Il 5 e il 6 giugno (in prima serata su Raiuno) conduce i Music Awards con Vanessa Incontrada e racconta a Sorrisi i suoi impegni prima dell’estate

Nel suo camerino in via Teulada Carlo Conti sistema il doppiopetto e si mette seduto. Tra poco si registra una delle sei nuove puntate di “Ieri e oggi”, in onda in seconda serata su Raitre a partire dal 16 giugno.
Carlo, chi sono i protagonisti?
«A differenza dalla prima edizione, ci sarà un solo ospite a puntata, tranne nella prima quando arriveranno Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. È stato buffo fare le domande sapendo già le risposte... Con Maurizio Costanzo è stata un’emozione grandissima perché lui le interviste in tv le ha inventate, è il maestro. Poi c’è Piero Chiambretti e con lui ho scoperto di avere avuto un percorso di vita simile, almeno nei primi anni».
Altri nomi?
«Un altro grande ospite è Renzo Arbore: io ho scelto di fare questo mestiere per lui e Gianni Boncompagni. Sono cresciuto con “Alto gradimento”: andavo a scuola con la radiolina a transistor e l’auricolare nell’orecchio e me l’ascoltavo in classe all’ultima ora per non perderne neanche una puntata. E poi ancora Vincenzo Salemme, un artista che parte da lontano. Infine c’è Lino Banfi con la sua lunghissima carriera. Ha raccontato di aver sofferto la fame: quando arrivò a Milano dormiva nelle carrozze dei treni e per avere un pasto caldo si fece togliere le tonsille, così poteva stare in ospedale qualche giorno e mangiare bene».
Parlando di “ieri”, qual è il personaggio televisivo che l’ha più influenzata quando ha iniziato questo mestiere?
«C’è chi dice che ho l’anima “baudiana” (di Pippo Baudo, ndr) quando faccio il varietà, l’ironia garbata di Corrado quando prendo un po’ in giro, quella di Arbore quando faccio la spalla ai comici e la sintesi di Mike Bongiorno quando faccio i quiz. Ognuno di noi, ormai quasi sessantenni, è cresciuto con quella televisione e nel Dna ha qualcosa di chi quella televisione l’ha inventata».
Parlando di “oggi”, qual è il suo collega che sente più affine nello stile di conduzione?
«Un po’ tutti. Di recente sono stato ospite al “Maurizio Costanzo Show” con Paolo Bonolis e Gerry Scotti e, per esempio, con Gerry abbiamo affinità nei tempi, nel modo di lavorare, ma anche con Paolo. E poi c’è Amadeus, e avevo cose in comune con Fabrizio Frizzi... Tra tutti noi non c’è mai stata grande rivalità».
Aggiungiamo un’appendice al titolo. Parliamo di “domani”: che cosa l’aspetta?
«Il 5 e il 6 giugno ci sono i “Music Awards” con Vanessa Incontrada dall’Arena di Verona, poi il 10 giugno da Assisi “Con il cuore - Nel nome di Francesco”».
Lei e Vanessa siete una coppia collaudata. Quale canzone vi rappresenterebbe?
«Un pezzo spagnolo... Una canzone che si chiama “Besitos” sarebbe perfetta, perché è così che lei saluta tutti. Trasformiamo “Despacito” in “Besitos”!».
Alla fine della serata Vanessa le stampa sempre un bacio sulle labbra…
«(Ride) La prima volta non me l’aspettavo, diventai tutto rosso. Ora invece mi preparo!».
Qual è il pezzo che ascolta più spesso in questo periodo?
«Il nuovo di Gabbani e quello di Clementino e Fabri Fibra».
Se le chiedessi di intonarmi adesso su due piedi una canzone?
«Sfodererei i miei tre cavalli di battaglia: “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stone”, “Con il nastro rosa” di Battisti e “Una carezza in un pugno” di Celentano. Ma le racconto una cosa: a Firenze quando io e Pieraccioni eravamo ragazzi ci chiamavano “i terrori del pianobar”, monopolizzavamo i locali cantando. Leonardo partiva con Vecchioni e De Gregori e faceva almeno una ventina di pezzi. Poi arrivava Panariello e sfoderava tutto il repertorio di Renato Zero e per gli altri era finita: non riusciva a cantare più nessuno (ride)».
Passiamo alla serata di Assisi, una tradizione ormai: la conduce dal 2008.
«Sì, e quest’anno è particolarmente ricca di ospiti: Fiorella Mannoia, Renzo Arbore, Nek, Francesco Renga, Fabrizio Moro, Enrico Brignano, Giovanni Allevi, per citarne solo alcuni. Tratteremo tanti temi con testimonianze e approfondimenti. E poi c’è ovviamente la raccolta fondi per le mense e le missioni francescane (il numero solidale è il 45.515. Per info: www.conilcuore.info, ndr). Ci tengo a questo programma, perché rappresenta un po’ la fine della mia stagione televisiva, è come quando l’ultimo giorno di scuola suona la campanella».
A proposito di chiudere la stagione, si parla tanto del suo contratto con la Rai, che è in scadenza il 7 giugno.
«Stiamo facendo serenamente una trattativa e come sempre sono sicuro che troveremo un punto di incontro. Se c’è la volontà da tutte e due le parti, la soluzione si trova, d’altronde perché interrompere un matrimonio che funziona bene? E poi le dico che abbiamo già cominciato a fare i provini per preparare una bella edizione di “Tale e quale show” a settembre».
Abbiamo parlato di ieri, di oggi, di domani. E dopodomani... inteso come Festival di Sanremo?
«Non ci penso proprio. Ho fatto tre anni di Festival, è andata bene e non so fra quanto tempo ci tornerò, e se ci tornerò. Sanremo non l’ho mai rincorso. E se mai dovesse essere, non sarà adesso perché è troppo presto, sono passati solo due anni. Poi, come disse un mio illustre concittadino, “di doman non c’è certezza”…».
E magari nel ruolo di direttore artistico?
«È impensabile fare la direzione artistica con la conduzione di un collega o di una collega. Diverso è se ci fosse un’idea dietro, come magari la conduzione corale di un gruppo di conduttori giovani, oppure di cantanti o sportivi, allora in quel caso sarebbe utile la direzione artistica di qualcuno con esperienza che tiri le fila».