Antonella Clerici ci racconta come nasce “È sempre mezzogiorno!”

Dalla scelta delle ricette alle... sorprese: «Il bosco, i fiori, l’altalena: ho voluto io questa atmosfera fiabesca. E una cucina senza gare, pratica e confidenziale»

13 Ottobre 2022 alle 08:02

È venerdì, sono le 14.30 e per Antonella Clerici è terminata un’altra settimana di lavoro con “È sempre mezzogiorno!”. Sta tornando nella sua “casa nel bosco” in Val Borbera. «Sono in viaggio con Monica, la mia bellissima autista bionda che mi accompagna sempre da casa a Milano e viceversa» racconta allegramente la conduttrice. «E quando passano queste due bionde in macchina ci guardano tutti (ride)!».

Antonella, da 22 anni lei a mezzogiorno va in onda, dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica a mezzogiorno che cosa fa?
«Il sabato a mezzogiorno accompagno mia figlia Maelle che va a cavallo, mentre la domenica è il momento della giornata in cui preparo gli avocado toast per tutti».

Gli avocado toast?
«Sì, il nostro pranzo domenicale è un brunch e in questo periodo sono appassionata di avocado toast, che cucino con il pane tostato che facciamo in casa, l’avocado frullato con limone, zenzero, sale, pepe, salmone e uovo poché. Verso le 13 si mangia e siamo sempre tanti perché nel weekend ci sono anche i figli di Vittorio (Garrone, il compagno di Antonella, ndr)».

Mezzogiorno a parte, come trascorre i suoi weekend?
«Nessuna uscita mondana, niente trucco e pettinature varie, solo famiglia e amici cari. È il momento della settimana che dedico all’attività fisica. La mattina mi alzo presto, non sono mai stata una dormigliona, neanche da ragazza».

Dunque si alza presto, e cosa fa?
«Sia il sabato sia la domenica cammino nel bosco quando è bel tempo o faccio esercizi al coperto se piove. Il sabato è dedicato a Vittorio e a Maelle. A volte mi fa piacere accompagnare Maelle a fare un po’ di shopping. La domenica è la giornata dello svago, del relax e del divano. E il pomeriggio è riservato al filmone, o alla serie tv, con i pop corn e il camino acceso».

E dopo il film?
«La sera della domenica si cena con la pizza».

Veniamo alla tv: è vero che non le piacciono più le gare di cucina?
«Ne ho fatte tante: a “La prova del cuoco” avevamo la gara. Oggi preferisco i programmi di cucina dove posso imparare qualcosa».

Cosa intende?
«Per esempio “MasterChef” è una bellissima gara, ma secondo me non è un programma di cucina, è un talent, dove di cucinato vedi poco. I minuti, i secondi, il tempo che scade sono legati più ai talent e comunque a programmi montati, non in diretta come il nostro. In questo periodo della mia vita preferisco una cucina più familiare, più intima, più raccontata, che poi è l’idea da cui siamo partiti con il direttore di Raiuno Stefano Coletta nell’immaginare il programma».

Ogni giorno entra nel suo studio fiabesco con slancio, quasi di corsa per l’entusiasmo. Ha pure i tacchi...
«(Ride). Il contesto è la casa nel bosco, quindi ho un abbigliamento adeguato: jeans, camicia colorata e naturalmente gli stivali che hanno un po’ di tacco ma è comodo. È un’immagine country. E poi comincio commentando una notizia di attualità perché mi piace sottolineare il fatto che siamo in diretta».

Dove finiscono i manicaretti che preparate?
«Tutto viene mangiato da chi lavora al programma: nulla viene buttato».

Anche lei li mangia?
«Capita che a volte assaggi qualcosa, ma mi devo trattenere sennò sarei già arrivata a 200 chili!».

E invece è in grande forma: che cosa mangia?
«Finita la trasmissione vado in camerino e pranzo con quello che mi porto da casa e che preparo la mattina. In genere una pasta integrale condita con pomodoro, zucchine, con le verdure di stagione oppure un riso alla cantonese. La sera invece mangio le proteine perché ho imparato che per non prendere peso non devo toccare i carboidrati dopo le 17».

Quindi com’è la sua cena?
«Un minestrone di legumi o di verdure oppure carne ai ferri con verdure cotte, o ancora un roastbeef, un arrosto, del pollo».

Torniamo al programma. Prima di una puntata lei sa esattamente quello che succederà o ci sono cose che volutamente ignora?
«Le sorprese, come quando Alfio si veste in modo strano, non mi vengono anticipate perché quando sono stupita mi si legge in faccia ed è bello che il pubblico partecipi al mio stupore».

E per il resto?
«So tutto quello che succede in puntata, ma non ho un copione. Concorro con gli autori alla scaletta, so cosa cucinano gli chef, cambio le ricette…».

In base a cosa?
«La mia regola è che non si deve mai iniziare la puntata con una ricetta di carne o di pesce».

Come mai?
«Perché a mezzogiorno nel sud Italia hanno ancora il sapore del cappuccino in bocca (sorride). Allora bisogna iniziare con una torta o un antipasto, che per quell’ora sono più appetitosi. Poi voglio che l’ultima ricetta prima del pane di Fulvio Marino, che chiude la puntata, sia molto veloce perché penso a chi torna a casa all’una e dieci, ha una fame tremenda e mentre aspetta il tg ci guarda e ha voglia di ispirarsi con una ricetta veloce, facile e allo stesso tempo goduriosa. Queste sono alcune delle regole che ho imparato facendo cucina in tv da 22 anni in quella fascia lì».

Cos’altro?
«So come posizionare le ricette. Con gli autori faccio la griglia delle ricette della settimana, che variano a seconda del tempo: piove? Nevica? Fa caldo? Io poi sono una fanatica della stagionalità. Ora è il momento dei funghi, è chiaro che ripetiamo le ricette con i funghi ma ci sono adesso e poi non ci sono più, è inutile che facciamo la verza che tanto c’è tutto l’anno! Decidere la scaletta non è semplice: le chiacchiere sono per esempio meglio nella prima parte del programma che nella seconda».

Perché?
«La nostra trasmissione è più radiofonica all’inizio e più televisiva nella seconda metà, quando la gente inizia a entrare in cucina, dove ha il televisore, e ci segue. Nella prima parte invece sono tutti ancora in giro per le stanze a sistemare la casa e ti ascoltano solamente».

Insomma, dietro c’è uno studio attento.
«Già. E io sono appassionata di marketing. Sono una conduttrice che conosce anche il posizionamento dei break pubblicitari... c’è tutto uno studio dietro, non solo di ricette e di cuochi, ma anche di struttura della trasmissione. Guardo cosa fanno i nostri competitor, come loro guardano noi».

Chi si occupa della musica quando siete in diretta?
«Il maestro Andrea Casamento, che è lì con noi in studio e mette la musica in diretta. A parte le sigle, ci sono le musiche di ingresso dei cuochi (ognuno ha la sua). Per il resto il maestro decide di mettere le musiche che sottolineano l’umore del momento del programma. Noi non abbiamo copione, abbiamo una traccia. Il gobbista scrive solo il titolo della ricetta e gli ingredienti: per il resto è tutta farina del nostro sacco».

E poi c’è Alfio...
«È troppo divertente, vive nella valle accanto alla mia e anche lì è il mattatore, la persona a cui tutti vogliono bene, perché è proprio così: simpatico, mangione e allegro».

Ha parlato di break pubblicitari ma lei li chiama réclame.
«Li ho sempre chiamati così, da quando ho iniziato a fare “La prova del cuoco”. Maurizio Costanzo dice “consigli per gli acquisti”, réclame ha un tocco che ricorda altri tempi: il Carosello era pieno di réclame. E oggi è diventato un mio tratto distintivo».

I giovani lo capiscono?
«Ma sì, ridono. Al limite mi dicono che sono “antica come il brodetto”, un modo di dire romagnolo che i miei amici usano per prendermi in giro».

Lei sembra unire l’Italia, le telefonate per partecipare ai giochi arrivano dal Nord e dal Sud.
«È vero. E sa una cosa di cui vado fiera? Sono stata la prima in Rai a ottenere che fosse possibile chiamare anche con il telefonino. Fino all’anno scorso per partecipare ai giochi bisognava chiamare da un telefono fisso, ma a casa chi ce l’ha più?».

Dopo 22 anni di ricette (e un vitello tonnato da Oscar) non sarebbe ora che si lanciasse a cucinare con un programma tutto suo?
«Ma no, io faccio la conduttrice. A “È sempre mezzogiorno!” noi parliamo anche di attualità, di cronaca. Oddio, non è detto che nella seconda parte della mia vita, quindi tra poco, non inizi anche io a cucinare in tv, però c’è chi lo fa molto meglio di me, mentre io credo di essere capace di fare il mio lavoro con la parlantina meglio di come farei cucinando».

Qual è l’angolo del suo studio che preferisce?
«Quando all’inizio sono dentro al bosco, perché è un ambiente magico, che dà l’idea non di uno studio televisivo ma di una casa. E poi l’altalena, quello è un elemento iconico del bosco, è colorato, fiabesco. E l’immagine del bosco e della favola è quella che io fin dall’inizio ho pensato».

Durante la réclame ci va sull’altalena?
«Eccome! Mi diverto un sacco, poi mi sgridano perché è vero che è fissata, ma devo stare attenta. Una volta in diretta Alfio mi ha spinto troppo e sono caduta... le risate! Per quello mi piace la diretta, perché quando succede la cosa sbagliata, che rompe gli schemi, è divertente. Io adoro “l’anello che non tiene” per dirlo alla Montale (Antonella cita “Limoni”, una poesia di Eugenio Montale, ndr). E ce ne sono stati milioni (ride)! Con le mie cavolate televisive e le mie gaffe si potrebbe fare una intera serie tv!».

Lei vive nella natura da qualche anno ormai. Ha imparato la stagionalità della frutta e della verdura? Cosa c’è in questo periodo?
«Ci sono i funghi, le castagne tra poco, e sta per iniziare la stagione della zucca. E poi il cavolo per tutto l’inverno perché ha bisogno del freddo».

Complimenti!
«Ma soprattutto ho imparato una lezione preziosa. Vittorio mi dice sempre: “Quando sei nervosa vai nell’orto e strappa le erbacce. Togliendo quelle, togli anche le cose brutte dalla vita. È terapeutico”. E sa una cosa? Funziona!».

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