Alessandro Cocco, seduto tra il pubblico lui non mancava mai

Addio all’ex imprenditore che era diventato il numero uno dei presenzialisti in tv, entrando nel Guinness dei Primati

Alessandro Cocco con Mike Bongiorno
16 Gennaio 2020 alle 16:54

Se il nome forse non vi dice molto, la sua faccia non può esservi sfuggita: con gli inconfondibili baffi e il sorriso cortese, in oltre 40 anni il signor Alessandro Cocco era infatti apparso quasi ovunque in televisione. Per tutti era il “Re dei presenzialisti in tv”, ma il 4 gennaio Alessandro ci ha lasciato per sempre a causa di alcune complicazioni dovute a una broncopolmonite.

Un po’ tedesco nell’aspetto, sempre discreto nei modi, il signor Cocco aveva collezionato oltre 33 mila apparizioni in oltre 2 mila programmi tv, entrando di diritto nel Guinness dei Primati. Bastava l’inquadratura di uno studio televisivo e lui era lì, in prima fila. Ma anche al funerale di una persona famosa spesso sedeva nei primi banchi della chiesa. O al concerto di una star, eccolo in platea tra gli invitati “vip”. Sempre al centro della scena, tuttavia sconosciuto.

Chi era dunque Alessandro Cocco? A chi glielo chiedeva raccontava senza inutili ritrosie di essere nato nel 1942 a Valdagno, in provincia di Vicenza. Poi si era trasferito da ragazzo in Lombardia, a Gornate Olona, un paesino in provincia di Varese. Qui aveva fatto il calzolaio, il garzone, il fabbro, l’operaio specializzato, finché non aveva messo in piedi una propria azienda. E sempre a Gornate Olona è stato celebrato il suo funerale. Una cerimonia privatissima, senza riflettori e senza luci della ribalta. Proprio lui che, invece, le telecamere le amava così tanto.
La prima apparizione televisiva arrivò per gioco. Era il 1969 e Alessandro Cocco stava per compiere 28 anni (era nato il 3 gennaio).

Raccontava: «Avevo scommesso con amici che il 31 dicembre mi avrebbero visto in tv. Andai in una discoteca dove sapevo che Vittorio Salvetti avrebbe condotto il Capodanno per Raiuno e dissi al buttafuori che ero suo fratello. Non so come, ma riuscii a entrare». Passarono altri sette anni prima di tornare in tv.

Correva l’anno 1976 e Alessandro venne chiamato a Telealtomilanese: «Dovevo costruire un marchingegno per le riprese e poi mi invitarono al programma. Ma quando arrivai non mi volevano far entrare». Alla fine ce la fece e, così, dalla tv non uscì più. Tanto da confessare: «Quando vedo una macchina da presa ne sono attratto. Per me è fatale, ci devo essere».

Per esserci il signor Cocco se le inventava tutte: travestimenti, regali, cartoline di auguri, viaggi, amicizie, telefonate. Emetteva colpi di tosse per essere inquadrato al momento giusto, era il primo ad alzarsi per una standing ovation dopo un’esibizione toccante, si vestiva con jeans e camicia a quadri per un programma comico o in giacca e cravatta per una prima serata.

Sapeva come scatenare curiosità. «Se sto un po’ senza farmi vedere, la gente per strada mi dice: “Cos’ha, signor Cocco, non la vediamo in tv, sta male?”». Allo stesso modo riusciva sempre a sedersi in prima fila nella platea del Festival di Sanremo, da qui lanciava fiori ai cantanti sul palco e veniva prontamente inquadrato. «Al Festival del 1990 c’era un servizio d’ordine pazzesco, avevamo tutti difficoltà a circolare. Beh, trovai Cocco che aspettava tranquillo davanti al camerino di Tina Turner» raccontò divertito Adriano Aragozzini, allora organizzatore della manifestazione canora.

Nel 1993 Cocco era già apparso in tv 500 volte. L’anno dopo il ritmo si era moltiplicato vertiginosamente ed era arrivato a 4.000 presenze; nel 1998 il conteggio era salito a 7.500, nel 2000 a 10.500 e così di anno in anno fino a conquistare il Guinness dei Primati. Nel 1986 Cocco apparve persino simultaneamente in due dirette di Capodanno, su Raiuno e Raidue. Mettendo nei guai il conduttore di una serata, Gigi Sabani, accusato dalla Rai di mandare in onda filmati registrati. Ma Cocco testimoniò di avere percorso a razzo in macchina i pochi chilometri che separano Forte dei Marmi da Viareggio, dove si svolgevano i due show, pur di essere presente in entrambi. Il 5 dicembre del 1997 stabilì un altro record, registrando in un solo giorno sette programmi diversi. Per star dietro a questa frenetica attività aveva abbandonato la sua attività imprenditoriale. Intanto, tra i mille impegni, aveva divorziato dalla moglie da cui aveva avuto quattro figli (poi, due anni fa, aveva avuto un altro figlio dalla nuova compagna).

Perché lo faceva? Non per soldi, ma per amore. «Vado in televisione perché me ne sono innamorato come ci si innamora di una bella donna. E perché porto fortuna». In effetti pare che lo stesso Mike Bongiorno in occasione di ogni debutto televisivo chiedesse: «Come facciamo a cominciare il programma se non c’è Cocco?». Mike del resto era il suo mito, e Alessandro non mancava mai per lui. Ma anche altri, con il tempo, divennero veri amici, come Teo Teocoli o Nino Manfredi che andava a mangiare a casa sua.

«È stato un po’ l’inventore del selfie» racconta Diego Pisati, giornalista de “La Prealpina” di Varese, legato da affetto sincero a Cocco. «Prima ancora di apparire in tv aveva cominciato a farsi fotografare con i vip. La prima foto che si scattò fu con il ciclista Eddy Merckx al Giro d’Italia; da lì aveva raccolto qualcosa come 9 mila foto. A volte mi accompagnava e la sua tecnica era questa: se andavamo al ritiro del Napoli, mi chiedeva il nome di battesimo dell’allenatore, poi andava da lui chiamandolo per nome e abbracciandolo. Nel frattempo qualcuno gli faceva una foto».

Negli anni Cocco è comparso accanto a politici, cantanti, attori, personalità insigni: da Yasser Arafat a Frank Sinatra, da papa Giovanni Paolo II a Bettino Craxi, da Sharon Stone a Richard Gere. La lista è inesauribile. L’unico rimpianto era non aver scattato una foto con l’ex presidente americano Bill Clinton per via del servizio di sicurezza. E dire che ci aveva provato. Antonio Ricci, l’inventore di “Striscia la notizia”, anni fa aveva dichiarato: «Mi sono reso conto della grandezza di Cocco quando l’ho visto salutare Giulio Andreotti ai funerali di Carlo Donat-Cattin. Cocco sta in qualunque posto e pare sempre normale che lui sia lì».

A casa Alessandro aveva un archivio dove annotava e collezionava tutte le foto, le apparizioni tv, gli incontri con le celebrità. Era anche iscritto al collocamento dello spettacolo come “figurante” avendo fatto la comparsa in varie fiction e pubblicità. L’ultima è stata la serie tv “1992” di Sky, dove aveva il ruolo di un dirigente leghista: a un certo punto appariva durante un comizio accanto agli attori che interpretavano Umberto Bossi e Roberto Maroni.

Ultimamente la tv si era dimenticata di lui, o lui di lei. Oppure nel tempo del selfie e della visibilità ricercata, le sue apparizioni non avevano più l’impatto e l’incisività di un tempo.

Seguici