci sono diverse sorprese. Ecco le nostre descrizioni a caldo dopo il primissimo ascolto di queste canzoni.

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AIELLO - ORA
Il cantautore calabrese esordisce a Sanremo con una ballata autobiografica che suona come una confessione: mi sono comportato male per colpa delle mie paure. Dopo la fine di questa storia vede le foto di lei, del compagno, della figlia, e di una casa che forse era destinata a loro. Nelle sonorità, l’arrangiamento orchestrale incontra l’elettronica. Destinata a diventare di culto la frase: «Quella notte io e te, sesso ibuprofene»

ANNALISA - DIECI
La storia di un amore che non vuole finire, che si aggrappa alle ultime volte, sperando che non siano tali. Annalisa torna al Festival con una canzone pop ricca di immagini vivide di una relazione in crisi, dalle «scenate nell'appartamento» ai «baci francesi delivery». La melodia del ritornello è immediata: «Non ritorno in me ma niente panico, guarda come piove questo sabato».

ARISA - POTEVI FARE DI PIÙ
Il brano è scritto da Gigi D'Alessio, e si sente, ma la prospettiva è totalmente femminile. Al centro, una storia arrivata al capolinea perché lui, come suggerisce il titolo, poteva fare di più: non si alza dal divano, non la apprezza quando lei si trucca. Dopo averlo lasciato, racconterà a tutti che sta bene da sola e cancellerà le foto dal cellulare. «Ne avrò piena la testa, spazio sulla memoria».

BUGO - E INVECE SÌ
Tra il Lucio Battisti di “Il mio canto libero” e l’energia del primo Vasco Rossi, Bugo arriva a Sanremo in solitaria con un inno all’immaginazione contro chi, fin da bambino, ti ordina di crescere, di “stare su dritto. Nel ritornello, si canta la semplicità di un supermercato che può diventare un paradiso, si sta bene con «una birra in saldo e un poster di Celentano».

COLAPESCE E DIMARTINO - MUSICA LEGGERISSIMA
Che cos’è la musica leggerissima del duo siciliano? «Parole senza mistero, allegre ma non troppo». Colapesce e Dimartino rendono omaggio alla musica pop, quella che è in grado di portarti via dagli orrori quotidiani, quella che si canta ovunque, dalle sacrestie alle palestre, che è in grado di «tenere in piedi una festa, anche di m***a». Nel ritornello esplodono irresistibili sonorità Anni 80.

COMA_COSE - FIAMME NEGLI OCCHI
La coppia formata da Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano si dichiara amore reciproco, ma a modo suo: «Quando ti sto vicino sento che a volte perdo il baricentro» è la frase che pronunciano entrambi, e i sentimenti spesso non sono lirici passando da immagini quotidiane come il tostapane, la grattugia per il formaggio, il basilico al sole sui balconi italiani che brucia come uno sguardo amoroso. I suoni sono contemporanei, il ritmo incalzante.

ERMAL META - UN MILIONE DI COSE DA DIRTI
Introdotto da un pianoforte alla Damien Rice, il brano di Ermal Meta cresce con il passare dei minuti in modo inarrestabile. È una ballata piena di sentimento, un invito a non avere paura, e anche a tendere la mano per chiedere aiuto: «Se non riesco ad alzarti starò con te per terra». Una frase è destinata a finire su migliaia di diari: «Ti do il mio cuore a sonagli per i tuoi occhi a fanale».

EXTRALISCIO FEAT. DAVIDE TOFFOLO - BIANCA LUCE NERA
Nessuno rimarrà indifferente di fronte allo stile inusuale del gruppo romagnolo, che porta a Sanremo una strepitosa serenata folk gitana. Musa ispiratrice del brano è una cartomante: «Ora che mi leggi la mano dimmi che c'è un posto lontano» recita il testo, alla ricerca di una luce bianca e nera senza la quale è impossibile vivere..

FASMA - PARLAMI
Promosso dalle Nuove proposte 2020 ai Big di quest’anno, Fasma propone una canzone intensa dove l’indole rap si incontra con la grande tradizione della canzone d’amore italiana. L'invito del giovane artista, per tutti, è a parlarsi, a guardarsi, a baciarsi. «Sai che adoro quegli attimi in cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini». 

FRANCESCO RENGA - QUANDO TROVO TE
Potrebbe intitolarsi «Sempre» il brano di Renga: la parola ritorna più volte e segna in qualche modo il ritmo di una canzone pop stratificata. Renga descrive la città in cui vive, con il suo traffico e le sue luci, come un’entità che confonde le idee, porta la testa lontana dalle cose importanti. Ci si dimentica così di ciò che conta, che poi sono i riti di ogni giorno: «Una stanza, due sedie, la cena, un film, tu che dormi sul divano, le tue cose fuori posto».

FULMINACCI - SANTA MARINELLA
Tra ironia e romanticismo, il debutto Sanremese di Fulminacci porta in primo piano la città di Roma, definita «Una città di mare» (la Santa Marinella del titolo è una località sulla costa) ma anche «Un presepe in mezzo alle montagne». E si raccontano incontri imprevisti nel reparto superalcolici del supermercato. Si parte da un semplice accordo di chitarra acustica, ma poi l’orchestra prende il sopravvento.

GAIA - CUORE AMARO
Gaia porta il suo sangue brasiliano all'esordio a Sanremo per un pezzo da ballare, sensuale, avvolgente, destinato a diventare un successo radiofonico. Il giro di basso è travolgente, il ritornello («Il mio cuore amaro, un disordine raro, sa di un giorno lontano») entra subito in testa.

GHEMON - MOMENTO PERFETTO
Ritroviamo intatto il mix di rap, soul e funk di Ghemon, con una straordinaria sezione fiati. La canzone parla del proprio momento, quello in cui dopo aver aspettato troppo in silenzio ti viene voglia di urlare. «Se non avveri i tuoi desideri finisci a vivere di ricordi» canta Ghemon, che ci spinge a sconfiggere l'insicurezza e a non sentirci mai secondi a nessuno.

GIO EVAN - ARNICA
“Arnica” è una canzone che sfoggia un linguaggio poetico, ma legato in realtà a immagini ordinarie, in cui ciascuno si può identificare, dall'incombenza degli esami a quella dei regali di Natale. Gio Evan in questo brano fa il resoconto di una vita passata con la testa e il cuore per aria, senza compromessi. E anche se certe esperienze nella vita fanno male, lui rifarebbe tutto da capo.

IRAMA - LA GENESI DEL TUO COLORE
Filtri vocali ed effetti speciali per Irama che questa volta a Sanremo porta un pezzo così veloce e moderno da sconfinare nella dance. Le sonorità sono quasi da tormentone estivo, così come l’invito a cantare, a ballare e a piangere fino a perdere la voce. La frase da ricordare? «Colora l'anima con una lacrima».

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA - AMARE
Vola altissimo la voce di Veronica Lucchesi, che forma questo duo indipendente insieme con Dario Mangiaracina, e canta un amore che non si limita al romanticismo, ma acquista un senso più ampio: «Amare senza aver tanto, urlare dopo avere pianto, parlare senza dire niente, come il sole mi consolerà». Il ritmo è serrato, le sonorità contemporanee: sarà senza dubbio una delle sorprese del Festival.

LO STATO SOCIALE - COMBAT POP
Ed ecco un brano che rappresenta Lo Stato Sociale al 100% fin dall’introduzione “parlata” che poi diventa un rock 'n roll scatenato che piacerebbe a Edoardo Bennato. Il pezzo è una satira scanzonata della musica italiana («Ma che senso ha vestirsi da rockstar, fare canzoni pop per vendere pubblicità») non senza nostalgia delle categorie di un tempo («Non c'è più il punk per dire quanto sei fuori o il rock per litigare con i tuoi genitori»). Da evidenziare due citazioni pop: un “meme” di Aldo, Giovanni e Giacomo («Sì ma niente di serio») e del profilo di coppia che Amadeus tiene con sua moglie Giovanna su Instagram.

MADAME - VOCE
La giovanissima Madame non porta a Sanremo un vero rap, bensì una vocalità dai caratteri unici: chi conosce il suo stile lo ritroverà anche all’Ariston. “Voce” è una dedica piena di sentimento e di nostalgia («Dove sei finita amore»), nell’attesa di potersi abbracciare di nuovo, di poter dire: mi sei mancata. Lo stile, però, è contemporaneo e “urban”, con un arrangiamento incisivo fatto di filtri vocali e bassi potenti.

MALIKA AYANE - TI PIACI COSI'
È bello ritrovare a Sanremo la voce sempre straordinaria di Malika, in una canzone che ci fa venir voglia di ballare con il suo ritmo sostenuto e indomabile. Il testo è poetico e misterioso, ma ti entra subito dentro. Come dice lei stessa: «Lo senti che tremi, a che serve resistere».

MANESKIN - ZITTI E BUONI
Gli unici a portare il rock a Sanremo 2021 sono loro, i Maneskin. E prendono la missione sul serio, in un pezzo veloce pieno di chitarroni, tra psichedelia e crossover. Damiano scatenato, sia quando canta che quando “declama”: «Siamo fuori di testa ma diversi da loro». “Zitti e buoni” è un manifesto di chi vuole andare avanti facendo tesoro della propria unicità. Senza mai badare a chi parla (senza sapere cosa dice).

MAX GAZZÈ E LA TRIFLUOPERAZINA - IL FARMACISTA
Si parte con una citazione di “Frankenstein Junior”, una frase (“Si può fare!”) che ritroveremo nel ritornello. Brano elettronico anni 80, è una cavalcata ironica di rimedi (medicinali e naturali) che Max propone all’amata per sconfiggere gli sbalzi d’umore, la mania per lo shopping, il «brusio da conferenza». Dice Max: «Son tutte soluzioni al naturale, amore mio, vedrai che male non ti va». Gazzè porta sempre la sua ricerca musicale al Festival: l’arrangiamento, infatti, è follemente complesso, con tanto di assolo di theremin.

FEDEZ E FRANCESCA MICHIELIN - CHIAMAMI PER NOME
Il duo che ci regalò “Magnifico” riconferma il suo fiuto in questa canzone piena di immagini romantiche quasi da film. Qui però Fedez non si limita a contrapporre il rap alla melodia di Francesca, ma la accompagna cantando. «Vivere un sogno porta fortuna» dice lei. I tuoi baci sono sassi sulle vetrine, risponde lui. Una rima, però, resterà subito nella memoria: «Le promesse erano mille, ma nel cuore sento spille». Il messaggio? Quando ci si trova davvero, le parole (e le promesse) perdono di significato.

NOEMI - GLICINE
La voce graffiante e inconfondibile di Noemi ci regala una ballata incentrata sul ricordo, sulla malinconia, su un abbraccio passato. Oscuro e poetico, al primo ascolto, il senso del titolo: «Dentro ti amo e fuori tremo come glicine di notte».

ORIETTA BERTI - QUANDO TI SEI INNAMORATO
Scordatevi una Orietta “modernizzata”: la sua è una canzone d'altri tempi, che sembra provenire da un Sanremo di tanti anni fa. Orietta è davvero intensa quando canta un amore che ti fa perdere il fiato: «Quando ti sei innamorato, perduto, da allora niente è cambiato».

RANDOM - TORNO A TE
Niente rap per il giovanissimo Random, ma una ballata dal retrogusto soul, anche se i suoni sono contemporanei. Si canta di un amore desiderato, ma che continua a sfuggire dalle mani, con immagini che si rifanno al mondo del ballo («Quando giri intorno a me sai non mi sembra vero, e forse non lo sei, forse è la testa mia»). Un amore da ritrovare nella musica.

WILLIE PEYOTE - MAI DIRE MAI (LA LOCURA)
L’unico autentico rap di Sanremo 2021 è una satira veloce e implacabile, al vetriolo, della musica italiana. Willie non fa molti prigionieri, dal nuovo cantautorato ai balletti su Tik Tok, ma la schiavitù del brand si espande alla società civile. Per questo è la canzone più politica del Festival: «Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli exit poll». La “locura” del titolo è una citazione della serie “Boris” e infatti il brano si apre con la voce di Valerio Aprea tratta da una celebre scena della terza stagione: «Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte».

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