Antonello Falqui: morto il regista padre del varietà

Scomparso a 94 anni a Roma. Ideò e diresse "Studio Uno" e "Canzonissima", lanciò Mina, Walter Chiari e le gemelle Kessler

Antonello Falqui  Credit: © Facebook
16 Novembre 2019 alle 10:48

«Sono partito per un lungo lungo lungo viaggio… potete venire a salutarmi lunedì 18 novembre alle ore 11 alla Chiesa S.Eugenio a Viale Belle Arti Roma. Mi raccomando, niente fiori… al loro posto, se volete, potete aiutare l'associazione QuintoMondo Animalisti Volontari Onlus. P.S. Perdonate Jimmy, Matteo e Luca se non vi hanno avvisato prima…».

Con queste parole pubblicate sui social la famiglia ha annunciato la morte di Antonello Falqui, regista che fu il caposcuola e l’inventore del varietà all'italiana, artefice del lancio e del successo di tanti grandi personaggi dello spettacolo. Suoi sono infatti pezzi di storia della nostra tv come Studio Uno o Canzonissima e a lui devono il loro successo grandi artisti come Mina, Walter Chiari, Paolo Panelli a Bice Valori, Franca Valeri o le gemelle Kessler.

Il regista che da poco (lo scorso 6 novembre) aveva compiuto 94 anni, era nato a Roma nel 1925. Nella sua lunghissima carriera ha diretto, fra l’altro, quattro edizioni di Canzonissima (1958, 1959, 1968, 1969), altrettante di Studio Uno (1961, 1962-63, 1965 e 1966) e Milleluci nel 1974 con la collaborazione di Guido Sacerdote.

Figlio del critico e scrittore Enrico Falqui, dopo essersi iscritto in Giurisprudenza, Antonello Falqui la abbandona attratto dal cinema e dal '47 al '49 frequenta il corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel '50 è aiuto regista di Curzio Malaparte durante la lavorazione del film Cristo proibito. L'approdo in Rai è del '52 come regista di alcuni documentari. Il programma che lo consacra presso il grande pubblico è però Il Musichiere, in onda dal '57 al '60 e condotto da Mario Riva.


La Rai che tanto deve a suo talento celebra Antonello Falqui su Rai Play presentando sulla Home Page una selezione dei suoi spettacoli che hanno fatto la storia della tv introdotti da un’intervista esclusiva concessa per ricordare il suo primo grande successo: Studio uno. La raccolta in versione integrale comprende: le prime tre stagioni di Studio Uno, il varietà che ha segnato la storia della televisione italiana, anche grazie all’esordio delle gemelle Kessler, alla conduzione di Mina, nell’edizione del 1961 e del 1965, di Walter Chiari, nell’edizione del 1963, ed ad un cast straordinario che comprende il Quartetto Cetra, Lelio Luttazzi, Rita Pavone e tanti altri.

Insieme al suo primo grande successo sono disponibili sulla piattaforma digitale della Rai molte altre tappe della sua carriera di grande regista televisivo che attraversano oltre 25 anni della televisione italiana: Teatro 10 condotto da Alberto Lupo, Dove sta Zazà con l’indimenticabile Gabriella Ferri, Milleluci ancora con Mina e Raffella Carrà, Fatti e Fattacci un varietà itinerante con Gigi Proietti e Ornella Vanoni, Bambole non c’è una lira che vede la partecipazione tra gli autori di Maurizio Costanzo, Il Ribaltone con Loretta Goggi, Giochiamo al Varietè una straordinaria collana di speciali dedicati al grande cabaret italiano, Attore Amore mio una parodia del teatro affidata al genio di Gigi Proietti per finire con Al Paradise uno dei suoi ultimi varietà con la partecipazione di Oreste Lionello e Milva.

Inoltre su Raiplay è disponibile anche una delle poche regie di serie televisive firmate dal maestro: Giandomenico Fracchia – sogni proibiti di uno di noi nel quale Paolo Villaggio, reduce dal grande successo cinematografico di Fantozzi tornava a misurarsi con il pro-genitore televisivo della sua mitica maschera.  

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