Spandau Ballet, la band inglese si racconta in un film e in un cd (e vuota il sacco con Sorrisi)

L’ultimo album di canzoni inedite lo hanno inciso nel 1989, ma nessuno li ha dimenticati e ora, cinque anni dopo la riconciliazione, Tony Hadley, Gary Kemp, Martin Kemp, Steve Norman e John Keeble sono ufficialmente tornati insieme per un tour che partirà il 13 ottobre da Dublino.

9 Ottobre 2014 alle 23:50

Ogni generazione ha i suoi idoli musicali, capaci di provocare un’adorazione quasi ossessiva da parte dei loro fan. Se le teenager di oggi impazziscono per gli One Direction, probabilmente le loro mamme, che erano adolescenti negli Anni 80, facevano lo stesso per gli Spandau Ballet. L’ultimo album di canzoni inedite lo hanno inciso nel 1989, ma nessuno li ha dimenticati e ora, cinque anni dopo la riconciliazione, Tony Hadley, Gary Kemp, Martin Kemp, Steve Norman e John Keeble sono ufficialmente tornati insieme per un tour che partirà il 13 ottobre da Dublino. Li incontriamo a Londra, all’indomani dell’anteprima europea di «Soul boys of the western world», il documentario che ripercorre la loro carriera con tante immagini inedite (vedi box sotto).

Nel film date molto spazio al successo avuto in Italia. Trent’anni dopo, come ricordate quell’accoglienza straordinaria?
Gary: «Scene del genere non le abbiamo viste da nessun’altra parte. Ricordo che a Roma dovette intervenire il capo della Polizia. E pensare che in Italia il successo è arrivato in ritardo rispetto agli altri Paesi. Vi abbiamo conquistati con l’album “True”, che ha segnato la nostra svolta pop.  Nessuno come gli italiani sa apprezzare una bella melodia».

In realtà, Aldo Vitali, il direttore di Sorrisi, ricorda molto bene un vostro concerto in un locale di Firenze, più di 30 anni fa.
Martin: «Noi ne abbiamo un vago ricordo, ai tempi eravamo una band indipendente che cercava di farsi conoscere anche all’estero suonando nei piccoli club. Siamo molto orgogliosi del nostro primo periodo e per questo ne parliamo a lungo nel film».

Per ora suonerete solo in Irlanda e in Gran Bretagna. Per il futuro è prevista qualche tappa italiana?
Tony: «Sicuramente, ma per ora non c’è niente di ufficiale. Probabilmente annunceremo le date italiane il 20 ottobre, quando presenteremo il film alla Festa del Cinema di Roma».
John: «L’Italia è sempre una tappa obbligata. Solo in Gran Bretagna abbiamo fatto più concerti che da voi».

In questi 30 anni avete mantenuto l’affetto dei vostri vecchi fan. Ne avete conquistati altri nel frattempo?
Martin: «I giovani ci stanno scoprendo, un po’ grazie ai loro genitori e soprattutto per merito di Internet. Il bello è che ascoltano le canzoni del primo periodo».
Tony: «Anche perché band come i Kaiser Chiefs e The Killers si ispirano a quelle sonorità e le hanno rilanciate».

Nel film parlate anche della rivalità con i Duran Duran. Era vera o inventata dai giornalisti?
Gary: «Ai giornali piace ricamarci sopra, però è vero che eravamo gelosi del loro successo in America. Noi andavamo più forte in Europa. Se è per quello, eravamo rivali anche dei Culture Club e dei Frankie Goes To Hollywood, ci sentivamo in competizione per il primo posto in classifica. È una cosa naturale, ma non c’è mai stato niente di personale».
Steve: «Adesso i nostri rivali sono Calvin Harris, gli One Direction e gli altri artisti del momento».

Rispetto a loro, voi avete un’arma in più, il sassofono, che da un po’ di tempo è tornato di moda ed è presente in tante canzoni  del momento.
Gary: «Per noi Steve è sempre stato fondamentale. Il suo strumento è quello che assomiglia di più alla voce umana. È come avere un secondo cantante».
Tony: «Sì. ma io sono sempre stato il migliore dei due (ride)».

Nella nuova raccolta ci sono 16 hit e tre inediti. A quando un album intero di canzoni nuove?
Tony: «Prima vediamo quanto vende questo nuovo “Greatest Hits”».
Gary: «Siamo molto soddisfatti di questi inediti, Tony ha scritto “Soul”, io gli altri due. Tutti ci dicono che hanno il tipico sound degli Spandau Ballet e ne siamo molto felici».

Nel film «Soul boys of the western world» (nelle sale italiane il 21 e il 22 ottobre) gli Spandau Ballet raccontano la storia della band, dagli inizi a Londra nel quartiere operaio di Islington alle incomprensioni che portarono allo scioglimento. Tutti i loro grandi successi e tre inediti sono contenuti nell’album «The very best of Spandau Ballet: The story….», che uscirà il 14 ottobre.

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