Amadeus e la nuova stagione di Warner Bros. Discovery

Tra le tante novità del gruppo, la più importante ed eclatante è l’arrivo di Amadeus dalla Rai che debutterà il 22 settembre con un doppio appuntamento

16 Settembre 2024 alle 14:44

È la prima volta che la presentazione di un palinsesto di un gruppo editoriale, in questo caso Warner Bros. Discovery, viene fatta all’interno delle aule di un’università, addirittura nella gloriosa aula Magna dell’Università Cattolica di Milano, con anche la presenza dei ragazzi del master in Comunicazione che oggi si diplomano e tutti i loro parenti. Tra le tante novità del gruppo che raccoglie canali come Nove, Real Time, K2, Giallo, Food Network e tanti altri, la più importante ed eclatante è l’arrivo di Amadeus dalla Rai che debutterà il 22 settembre con un doppio appuntamento, il gioco in access prime time “Chissà chi è” e a seguire lo show musicale “Suzuki Music Party”.

«Premetto subito che non ero un secchione a scuola, per me l’unico modo di accedere all’Università è una conferenza stampa. Mi piaceva l’idea di un luogo particolare, storico, culturamente importante e sopratuttto un luogo pieno di giovani che per me è la cosa fondamentale in tutto quello che faccio. Se non porti a casa i giovani, oltre al pubblico tradizionale, è difficile avere audience».

La nuova pagina della carriera di Amadeus

«Una pagina nuova nella carriera. Appartengo alla generazione in cui la gavetta era fondamentale. Io da ragazzino vivevo a Verona e quando dicevo: “Voglio fare il presentatore” ti davano del matto. Ma se tu insisti, provi, hai sete di imparare e sperimentare magari questa cosa accade. A me è accaduta più di quanto potessi immaginare. A 17 anni ho cominciato con la radio, era la mia palestra quotidiana, io ero molto timido e la radio mi aiutava a combattere la timidezza. Poi negli anni 80 sono arrivato in tv in piccoli programmi locali, e intanto ho fatto Radio Deejay, sono stato la prima voce di Radio Capital».

L’arrivo sul Nove

«Sono un irrequieto della tv, è difficile per me superare quattro, cinque anni in un programma. Mediamente ho voglia di fare un programma nuovo, di sperimentare cose nuove, magari lasciando al massimo quello che ho portato dietro di me. Potrebbe sembrare una follia, forse ho mantenuto una sorta di Peter Pan dentro di me. Ho appena compiuto 62 anni e ho voglia di fare cose nuove. Discovery, da un punto di vista umano e affettivo, la conosco da pochi mesi, ma mi sembra di essere qui da almeno un anno, c’è un bellissimo rapporto».

Il 22 settembre: l’Amadeus Day

«Si parte di domenica con il derby… Abbiamo pensato di partire la domenica che è un giorno importante, è il giorno di festa, è il giorno di Fabio Fazio. Per me questo è un giorno di festa è desideravo iniziare di domenica con “Chissà chi è”».

Suzuki Music Party

«Come ho sempre dichiarato i miei due grandi amori in tv sono i quiz e la musica. Pensavo di fare una serata televisivamente difficilissima, nessun altro programma tv consente ai cantanti di presentare dei pezzi inediti, tranne il Festival di Sanremo. Era, invece, un mio desiderio di fare qualcosa per la musica, sarà un red carpet rivolto a cantanti attuali. Io stesso sono curioso di ascoltare i nuovi successi di Lazza, Tananai o Emma o Fiorella Mannoia. Ho sondato e ho chiesto quanti di loro avessero un brano nuovo, dopo l’estate era difficile, speriamo di arrivare a otto, dieci cantanti. Abbiamo chiuso a quindici! Alcuni cantanti sono entrati immediatamente in studio e mi hanno consegnato il brano qualche giorno fa».

I cantanti e la scaletta

«Entrano sul palco su una loro canzone di successo, facciamo una piccola chiacchierata sul nuovo singolo dell’autunno e poi si esibiscono». Nell’ordine. Tananai, Anna, Ornella Vanoni, Achille Lauro, Emma, Baby Gang, Lazza, Fiorella Mannoia, Emis Killa con Massimo Pericolo e Merk & Kremon, Paola e Chiara insieme con Big Mama, Simba La Rue, Clara, Tredici Pietro con Francesca Michielin, Mecna e Fudasca, La Rappresentante di Lista, Benji e Fede.

La Rai

«Non posso negare che non c’era nessun dirigente all’ultima registrazione della puntata di “Affari tuoi”, mi è dispiaciuto anche per la squadra di lavoro, abbiamo brindato, ma in quel momento lì è andata così. Economicamente la Rai ha fatto di tutto nella trattativa, mi aveva proposto le stesse cose di Discovery».

Affari tuoi

«Era un gioco che mi ha sempre affascinato, quando ho deciso di prenderlo molti mi hanno dato del pazzo, stavo facendo “I soliti ignoti” che faceva il 23% di share, invece io credevo in questo programma, abbiamo fatto alcuni cambiamenti, siamo partiti a settembre dell’anno scorso dopo sette anni che non era in onda. Dissi: “Casomai non dovesse funzionare da gennaio riprendiamo I soliti ignoti”. Poi invece ha fatto gli ascolti che tutti conoscono e piano piano è diventato una macchina perfetta. Mi sarebbe piaciuto sentire una parola di ringraziamento per questa macchina perfetta».

Il cambiamento

«In Rai ho fatto tutto quello che potevo fare in quel momento, potevo avere un contratto mai avuto in precedenza, eppure ho scelto di andare con lo stesso contratto e gli stessi soldi in un’altra azienda, magari partendo dal 3% di share. Io vado a sensazione. In quel momento alcuni miei punti fermi non li avevo, erano cambiate delle persone, è questione di rapporto umano, quello che avevo avuto con Carlo Fuortes, Stefano Coletta, Teresa De Santis, persone che politicamente stanno agli opposti. Ti accolgono, ti vogliono bene, ti vengono a trovare in studio, quello fa molto, non è solo: “Quanto vuoi?”. Da un punto di vista affettivo qualcosa è venuto a mancare. Qui ho trovato delle persone fenomenali».

Fiorello

«Per me è come fosse mio fratello, non abbiamo mai parlato di un’idea di programma insieme prossimamente, anche se a volte non c’è stato bisogno di parlare, ci sono cose venute spesso in maniera naturale. Mi auguro di rivederci insieme, ma so che per ora, come lui stesso ha detto, si prenderà un periodo di riposo sul divano. Deciderà lui cosa fare e dove andare».

Festivalbar

«L’ho fatto per cinque anni, con Andrea Salvetti eravamo ragazzini, suo padre Vittorio, dopo mio padre, credo sia stato la persona più importante della mia vita, gli ho voluto un bene pazzesco, mi ha trattato come facessi parte della famiglia. Sono molto legato al Festivalbar, è un marchio forte. Tutto può accadere, ma non spetta a me».

Gli ascolti

«Sono nato in un’azienda privata, su Italia 1, a Mediaset, sono rimasto 25 anni in Rai, è stato uno scambio paritario, credo di aver sempre fatto tutto al massimo delle mie possibilità, ho portato a casa dei risultati importanti, però alla fine siamo dei professionisti, ognuno sceglie dove sta bene. A me affascina questo mondo che vedevo da spettatore, dopo il Festival di Sanremo quando sono stato contattato da Discovery, ho pensato e riflettuto due mesi prima di dire sì, amo le sfide impossibili. Sono consapevole che non vedrò più il 38% di share, ma se dal 3% si passa al 4%, ogni punto in più è un grande traguardo per questa azienda che ha grandi ambizioni esattamente come me. Vediamo nell’arco di tre, quattro anni quanti punti in più riusciamo ad aggiungere».

Novità future

«La mia speranza è fare bene i programmi che il pubblico conosce bene “Chissà chi è” (che a parte il titolo è “I soliti ignoti”) e “La Corrida”. Cose nuove arriveranno. Non voglio annoverare tra le novità lo show musicale, che è una festa, un esperimento. Stiamo certo pensando a cose nuove per la primavera, per gli anni a venire. Ci saranno occasioni di sperimentare. In Rai, “Stasera tutto è possibile” me lo sono andato a prendere in Francia con il produttore. Io amo i format. Non amo mettermi lì a pensare e a scrivere un programma, conosco le mie capacità. Ho sempre guardato format in giro per il mondo».

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