Sanremo 2023, Amadeus: «Superbig e giovani: tutti in gara appassionatamente»

A poco più di un mese dal suo quarto Festival, il direttore artistico e conduttore svela a Sorrisi ciò che sta preparando

29 Dicembre 2022 alle 07:51

Ciao Amadeus, intanto buon Natale. Riesci a prenderti qualche giorno di vacanza o sei oramai risucchiato totalmente dal Festival di Sanremo?
«Starò a casa dal 24 al 28, mi godo la famiglia e andrò a trovare i miei genitori a Verona. Per qualche giorno farò una vita normale».

Per poco tempo: manca poco più di un mese al tuo quarto Festival. Che ha un cast incredibile: gente che canta negli stadi, giovani primi in classifica, grandi artisti che il Festival l’hanno vinto, giovanissimi che sono già delle star di Internet.
«Nel cast c’è tutta la mia idea di Festival. Se sono riuscito a convincere tanti grandi nomi a partecipare in gara è perché negli anni scorsi forse abbiamo fatto un buon lavoro. Tutto parte dal fatto che era necessario far capire che il Festival era veramente cambiato».

Nei tuoi precedenti Festival hai fatto la rivoluzione.
«Oggi mantengo la rivoluzione, ma non per fare il rivoluzionario, bensì per essere contemporaneo. Un concetto che volevo far passare fin dal primo anno, e ora ci sono riuscito grazie alla collaborazione dei cantanti, è la centralità della gara: è la forza del Festival, partecipare come ospiti non dà la stessa luce. Si parla di chi è in gara dal giorno in cui annuncio i cantanti fino alla fine del Festival. Gli ospiti passano, hanno il loro momento, ma la gara è molto più importante per gli stessi cantanti. Sai una cosa? Quando sono arrivato a Sanremo la prima volta la gente per strada mi chiedeva: chi saranno gli ospiti? In pochi mi chiedevano chi fossero i cantanti in gara».

La storia di Sanremo dice che devi puntare sui giovani e i big devono essere in gara. Quest’anno hai addirittura portato ben sei giovani in competizione con i big.
«Vedi, succede come nel calcio: ci sono campioni nati nel 2001 che giocano la finale dei Mondiali, penso che il Festival debba fare la stessa cosa. Pur essendo fondamentale una quota imprescindibile di big, devo puntare fortemente sui giovani. Infatti non ho aumentato il numero dei cantanti già affermati, ma quello di chi partecipava a Sanremo Giovani. Ne sono stati scelti sei, ma almeno altri due o tre meritavano di partecipare al Festival».

Tra cui Mida, il mio preferito…
«Mida è bravissimo, è già una star su TikTok e farà sicuramente strada. Io però devo tenere conto non solo delle canzoni che presentano a “Sanremo Giovani”, ma anche di quelle che porteranno all’Ariston in caso di vittoria, brani che ho già sentito e il pubblico no: li ascolterà per la prima volta al Festival».

Che poi i giovani non sono solo tra i “Giovani”…
«Esatto: tra i big Madame ha 20 anni, ci sono Ariete, Lazza, Mara Sattei…».

Domanda secca: chi vince il Festival?
«Ah, boh. Quest’anno se dovessi scommettere avrei delle difficoltà, il pronostico è difficilissimo. Sono tutte delle belle canzoni, ben scritte sia dal punto di vista della musica sia da quello dei testi. Sono testi in cui si parla sempre o quasi d’amore, ma in molte sfaccettature diverse, l’amore felice, quello perduto… E ora che ho finalmente chiuso il cast, continuo ad ascoltarle in macchina, non mi stanco mai».

Quante canzoni hai ascoltato per arrivare alle fatidiche 28?
«Circa 1.200. Di cui 500 dei big. Lo scorso anno erano 300 e un giorno ho detto ai miei collaboratori: “Mamma mia, queste 300 canzoni sembrano non finire più”. E loro: “Per forza. Non sono 300, sono 500!”».

Come fai a ricordartele tutte e a scegliere?
«Mi appunto delle cose sul mio quadernone, alcuni brani li sento per più giorni di seguito, altri li “lascio riposare” dieci giorni e poi li riascolto. Il mio metodo è arrivare a 50/60 canzoni e poi fare la scelta finale».

Tra le canzoni ce ne sono alcune scritte da grandi artisti che però non partecipano.
«Damiano dei Måneskin mi aveva mandato tempo fa la sua canzone che ha scritto apposta per Mara Sattei. E Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari ha scritto quella di Leo Gassmann».

E come è nato quello strano connubio tra I Cugini di Campagna e i La Rappresentante di Lista?
«È un abbinamento che ho fatto io nel mio ruolo di direttore artistico, come ho fatto l’anno scorso con Ditonellapiaga e Rettore. Avevo detto a Veronica dei La Rappresentante di Lista: “Quando hai una canzone mandamela”. Mi è arrivato un brano solo pianoforte e voce, non aveva nemmeno un titolo. Loro non avevano in progetto di partecipare a Sanremo, lo hanno fatto per due anni di seguito, e volevano mettere quella canzone nel loro album. Allora le ho detto: “Ma è perfetta per I Cugini di Campagna!”».

I Cugini si erano candidati?
«Quest’anno no, l’anno scorso».

Immagino lo stupore di Veronica e dei Cugini di Campagna…
«Beh… (ride)».

Parliamo dello show: anche qui, se non stupisci non sei Amadeus. La scelta di Gianni Morandi come conduttore al tuo fianco, per esempio.
«Mi annoio a fare sempre le stesse cose. E parto dall’obiettivo di offrire un grande spettacolo. Non conta la mia affermazione personale, conta che uno spettacolo funzioni. Come quei giocatori che gioiscono non se fanno gol, ma se lo fanno fare alla squadra».

Com’è nata l’idea di Gianni Morandi presentatore?
«Abbiamo passato insieme il Capodanno del lockdown, poi l’anno scorso è venuto a Sanremo in gara. Abbiamo un rapporto personale molto bello ed è una delle persone più amate che abbia mai visto nella mia vita: gli vogliono bene tutti, dai bambini alle nonne».

Quindi gli hai chiesto…
«“Gianni ti va di fare Sanremo con me?”. E lui: “Come ospite?”. E io: “Macché ospite, io sono onorato di presentarlo con te, ci tengo che tu sia al mio fianco in tutto, anche nella copertina di Sorrisi, che è importante e prestigiosa”».

Mancano ancora due conduttrici, oltre a quelle già note, cioè Chiara Ferragni e Francesca Fagnani.
«Le annuncerò entro Capodanno, per decidere serve un lampo che mi appassioni. Mi deve scattare qualcosa dentro».

Com’è davvero Chiara Ferragni?
«Chiara è una ragazza entusiasta e disponibile a mettersi in gioco in un lavoro che non è il suo. Affronta Sanremo da grande professionista, ma anche con la voglia di divertirsi».

E Francesca Fagnani sarà cattiva come nel suo programma tv “Belve”?
«Magari nel programma appare come una… belva, invece è gentile e carina, il nostro incontro è stato bello. Per capire veramente una persona bisogna incontrarla».

Apriamo il capitolo ospiti: Fiorello?
«Fiorello a oggi non c’è, ma con lui non si sa mai che cosa può succedere…».

Avevi annunciato che gli ospiti italiani avrebbero dovuto avere come minimo 70 anni, però c’è Salmo…
«Era sottinteso che parlavo del palco dell’Ariston. Poi ci sono altri due palchi, quello della nave Costa Smeralda, ormeggiata davanti a Sanremo, e quello di piazza Colombo. Sono operazioni legate agli sponsor che naturalmente arricchiscono il Festival, ma la mia idea è quella di omaggiare sul palco dell’Ariston artisti che fanno parte della storia della musica italiana. Non vedo l’ora di poterli abbracciare e manifestargli tutto l’affetto del pubblico. Ma ancora i loro nomi sono un segreto… un po’ anche per me, perché non ho ancora deciso definitivamente».

Ci saranno solo ospiti italiani?
«No, sto pensando anche a un paio di ospiti stranieri».

È Natale, facciamo un finale in famiglia: visto che sei spesso lontano, quando torni a casa il tuo cane Kyra ti riconosce?
«Certo, e mi fa grandi feste. Lei ha ben chiari i ruoli di famiglia: io sono il papà, Giovanna è la mamma, che la coccola e le dà da mangiare, José, mio figlio, è il fratello con cui gioca».

A proposito di José, lui fa il portiere nelle giovanili dell’Inter. Scusa se da tifoso mi preoccupo, è bravo?
«Sì, tranquillo Aldo, cresce bene, gioca nella Under 14 dell’Inter. È una sua passione, non so cosa gli riserverà il futuro, ma la scuola è al primo posto».

Mi raccomando, allenalo sui rigori, visto come sono andati i Mondiali… E un’ultima cosa su Kyra: lei per caso ha sentito le canzoni del Festival?
«Sì, tutte».

E la sua reazione?
«Incoraggiante: non è mai andata via, è sempre stata lì ad ascoltarle».

Allora scusa, bisogna che io scommetta sulle canzoni che le sono piaciute di più. Quali sono?
«Impossibile capirlo: le piacciono tutte!».

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