Bianca Berlinguer: «Lavoro il doppio con lo stesso entusiasmo»

Oltre al martedì sera, dal 20 ottobre, va in onda anche la domenica con "È sempre Cartabianca"

20 Ottobre 2024 alle 08:23

Dal 20 ottobre Bianca Berlinguer raddoppia il suo impegno in prima serata: oltre al martedì, la vedremo in “È sempre Cartabianca di domenica”. Al momento sono previste quattro puntate, sempre su Rete 4.

Bianca, è il suo secondo anno in Mediaset. In questa stagione ha cambiato qualcosa nella preparazione del programma?
«Rispetto all’anno scorso cerchiamo di allungare i servizi, il girato, ma la struttura del programma è più o meno la stessa: commentiamo la notizia del giorno, di politica o di esteri, con una platea di ospiti. E in apertura abbiamo Mauro Corona e spesso altre persone che hanno significative esperienze di vita da raccontare. O, talvolta, vicende drammatiche di cronaca, come la strage di Altavilla Milicia (PA), in Sicilia, quella in cui un uomo ha sterminato la sua famiglia perché convinto che vi fossero delle “presenze demoniache”: ci ha offerto lo spunto per parlare della diffusione delle sette in Italia».

I due appuntamenti del martedì e della domenica saranno diversi?
«Nella scelta dei temi cercheremo di differenziarli, fermo restando che si parte dalla stretta attualità. Andiamo sempre in diretta, io sono contraria a registrare perché poter cambiare la scaletta all’ultimo minuto è un vantaggio».

Mauro Corona ci sarà anche di domenica?
«Sì, stiamo studiando una formula differente con lui per il doppio appuntamento».

Qual è l’apporto imprescindibile di Corona al programma?
«Il suo punto di vista originale e la sua imprevedibilità. Io per prima mi stupisco, non c’è mai nulla di preparato e tutto è affidato ai nostri duetti che piacciono molto al pubblico».

Rete 4 fa dell’informazione il suo punto di forza. Guarda i programmi dei colleghi?
«Assolutamente sì. Cerco di guardare i programmi di tutti i miei colleghi di Rete 4: Del Debbio, Porro, Giordano, ma anche quelli di La7, come Gruber e Augias, e della Rai. Con Floris è più difficile perché andiamo in onda in contemporanea. Ma lo recupero comunque dopo. Lo dico sempre al mio gruppo di lavoro: bisogna leggere tutti i giornali e guardare tutta l’informazione televisiva, perché anche così vengono nuove idee».

I telespettatori le offrono mai spunti per approfondimenti?
«Può succedere. Per esempio, dopo aver visto qualche foto delle mie vacanze in Sardegna, alcuni spettatori sardi mi hanno chiesto di approfondire i progetti di costruzione di pale eoliche che, se realizzati, deturperebbero il paesaggio della costa. Posti bellissimi come il tratto di mare tra Alghero e Stintino (SS)».

Ci porti con lei dietro le quinte: nel suo camerino ci sono oggetti che la fanno sentire a casa?
«No, e francamente non ne sento la mancanza. Ho un camerino molto piccolo, dove sto solo il tempo necessario per prepararmi. Con il truccatore, il parrucchiere e la sarta non ci stiamo dentro tutti insieme, bisogna che entrino uno per volta (ride)».

Sceglie in anticipo cosa indossare?
«Decido anche all’ultimo, un’ora prima di andare in onda, fra due o tre proposte fatte dalla costumista nel corso della settimana».

Porta spesso un paio di orecchini di perle. Sono un regalo a cui tiene?
«Me li ha regalati mio marito (l’ex senatore e sociologo Luigi Manconi, ndr). Mi piacciono molto».

In questo 2024 ricorrono i 40 anni dalla morte di suo padre, Enrico Berlinguer. E un documentario su Sky, “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”, ricorda una settimana cruciale per il nostro Paese. L’ha visto?
«Sì, ancor prima che uscisse. Il regista, Samuele Rossi, desiderava che noi figli lo vedessimo in anticipo. Ha messo insieme tanto materiale, tutto originale, un lavoro durato a lungo. Lo trovo bello e importante, anche se è stato straziante rivedere le immagini di quando papà si sentì male sul palco di Padova e di quei giorni terribili».

Il 16 ottobre il film “Berlinguer. La grande ambizione” apre la Festa del cinema di Roma. Elio Germano recita nei panni di suo padre. Contenta di questo tributo?
«È il primo prodotto di fiction su mio padre. Quando mi hanno detto che a interpretarlo sarebbe stato Elio Germano la cosa mi ha rassicurato perché è un bravissimo attore, molto capace di immedesimarsi nei personaggi che interpreta. Nel trailer si vede lui di spalle, mai in volto. Il suo modo di camminare e di salutare mi sono sembrati identici a quelli di papà».

Sua figlia Giulia le somiglia fisicamente.
«Assomiglia sia a me che a Luigi. Ma ha sicuramente gli occhi Berlinguer».

Siete simili anche nel carattere?
«In parte: Giulia ha una determinazione e una forza di volontà importanti. Ma è molto più “compagnona” di quanto non lo fossi io alla sua età. Siamo diverse e va bene così. È bello che un figlio non diventi la copia dei suoi genitori e abbia la sua personalità».

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