Antonella Clerici è tornata con “È sempre mezzogiorno!”: «Il bello della (mia)diretta»

La conduttrice ci accompagna dietro le quinte del programma e apre il suo camerino. «È come una seconda casa, l’ho reso accogliente e riempito di foto»

Antonella Clerici  Credit: © Marco Rossi
30 Settembre 2021 alle 07:56

Da 21 anni praticamente tutti i giorni alle 11.59 (più o meno) Antonella Clerici è pronta a entrare in uno studio televisivo e andare in onda in diretta, portando il buonumore. «Ormai con il pubblico del mezzogiorno c’è un rapporto quasi familiare, di affetto e di fiducia» racconta la conduttrice. «È come se fossi una mamma, una zia, una sorella delle persone a casa. E con la mia televisione leggera faccio un po’ di compagnia».

Cosa succede in quei 60 secondi prima della diretta?
«Partirei a raccontare da un po’ prima».

Prego.
«Il momento clou prima della diretta è quando in camerino mi vesto, faccio gli ultimi ritocchi al trucco, metto l’anello o il gioiello e sono pronta. Le ragazze che sono con me mi dicono che mi viene “l’aura”».

Cos’è?
«È come se, una volta preparata, mi illuminassi. Io in fondo sono una donna timida e dai miei vestiti, dalla mia immagine e dal calarmi nel ruolo della conduttrice prendo coraggio. Già dal camerino inizia il mio percorso per arrivare sul palcoscenico».

E nell’ultimo minuto dietro le quinte prima di entrare?
«Prendo un caffè, che mi dà la carica. Le prime volte c’era un po’ di tensione, ma ormai è come una specie di “happening”. La cosa bella è che quello che si vede in video succede, peggiorato, dietro le quinte».

Peggiorato?
«Sì, l’allegra confusione, la risata, la battuta… dietro le quinte tutto è moltiplicato per dieci. Io sono lì in attesa che parta la sigla e i cuochi chiacchierano, mi imitano quando faccio il gesto di aprire la finestra, ballano… li vedo con la coda dell’occhio, mi viene da ridere e io entro in studio già ridendo. Questo è il bello di “È sempre mezzogiorno!”».

Da neanche un mese è tornata con la seconda stagione.
«L’anno scorso era una incognita. È stato faticoso mettere a punto un programma che non avesse gare né giudici, che ribadisse la diversità col passato. Un programma fatto di ricette e di chiacchiere… Quest’anno il pubblico conosceva già la trasmissione, l’aveva apprezzata e ci aspettava con affetto».

Quali novità ci saranno?
«L’idea è sempre quella della mia casa nel bosco, da cui si aprono finestre e collegamenti con il mondo esterno. Si parla di cibo, di attualità, di argomenti leggeri, della nostra bella Italia… Ci sono delle rubriche nuove, un “parco cuochi” in continua evoluzione e soprattutto quest’anno cercherò sempre di più l’interazione con il pubblico, con i giochi, le telefonate…».

Facciamo un gioco. Provi a raccontarsi attraverso i programmi che ha condotto. Partiamo da “Dribbling”. Lei e lo sport.
«Ho fatto tutti gli sport… male. Mia madre era convinta che una ragazza dovesse saper fare tutto. Ho giocato a tennis e mi chiamavano “gatto di marmo”».

Gatto di marmo?
«Sì, perché non correvo: ho un ottimo stile ma, da pigra, non corro. Poi scio bene, ho cominciato a 6 anni. Sciare per me è sinonimo di libertà, mi piace da morire. Verso i 14 anni ho fatto nuoto agonistico, i 100 metri stile libero erano la mia specialità. Ero bravina, ma non una promessa. Mi allenavo anche tutti i giorni, poi ho lasciato anche perché mi venivano i capelli verdi con il cloro (ride). Non ho finito…».

Ce n’è ancora?
«Ho giocato a basket, mi divertivo perché era uno sport di squadra, ma la domenica c’erano le partite mentre io preferivo andare a sciare e alla lunga ho smesso. Nello stesso periodo mi ero qualificata per i campionati regionali di corsa campestre. Io dico sempre che sono una maratoneta e non una centometrista: sono una da sport “di tenuta”. Dai 10 ai 20 anni ho fatto tutti gli sport, dopodiché ho vissuto di rendita per un po’. Poi la rendita è finita. Però se oggi mi invitano a una partita di tennis oppure a fare una sciata, me la cavo bene. All’occasione so anche fare due tiri a golf e guidare una moto da cross».

Accidenti.
«Sono stata una sportiva “piaciona”, non una sportiva agonista, ho fatto un po’ di tutto».

E adesso?
«Camminate, tapis roulant, pesetti, stretching. Non sono una da yoga: una volta ho fatto una lezione e l’insegnante mi ha detto: “Lei è troppo energetica, parla con tutti, distrae la classe… non è per lei!”».

Ha condotto “Domenica in” sia con Fabrizio Frizzi, sia con Carlo Conti: Antonella e l’amicizia?
«È molto importante, pensi che le mie amiche del liceo le sento ancora oggi. Con il mio “fratellone” Carlo Conti mi confronto sempre prima di fare una scelta importante di lavoro, così come con il mio agente Lucio Presta, che per me è un punto di riferimento».

Continuiamo il nostro gioco. “La prova del cuoco”: ha imparato a cucinare?
«Mi arrangio. Vent’anni di cucina in tv mi hanno insegnato a inventarmi qualcosa con quello che trovo in frigorifero. La vera cuoca di famiglia è mia figlia Maelle: è bravissima, fa persino la pasta fresca in casa. Io ho un paio di specialità: il vitello tonnato, e lì sono la numero uno, e i risotti».

Quale in particolare?
«Quello alla milanese è il mio “comfort food”. Quando sto male me lo cucino perché mia mamma mi diceva sempre: “Mangia il risotto giallo che ti fa bene”».

“Il treno dei desideri”: il suo desiderio realizzato e quello che ancora deve realizzare?
«Professionalmente il Festival di Sanremo, personalmente la nascita di mia figlia e la fortuna di aver incontrato un uomo come Vittorio (Garrone, il compagno, ndr). Per il resto, credo che non si debba chiedere troppo alla vita. Desidero solo essere serena come sono oggi, non voglio di più».

“Adesso sposami”: Antonella e il matrimonio…
«Prima o poi con Vittorio accadrà, però non nell’immediato. E non farò, come sarebbe nella mia natura, una grande festa. Cercherò di renderlo più intimo possibile: alla mia età ho già fatto due matrimoni, vorrei evitare di sembrare Liz Taylor!».

Ad “Affari tuoi” si tratta di scegliere un pacco o un altro: Antonella e le sue scelte di vita?
«Di pacchi ne ho presi anch’io qualche volta! Eppure mi hanno sempre portato qualcosa. Penso che niente accada per caso, anche un pacco pieno di dolore o di delusione, anche i pacchi scomodi, quelli vuoti o quelli con un contenuto diverso da ciò che ti aspettavi, in realtà servano a farti crescere. Della mia vita non rimpiango niente».

Il Festival di Sanremo: Antonella e il successo.
«Non mi ha cambiato. Ricordo che dopo il Festival ricevevo inviti, tutti mi cercavano, la popolarità era a mille… Invece io mi sono chiusa di più. L’ho vissuto più dai giornali che dalla vita vera. La passione per il mio lavoro è stata sempre più importante del successo».

“Ti lascio una canzone”: Antonella e i bambini.
«È il mio programma del cuore, i bambini li ho visti diventare grandi, alcuni diventare famosi. L’ho iniziato che ancora non ero mamma, poi è arrivata Maelle».

“Sanremo Young”: Antonella e la competizione. Avrebbe mai partecipato a un talent?
«Con il mio carattere no. Io amo stare in squadra ma non amo la gara. Anche in tv non mi piace dire: “Vado contro qualcuno”».

Lei ha rifatto “Portobello”, ma qual era il programma che da ragazza amava di più?
«“Portobello” condotto da Enzo Tortora mi piaceva tantissimo perché era innovativo. Quando l’ho fatto io purtroppo ci siamo resi conto che era un programma che ormai esisteva spezzettato un po’ dappertutto: il mondo intanto era andato avanti e ogni trasmissione ha un senso nel suo momento storico. Ho imparato la lezione. Se mi chiede quali sono stati i programmi della mia vita le dico “Portobello” e “Rischiatutto”».

“The Voice Senior” è la sua creatura più recente (insieme con “È sempre mezzogiorno!”): cosa ci può anticipare della nuova edizione?
«Partirà il 26 novembre e in giuria avremo Orietta Berti, Clementino, Gigi D’Alessio e Loredana Bertè. Stiamo facendo le selezioni per i concorrenti: oltre la bravura e la capacità canora, quello che cerchiamo sono belle storie personali, che racconteremo nella zona dei divanetti, che quest’anno saranno più articolate».

E con “The Voice Senior” chiudiamo il nostro gioco: che rapporto ha con l’età che avanza?
«A nessuno piace invecchiare, ma l’alternativa qual è? Morire. Allora è meglio invecchiare! L’importante è farlo bene, essere giovani nella testa ma allo stesso tempo fare le cose che appartengono alla tua età».

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