In attesa di tornare con “La Corrida”, Conti è assente dai teleschermi. Ma lui non è mai stato un tipo pigro...
Un'unica domanda, ma tante risposte per Carlo Conti che tornerà prossimamente in tv con La Corrida.
«Preparo il ritorno»
«Quando sono in video è solo la punta dell’iceberg: sotto c’è un lavoro autorale che non si ferma mai. Ecco perché, sebbene non mi vediate in tv, lavoro duro dietro le quinte. A “L’eredità” abbiamo fatto piccole modifiche per cucirla su misura a Flavio Insinna; “Ora o mai più” l’abbiamo adattato al sabato sera. E poi c’è la nuova edizione di “La Corrida” che partirà a fine marzo: sono iniziati i provini e, tra riunioni, confronti, idee, questa è la fase che porta via più tempo. È quella che non si vede, ma la più grossa e stimolante per chi fa il nostro mestiere».
«Mi godo Matteo»
«Proprio come desideravo, in questo periodo ho più tempo per la mia famiglia e per me. È stata una scelta precisa. Ho scoperto che le giornate volano, se non devi fare niente. Certo, non capita spesso di non avere impegni. Ricordo che un giorno non avevo riunioni, ho portato Matteo a scuola la mattina e all’improvviso, senza rendermene conto, mi sono ritrovato che erano le 16 e dovevo già tornare a prenderlo. Ogni tanto ci vuole anche questo, per riorganizzare le idee e per farsene venire di nuove. Non sono mai stato un grande fruitore di tv e ora ne guardo ancora meno. Ormai in prima serata lo spettacolo lo fa mio figlio Matteo!».
«Aspetto il Festival!»
«Il Festival di Sanremo sta per cominciare e io lo seguirò con piacere, come faccio da quando sono bambino. È un appuntamento immancabile, come vedere la Nazionale italiana che gioca a calcio. E da quando l’ho fatto, in quei tre anni belli, intensi e pazzeschi, lo seguo con un occhio ancora più affettuoso, non solo da telespettatore. Trovo il cast forte e variegato. Poi è chiaro, tutto dipende dalle canzoni, e ho grande curiosità di ascoltarle. Sono contento che torni Virginia Raffaele, che ha fatto con me la mia seconda edizione. A lei mando un in bocca al lupo speciale: è una fuoriclasse e lo dimostrerà ancora una volta, ne sono certo».
«Tifo Fiorentina»
«Confesso, in questo periodo, avendo del tempo libero in più, ho anche pensato di dedicarmi a qualche attività sportiva. Ma non avendo mai fatto alcun tipo di movimento fino alla mia età, temevo che... mi facesse male. Cominciare adesso potrebbe essere troppo rischioso, non si sa mai, meglio continuare come ho sempre fatto. Lo sport, allora, me lo guardo in televisione. Le partite di calcio in tv della mia Fiorentina, quelle non me le perdo mica! Persino quando avevo l’impegno dello spettacolo a teatro in qualche modo cercavo di non farmele sfuggire. Sono riuscito a vedere anche Fiorentina-Torino dietro le quinte insieme con i macchinisti: è terminata esattamente due minuti prima di andare in scena, e io mi sono presentato sul palco miracolosamente puntualissimo. E allora vedete che in fondo la passione per lo sport ce l’ho anch’io?».
«Recito a teatro»
«Con Pieraccioni e Panariello abbiamo appena terminato l’ultima delle 19 repliche del nostro spettacolo al teatro Verdi di Firenze. Erano 1.428 persone ogni sera, che si aggiungono, solo per restare a Firenze, alle 6.000 per ognuna delle 17 date fatte al Nelson Mandela due anni fa. Abbiamo cercato di offrire allegria e risate, e abbiamo ricevuto un abbraccio gigantesco, un amore assoluto da parte del pubblico. Una sera anche mio figlio Matteo è uscito sul palco per i saluti finali, si è divertito tanto e ha fatto pure l’inchino».
«Vedo gli amici»
«Con tutti i pregi e i difetti io, Panariello e Pieraccioni siamo gli stessi di 25 anni fa. Il nostro rapporto è così consolidato che sembra impossibile migliorarlo. Abbiamo fatto la gavetta insieme e vuol dire aver condiviso speranze, sogni, delusioni. Ma alla base della complicità, dell’amicizia, dell’affetto fraterno c’è una grande stima professionale. In tutti questi anni ci siamo confrontati ma non abbiamo mai litigato, non ci siamo mai mandati a quel paese».