Alberto Angela: «Mio padre, un astronauta di nome Piero»

Il figlio racconta il grande divulgatore con una serata su Rai1. E annuncia un nuovo programma

22 Maggio 2023 alle 08:19

Riparte l’avventura televisiva degli Angela. Il plurale è voluto, perché a tornare sui nostri schermi sono proprio Piero e Alberto. Giovedì 25 maggio Alberto condurrà su Rai1 uno speciale di “Ulisse, il piacere della scoperta” intitolato “Piero Angela - Un viaggio lungo una vita”. Come ha anticipato domenica 7 maggio in un’intervista con Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, Alberto farà rivivere da figlio e collega la vicenda umana e i 70 anni spesi (a dir poco benissimo) tra giornalismo e divulgazione scientifica del padre Piero, scomparso lo scorso 13 agosto a 93 anni. Arricchito dalle testimonianze di amici ed estimatori come Jovanotti, il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, Riccardo Muti, l’astronauta Paolo Nespoli, il pianista Stefano Bollani, questo racconto ci accompagnerà verso il nuovo programma a cui Alberto sta lavorando e che vedremo su Rai1 in estate. Sarà una trasmissione che riprenderà le tracce di “Superquark” (non il titolo, però: «Quello è di papà»). «Raccolgo la fiaccola per terra e la porto avanti» ha spiegato Alberto Angela rivelando il progetto «perché è giusto che sia così. Perché il viaggio della conoscenza non si fermi mai». Ed è proprio da un toccante “augurio” di viaggio che anche Sorrisi vuole partire per ricordare il grande Piero Angela attraverso le parole che, in varie occasioni, gli ha dedicato il figlio.

L’annuncio dell’addio

«Buon viaggio papà». (Twitter, 13 agosto 2022)

Veri esploratori

«Mia madre e mio padre mi hanno dato la stessa cosa: l’apertura mentale, la voglia di esplorare il mondo, facevamo viaggi con gli zaini, mi viene in mente un clima familiare aperto alla conoscenza e alla scoperta». (Il Corriere della Sera, 2018)

Stili di viaggio

«La sua è una puntualità da “Nasa”. La mia è una puntualità... “a naso”, ma alla fine gli aerei non li perdo mai». (Tv Sorrisi e Canzoni, 2019)

Quella volta in Sahara

«Non potrò mai dimenticare la spedizione nel Sahara nel 1982. Ci siamo avventurati in una zona grande come la Sicilia che nelle mappe risultava bianca, cioè sconosciuta. Cercavamo i resti di un’armata persiana mai ritrovata. Non ci siamo riusciti». (Tv Sorrisi e Canzoni, 2021)

Passaggio di consegne

«Da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, c’è un rapporto tra colleghi, troverei fuori posto chiamarlo papà». (Il Corriere della Sera, 2018)

Quando tornava a casa

«Ero affascinato dai suoi viaggi. Tornava e mi raccontava. Era come un astronauta che ritornava dalla Luna e raccontava la missione. Il mio amore per la scienza è stato sicuramente aiutato da questo». (Che tempo che fa, 2023)

Saper fare il mestiere

«Sono sempre andato avanti per la mia strada. I gradi si prendono sul campo, e poi è la gente a giudicare. Ho dato il massimo con umiltà cercando di farmi perdonare il cognome che porto». (Il Corriere della Sera, 2017)

Chiedi a papà

«Ho avuto veramente la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa. L’ho vissuto come figlio, come collega, come persona normale che s’è trovata davanti una mente eclettica, e soprattutto qualcuno capace di dare la risposta giusta sempre». (Elogio funebre, 2022)

Colleghi... controvoglia

«Piero non era convinto (dell’opportunità che Alberto iniziasse a lavorare con lui, ndr). Al primo grande programma sul corpo umano non mi ha voluto. (Quando poi fu deciso il coinvolgimento di Alberto, ndr) Devi dimostrare sul campo di essere bravo, un po’ come Maldini. Mi sono detto: “Hai un cognome e adesso ti fai un nome”». (Il Venerdì, 2021)

Un professionista a 360°

«C’è una domanda che non gli ho fatto e che mi sarebbe piaciuto fargli da collega, ed è che cosa voleva dire passare dalla radio alla televisione, da un microfono alla telecamera. Vedevo i suoi primi filmati e, essendo anch’io del mestiere, mi dicevo: “Ma come fa?”. La prima volta che sei davanti a una telecamera, sei di pietra: lui invece era molto sciolto». (Che tempo che fa, 2023)

Il segreto

«C’è una cosa che univa tutte le sue immagini ed è il sorriso. Quella è la chiave, quello è il segreto. Lui ha affrontato tutto, anche la fine, con il sorriso. Una cosa che ho imparato in tutti gli anni che sono stato con lui è il fatto che, in realtà, “sorriso” significa semplicità, serenità, amicizia». (Che tempo che fa, 2023)

L’eredità vera

«Continuo a ricevere attestati di stima, prove dell’amore che mio padre ha disseminato. È proprio vero che quello che fai poi lo raccogli». (Che tempo che fa, 2023)

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