Tananai: «Voglio godermi questa Dolce vita fino in fondo»

È la rivelazione dell’anno: ultimo a Sanremo, ora è in cima alle classifiche grazie alla canzone-tormentone con Fedez e Mara Sattei

2 Agosto 2022 alle 08:38

Sanremo gli ha cambiato la vita e in pochi mesi tutto per lui è cambiato. Tananai (vero nome Alberto Cotta Ramusino, lo pseudonimo lo deve al nonno che lo chiamava così: in dialetto, significa “piccola peste”) è passato da giovane promessa dell’ultimo Festival con “Sesso occasionale” (dove è arrivato... ultimo!), a diventare uno degli artisti-rivelazione dell’anno con brani come “Baby goddamn” e soprattutto “La dolce vita”, cantata con Fedez e Mara Sattei. Partiamo però da un bollettino medico.

Ha preso una brutta storta sul palco durante un appuntamento di “Battiti Live”, ora come va?
«Sto meglio, sembra! Ho abbandonato da poco la stampella e giro con un tutore che dovrei mettere anche ora... ma da bravo indisciplinato oggi non l’ho indossato. Però il problema vero è un altro, e sa qual è?».

Qual è?
«È che mi fa molto più male l’altra caviglia, che qualche giorno prima mi sono praticamente slogato durante una partita di calcetto».

Si dice che girasse con una stampella che all’occorrenza diventava l’asta del microfono.
«Confermo. Sembravo un piccolo imitatore zoppo di Freddie Mercury».

Ma come le vengono certe idee?
«Perché non ha visto quando ho pensato di farmi esplodere un tubo spara-coriandoli in faccia!».

Lei è matto! Visto che ci siamo, “Giallone” come sta?
«Malmesso... Il furgone giallo con il quale giravo per questo tour, che io chiamo appunto “Giallone”, ha pensato bene di fermarsi in autostrada in Toscana poco prima di un concerto. Ormai lo considero un membro della mia band, lo voglio sempre con me».

Anche le sue estati prima del successo erano così spericolate?
«Sono cresciuto a Cologno Monzese e la vicina Milano, d’estate, l’ho sempre trovata affascinante. Tranne ad agosto, quando diventa un deserto. Passavo le giornate a suonare chiuso in casa e le notti fuori a fare casino con gli amici. Da piccolo andavo in Puglia perché i miei nonni materni sono di lì, ma negli ultimi anni di vacanze vere ne ho fatte poche... al massimo qualche macchinata con gli amici verso la Liguria, senza organizzare niente, all’avventura».

Oggi invece la sua estate è da superstar. “La dolce vita” con Fedez e Mara Sattei macina quasi mezzo milione di ascolti al giorno su Spotify ed è già Disco di platino. Lei aveva intuito che la canzone avrebbe avuto un successo così grande?
«Sì, e forse ero quello che inizialmente ci credeva più di tutti. Penso che sia davvero un bel brano, uno di quelli che non si stacca dalla testa ma al tempo stesso non ci si stufa mai di ascoltare. Quando mi hanno proposto la canzone avevo già capito che sarebbe stata clamorosa, ma temevo di inserirmi nel “campionato estivo”, avevo paura fosse una cosa distante da me».

Poi che cosa è successo?
«Ho avuto massima libertà. Capisce bene che citare l’Oktoberfest, la cosa meno estiva al mondo, poteva sembrare una follia, ma mi hanno lasciato fare. Sono intervenuto anche sui dettagli delle linee melodiche. Insomma, ho fatto il mio, visto che di base nasco musicista e produttore».

Nel suo ultimo singolo, “Pasta”, esce il suo passato da dj nei club.
«Sì, c’è un giro di basso, ma per il resto è di fatto un brano techno. Non è cantabile, non mira a diventare un grande successo, ma penso che questo sia il momento giusto per far capire che cosa so fare. Una parte di me pensa: ma quando mi ricapita che tante persone siano interessate a me?».

A tal proposito, le sue due apparizioni al Jova Beach Party, come ospite di Jovanotti, sono state memorabili. Come ci si sente di fronte a una folla oceanica come quella?
«Non saprei descriverlo perché ho davvero poca esperienza sul palco e quindi punto tutto sulla cosa che oggi non mi manca: l’incoscienza. Mi tuffo in mezzo alla gente e canto come mi viene pensando di avere davanti un gruppo enorme di amici che vuole far festa con me. Nella mia testa sono gasato e stupito nello stesso momento. È una sensazione bellissima».

Una delle recensioni più ricorrenti che leggo da chi esce da un suo concerto è: «È stato meglio che fare l’amore».
«(Ride). Dubito che sia effettivamente così, ma in effetti le persone raggiungono i miei concerti con curiosità e poi rimangono stupite. Il commento migliore, però, me l’ha fatto Ditonellapiaga (cantautrice nel cast di Sanremo 2022, ndr). Dopo un concerto in cui c’era anche lei è venuta dietro le quinte e mi ha detto: “Ah, ma quindi sai cantare”».

Però c’è da dire che sia Jovanotti sia Fedez, ben prima di Sanremo, avevano creduto in lei collaborando in due canzoni molto interessanti. Cosa li aveva colpiti?
«La mia musica, solo la mia musica. Ne sono certo perché ai tempi non li ho conosciuti nemmeno di persona... Sia con il remix di “Il boom” di Lorenzo sia con “Le madri degli altri”, in duetto con Fedez, c’era un desiderio di sperimentare, di essere estemporanei... che è la mia specialità. Quando le ho suonate dal vivo con loro per la prima volta, poche settimane fa, la reazione del pubblico mi ha lasciato esterrefatto».

Ha da poco annunciato cinque nuove date nel maggio 2023. È tempo di pensare al futuro: che cosa succederà nel suo?
«Difficile dirlo perché io lavoro in modo spontaneo, non amo i piani. Il mio manager mi dice solo di pensare alla musica e così farò. Quindi sto preparando un disco e sto studiando per cercare di diventare più bravo sul palco. Sono successe tante cose belle, è vero, ma ho ancora tanta, tantissima strada da fare».

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