Antonino ha trionfato a “Tale e quale show” e al “Torneo dei campioni”

Con Sorrisi parla degli inizi ad “Amici”, delle delusioni, di Sanremo

24 Novembre 2022 alle 08:10

Antonino Spadaccino nasce a Foggia. A 22 anni, nel 2005, vince il talent “Amici” di Maria De Filippi, poi di lui una manciata di notizie, apparizioni, album, canzoni, finché alla soglia dei 40 anni spopola in tv vincendo l’edizione numero 12 di “Tale e quale show” di Carlo Conti. E, la settimana successiva, pure il “Torneo dei campioni” del 2022.

Da subito ha dichiarato: «Tutto è cominciato con la promessa di fare cose folli da ricordare».
«Negli ultimi tempi mia mamma Rosa ha avuto dei problemi di salute mentale.Una volta, in un momento di lucidità, mi guarda e mi dice: “Anto, devi fare cose folli, così me le posso ricordare”. La promessa l’ho fatta a lei».

In diretta tv ha consegnato il trofeo ai suoi genitori.
«Papà Raffaele cantava in salotto, è stato il mio primo maestro di musica. Ho vinto interpretando “Se stiamo insieme” di Riccardo Cocciante, è la canzone d’amore dei miei genitori. La coppa è a casa loro e quando arrivano visite mia mamma dice: “Carlo Conti è venuto in platea a salutarmi!”. Se lo ricorda».

Carlo Conti l’ha voluta fortemente in gara.
«Con Carlo ci siamo corteggiati per dieci anni. Mi invitò nel 2011 ma ero ad “Amici Big”, poi c’era il disco, la tournée, ogni anno c’era un motivo che non mi permetteva di partecipare. E io non faccio un programma televisivo se non sono sicuro di portare il mio valore aggiunto».

Qui che valore ha portato?
«Il belcanto in prima serata. All’estero siamo il paese del belcanto e trasformarmi in Masini, Cocciante, Leali era un’occasione irripetibile».

La cosa più folle?
«Esibirmi come Loredana Bertè è stata la cosa più folle, immersiva e toccante della mia vita. Per interpretare un suo brano c’è bisogno di una maturità e di un frullatore di emozioni».

Numeri: sei ore di trucco e parrucco per diventare la Bertè.
«C’è stato un lavoro di una settimana, alla fine ti guardi allo specchio e vedi un’altra persona: “Ammazza, che gran gnoccona!” mi sono detto».

Ha ricevuto complimenti da Giorgia, Emma, lo stesso Tom Walker che ha imitato.
«Giorgia l’ho incontrata una sola volta, fu un momento, la fermai, la guardai negli occhi e riuscii a dirle: “Tu sei un faro di speranza”. Lei mi abbracciò».

Maria De Filippi l’ha sentita?
«So che Maria mi ha fatto un grande in bocca al lupo ad “Amici”. Nel 2016 sono tornato lì a promuovere il mio album ed è stato come tornare a casa. “Amici” mi ha cambiato la vita e mi sento fortunato per quel percorso. Poi bisognerebbe restituire più che continuare a chiedere».

Quando vinse la quarta edizione di “Amici” cosa vedeva nel suo futuro?
«Ero un ragazzino, ma il sogno della mia vita è sempre stato cantare, e anche oggi se sono su un palco e posso cantare mi sento vivo».

In giuria Cristiano Malgioglio è stato il suo grande sostenitore.
«Lui è un artista coraggioso, ha detto quello che molti pensano di me: “Negli ultimi 15 anni un ragazzo che canta così si merita un grande posto nella discografia italiana”».

I fan scrivono: «Un grande artista, è ora che l’Italia se ne accorga».
«C’è stata una “sommossa” sui social».

Si sente un talento sottovalutato?
«No, probabilmente la mia esposizione mediatica è avvenuta a cavallo di un periodo storico particolare. Nel 2004 chi vinceva un talent era visto come uno scherzo venuto fuori dalla tv».

Le radio non passavano le sue canzoni?
«Diciamo che non ho avuto vita facile».

Mai pensato a un piano B?
«Grazie a Dio e grazie a me ho sempre vissuto di musica. Nel momento in cui non avevo un contratto in Italia, fra il 2009 e il 2010, sono andato all’estero e ho vinto due Festival internazionali in Romania e in Turchia. Ma ho sempre mantenuto il piano A, come Antonino».

Malgioglio le ha scritto un brano per il prossimo Festival di Sanremo.
«Anche altri autori mi hanno mandato canzoni preziose, sto preparando un album e pure un tour, ho proposto tre pezzi alla Commissione di Sanremo, ci spero, ma rimetterò a loro la scelta».

Fino a qualche settimana fa di Antonino in tv si ricordava solo lo chef Cannavacciuolo.
«Lui è il re dei fornelli, però il buon cibo si sposa sempre con una buona colonna sonora».

Con queste vittorie qualcosa cambierà?
«Queste vittorie fanno bene a tutto, alla voglia di brillare in prima serata e alla mia autostima. Carlo Conti che ti accoglie e poi dietro le quinte ti incoraggia e ti dice: “Vai e spacca” non è una cosa che accade a tutti».

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