Dopo una lunga attesa, domenica 30 maggio su Raiuno vedremo la 63ª edizione dello Zecchino d’Oro. L’evento musicale più amato dai bambini doveva andare in onda a dicembre, ma a causa del Covid e delle difficoltà a fare arrivare a Bologna i piccoli solisti provenienti da tutta Italia, si è preferito rimandare.
Non era mai accaduto prima che lo Zecchino saltasse un appuntamento da quando è nato, nel 1959: «L’unico evento eccezionale nella sua storia è stato nel 1976 quando è andato in onda due volte in un anno perché si era deciso di spostare la messa in onda da marzo a novembre» ha spiegato frate Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano. Per questo ora la festa sarà ancora più bella.
Lo Zecchino andrà in onda, domenica 30 maggio a partire dalle 17.20 e si concluderà alle 20. Sarà una doppia diretta. Carlo Conti, che è anche direttore artistico, condurrà dagli studi televisivi dell’Antoniano di Bologna. Con lui ci saranno i 16 piccoli solisti che canteranno dal vivo e saranno accompagnati dal Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni. Mara Venier, invece, sarà a Roma, nello studio di “Domenica in”, insieme con la giuria degli adulti.
A votare le 14 canzoni (due brani sono condivisi) saranno una giuria di vip e una composta da 10 bimbi di tutta Italia, capitanati da un personaggio dei Buffycats dei “44 gatti”. I brani fanno parte della compilation uscita il 4 dicembre, che è stata realizzata con la direzione artistica del maestro Peppe Vessicchio. Tra gli autori, Simone Cristicchi, Francesco Tricarico, Leonardo Pieraccioni e Paolo Belli. Anche in questa edizione, lo Zecchino si fa portavoce del progetto solidale “Operazione Pane”, che supporta 13 mense francescane in tutta Italia, con una settimana di sensibilizzazione che durerà fino al 30 maggio (per informazioni: operazionepane.it).
I due conduttori dello "Zecchino d'Oro"
Carlo Conti: «Per i bambini sono come un fumetto»
Il direttore artistico, nonché conduttore (da Bologna), dello Zecchino d’Oro, da sempre ha un affetto viscerale per i più piccoli.
Quanto li ama? «Tantissimo, sono un po’ Peter Pan anch’io. C’è una parte fanciullesca in me che è aumentata da quando c’è mio figlio, perché faccio cose che da piccolo non potevo permettermi in quanto non avevo la disponibilità economica». Come si sente quando è in mezzo a loro? «Mi diverto tantissimo per quello che dicono, la loro spontaneità e leggerezza. Oggi come oggi, quello che abbiamo perso di più noi adulti è proprio la leggerezza». I bambini sono affascinati da lei? «Sì, mi vedono come un fumetto con gli occhiali, il nasone e la carnagione scura, tant’è che mi ha reso felice avere dato la mia immagine a uno dei personaggi dei “44 gatti”: Gattocarlo è fatto a mia immagine e somiglianza, e ne sono molto orgoglioso!». Suo figlio Matteo, 7 anni, che bambino è? «È vivace, dolce, ingenuo e con le bizze della sua età, ma abbastanza tranquillo». Che giochi fate insieme? «Giochiamo con la playstation, a calcio, peschiamo al mare o in qualche laghetto, ma con scarsi risultati. Inoltre Matteo aiuta a tenere l’orto. A Firenze abbiamo un pezzetto di terra e abbiamo piantato piselli, fave e pomodori». Un rituale tutto vostro? «Quando lo porto a scuola: ci diamo con le mani prima il cinque, poi il quattro, il tre, il due, l’uno e infine tre abbracci. E io mi sciolgo ogni volta». Vi piace cantare insieme? «Ascoltiamo la radio. Una canzone che ama molto è “We are the champions”, adora i Queen. E poi la canzone dello Zecchino “Non capisci un tubo”, ma per fortuna non me l’ha dedicata (ride)». Le regala mai delle perle di saggezza sul mondo? «Ogni giorno dice cose fantastiche. Una volta mi ha fatto ridere perché di punto in bianco mi ha chiesto: “Ma te, quanti anni hai?”. La prima volta ho bluffato. Dissi 50 anni invece che 60, ma ora che li ho festeggiati, si è accorto che i conti non tornano…». In cosa le somiglia? «È timido come lo ero io, non dà subito confidenza. E ha la pelle come la mia!». Come vive il fatto di avere un papà così famoso? «Ne è consapevole. Delle volte vede i paparazzi prima di me oppure quando mi chiedono l’autografo sbuffa». Lei com’era da piccolo? «Tranquillo, buono, dove mi mettevi stavo. Giocavo per ore da solo, forse inconsciamente sentivo di non dover creare preoccupazioni a mamma, che doveva crescermi da sola». Cos’è rimasto di quel bambino? «Molto. La tranquillità e la serenità, non litigo mai». Oggi cosa direbbe al Carlo di allora? «Cresci così!».
Mara Venier: «Mi sento una nonna molto rock!»
L’amatissima “zia Mara”, nonostante sia un’edizione un po’ particolare, è entusiasta di presentare lo Zecchino d’Oro: «Dovevamo andare in onda a dicembre ma la pandemia e tutte le regole non ci hanno permesso di realizzare al meglio quella edizione. Ci tengo molto a poterlo fare, amo i bambini e sono follemente innamorata dei miei nipoti. Sono nonna ed essere allo Zecchino d’Oro per me è un regalo».
Cosa ci può anticipare? «Andremo in onda di domenica, in via eccezionale, subito dopo “Domenica in”, e per tutto il pomeriggio fino a sera. Carlo sarà collegato da Bologna, mentre io dal mio studio a Roma. Stiamo cercando, nonostante tutto, di poter raccontare bene questa festa dei bambini, portare a casa dei sorrisi e momenti speciali, vogliamo festeggiarli al meglio in un periodo così complesso e difficile anche, se non in primis, per loro». Non sarà direttamente a contatto con i bimbi che portano le canzoni in gara. Dispiaciuta? «Molto. Avrei preferito esserci in maniera differente, ma dovendo andare in onda la domenica non posso fare altrimenti essendo impegnata con “Domenica in”». Qual è la cosa che le piace di più dei bambini? «Sono speciali, emanano amore ed energia». Lei è nonna di Giulio e Claudio. Che nipoti sono? «I miei due nipoti sono la mia gioia più grande. Giulio è ormai maggiorenne, sta crescendo. Iaio è ancora piccolino e mi dà tanto da fare, è instancabile e io con lui rinasco, non mi stanco mai. Adesso che il periodo estivo e le regole lo permettono, andiamo spesso al parco a rincorrere le anatre. Lo vado a prendere all’asilo. Passiamo interi pomeriggi a casa. Mi diverto, non potrei fare senza. Con loro il tempo non passa mai, sono la mia vita. Sono felice!». Come si sente quando sta insieme con loro? «Mi sento bene. Mi definiscono “nonna rock”, forse perché mi diverto quanto loro e torno bambina. Giulio è ormai un ometto, ha le sue compagnie, i suoi amici, quando c’è l’occasione andiamo a fare shopping. Iaio lo raggiungo quando posso e ogni domenica, dopo la diretta, la prima cosa che faccio, ancora prima di andare a casa e preparare la cena, è passare a salutarlo per stare del tempo con lui». Come vivono il fatto di avere una nonna così famosa? «Per loro sono la nonna e basta. Ogni tanto posto delle foto sui social e Giulio, il mio nipote più grande, mi chiede di taggarlo (ride). Oggi i giovani amano molto i social. Ho quasi 2 milioni di follower e mio nipote ne è entusiasta!».