Il cantautore è il mago delle classifiche. Il suo ultimo singolo è subito volato in testa alla classifica dei più ascoltati in radio
Tommaso Paradiso è il mago delle classifiche. Il suo ultimo singolo “Viaggio intorno al sole”, uscito il 24 marzo, è subito volato in testa alla classifica dei più ascoltati in radio.
Tommaso, come mai ogni tuo pezzo è così amato dalla gente?
«Non credo ci siano trucchi, faccio cose molte semplici e classiche, mi muovo su ritmi e armonie che in qualche modo già conosciamo, non mi invento nulla quando scrivo una canzone se non seguire il cuore».
Come è nato “Viaggio intorno al sole? Ci hai lavorato tanto o lo hai scritto di getto?
«È una di quelle canzoni nate subito, scritta con il produttore Matteo Cantaluppi con cui ho fatto il mio prossimo disco. Avevamo questa base e in pochi secondi mi sono arrivate la melodia e il testo. Ero in un momento molto fertile. Spero sempre che le mie canzoni nascano in pochi minuti, se ci metto troppo tempo significa che c'è qualcosa che non va, se viene subito invece vuol dire che è già un classico».
Il brano è una dichiarazione d’amore totalizzante e inebriante. È dedicato alla tua compagna?
«Tutte le mie canzoni sono ispirate da o scritte per qualcuno. Prendo spunto da ciò che vivo. Non invento nulla, sono stati d'animo che provo su di me. Non lo specifico per non levare a chi le ascolta il desiderio di vederci quello che vuole».
Nel testo dici: “Quando ci sei tu scordo le parole, gira la testa vado in confusione mi spacchi la faccia”. Sei ancora nella fase dell'innamoramento?
«In generale, quando scrivo una canzone “potente”, credo che la spinta sia l'innamoramento. Non per forza per una persona, ma anche per un film, un paesaggio, un viaggio in macchina... Quando sei innamorato delle cose che ti circondano, allora c'è la spinta per tirare fuori questo dono che hai ricevuto e metterlo in una canzone».
Canti anche: “Ballo sulle scale, piango sotto la doccia”. L'amore ti fa ballare e piangere allo stesso tempo?
«Assolutamente sì. Due aspetti in apparenza contraddittori possono essere figli della stessa sensazione. Puoi ballare e piangere perché sei travolto da un sentimento. L'importante nella vita è emozionarsi».
Il video, con vista panoramica su Milano, nasce da una tua idea?
«Tutti i video sono sempre figli di una mia idea che poi sviluppo con i registi. Volevo girarlo in un punto panoramico di una città moderna e futurista e Milano è l'unica metropoli italiana che possa offrire dei grattacieli e dare un senso di contemporaneità. A Milano avevo già girato altri due video per “Questa nostra stupida canzone d'amore”, in un bar di piazza Gae Aulenti, e anche quello di “New York”, ma in realtà questo è il primo in cui si vede tanto la città e la si riconosce».
È vero che tieni il nuovo album tutto nel cellulare?
«Sì, è finito! Ma non si sa quando uscirà. Ogni tanto la sera, quando sono in armonia con me stesso, oltre ad ascoltarlo, lo mando ad amici e parenti. So che non si dovrebbe fare ma mi piace condividere con le persone a cui tengo molto le nuove canzoni».
Quindi potrebbe arrivare un nuovo singolo per l'estate?
«Chissà».
Hai parlato anche di un'altra sorpresa, ci dai un indizio?
«Stiamo lavorando a una cosa che secondo me piacerà a tante persone. Sempre in ambito musicale. Ma non posso dire altro».
Intanto il 25 giugno compirai 40 anni. Come te li senti? Comodi o stretti?
«Me li sento giusti. Il 4 è il mio numero preferito, non so perché mi piace tanto la forma, scriverlo, il numero in sé, sono molto legato al 4. Non vedo l'ora di compierli, i trenta me li trascino da troppo tempo (ride), sono già tre anni che dico che ne ho 40!».
Come festeggerai?
«Mi piace stare con i soliti amici, la fidanzata e i miei due cani. Ho la fortuna di compierli in estate, cosa che ti offre tante soluzioni. Ma alla fine, conoscendomi, penso che organizzerò qualcosa al mare, a cui sono molto legato».
A novembre invece partirà nei palazzetti il tour “Tommy 2023”. Cosa ci puoi anticipare?
«Siamo già al lavoro. La band “I bifolchi di Sacramento” con cui ho fatto il tour dell'anno scorso è confermata, è un gruppo unito e solido anche al di fuori della musica, mi piace stare con loro. Siamo una band di metà uomini e metà donne, saremo una decina sul palco. Ho già pronta la prima scaletta che mi sembra ottima e sarà un mix tra le canzoni presenti nel nuovo disco e tutto il repertorio dei classici. Magari inviterò qualcuno a cantare sul palco con me, se ne avrà voglia. Ho sempre fatto molti featuring nei miei concerti, ma non ho ancora deciso niente».
Hai imparato a gestire “l'ansia da prestazione”?
«La cosa paradossale è che adesso la mia “comfort zone” è diventato il palco. All'inizio avevo difficoltà, ero nervoso prima di esibirmi, ora mi sono sbloccato molto. Ho un rapporto di fiducia e di amore con i miei fan che mi seguono da anni. Sono loro che alla fine mi danno un'energia incredibile quando sto sul palco, c'è proprio passione. Diventa una specie di “orgia sentimentale” con il pubblico, un'unione totale. Cantare è il momento che mi fa stare meglio».