A pochi giorni dal fischio d’inizio, parliamo con l'ex campione del Milan, oggi nella squadra dei commentatori di Sky Sport
La Serie A torna in campo. Tra sabato 17 agosto, domenica 18 e lunedì 19, si gioca la prima giornata del campionato 2024-25 e inizia così la lunga corsa che il prossimo 25 maggio deciderà chi succederà all’Inter (campione del 2023-24) nell’albo d’oro. A poche ore dal fischio d’inizio, abbiamo fatto il punto della situazione con Billy Costacurta, uno degli eroi nella storia del Milan e oggi stella nella squadra dei commentatori del calcio di Sky Sport.
Sky Sport che seguirà la Serie A proponendo in diretta tre partite di ogni giornata (il sabato alle 20.45, la domenica alle 18 e il lunedì alle 20.45) e garantendo agli abbonati almeno 30 delle migliori 76 partite del campionato, tra le quali già spiccano quattro scontri diretti tra le “grandi”: Juve-Roma (terza giornata), Inter-Juve (nona giornata), Juve-Torino (dodicesima giornata) e Milan-Inter (ventitreesima giornata). Sky Sport, inoltre, proporrà non solo i suoi approfondimenti prima, durante e dopo i match, dai campi e dallo studio, ma anche gli highlight per tutte le 380 partite della stagione. La parola, ora, passa a Costacurta…
Billy, questo campionato di Serie A parte dopo la grande delusione della Nazionale agli Europei in Germania. Che lezione dovremmo aver imparato da questo passo falso?
«Che non bisogna sopravvalutare i giocatori nel momento in cui, dietro di loro, non ci sono degli uomini. A me è stato insegnato che ogni squadra dev’essere un gruppo ben collegato. Credo che Luciano Spalletti, il commissario tecnico della Nazionale, abbia sopravvalutato i suoi giocatori o abbia avuto difficoltà a collegarli. Colpa dell’allenatore? Colpa dei giocatori che non ci sono arrivati? Questo è il grande dilemma. Certo è che a volte devi scegliere ragazzi che magari tecnicamente non sono proprio il massimo, ma che cementano il gruppo, che hanno la leadership per stare in un gruppo. Ecco, secondo me in quella Nazionale non c’erano abbastanza persone con queste caratteristiche».
E ora parliamo davvero di campionato. Senza giurare su nulla, al momento quali squadre le sembrano più strutturate per la corsa allo scudetto?
«Io dico Inter, e con buon distacco. Certo, il mercato è ancora aperto e ci sono squadre che possono ancora avvicinarsi ai campioni in carica. Penso alla Juventus, al Milan, al Napoli… Però in questo momento sarebbero staccate dall’Inter anche se comprassero Messi e Cristiano Ronaldo».
La squadra-sorpresa dello scorso campionato è stato il Bologna…
«Assolutamente sì».
Ha già in mente una possibile sorpresa per quest’anno?
«Mi pare che la Fiorentina stia facendo delle cose interessanti. Io stimo il nuovo allenatore Raffaele Palladino e penso che società si stia muovendo bene per accontentarlo… Però credo che per la testa della classifica e dunque per la zona Champions ci saranno le solite squadre: Milan, Inter, Juve, Roma, Atalanta…».
Ricordo che nello scorso campionato lei si è infortunato nello studio di Sky tentando di far vedere come si sarebbe mosso in un’azione di Milan-Cagliari… Accade spesso che il Costacurta calciatore si imponga sul Costacurta commentatore?
«Eh sì, capita! Ma non solo a me. Succede spesso che in studio, durante le partite di Serie A o di Champions, io, Capello, Del Piero, Di Canio, Marchegiani ci ritroviamo a mimare quel che avremmo fatto noi. È chiaro che sul divano è tutto molto più semplice ed è chiaro che il calcio è cambiato, ma certe volte io vedo degli errori di tecnica che mi fan capire come certi difensori abbiano lavorato più su altre cose che sulla marcatura».
Preferisce vedere la partita allo stadio o in studio?
«Io preferisco lo studio. Per esempio per la possibilità di rivedere bene i replay: mi muovo con SkyGo o con SkyQ, rivedo l’azione e posso commentarla con gli altri, posso condividere i miei dubbi, le mie curiosità, le mie simulazioni delle azioni di gioco».
Qual è il fascino unico e irripetibile della Serie A?
«Io lo ritrovo nei tifosi. A me, che sono più razionale che passionale, colpisce sempre vedere quanta passione si possa avere per una squadra di club. Mi sorprendo sempre di fronte a quel che possono provocare un gol, una parata, un risultato, sull’umore di una persona. Sono emozioni che io intuisco ma non percepisco».