Carlo Conti prepara “The Band” e dice: «Qui a Firenze ho trovato l’ispirazione»

Il conduttore ci fa da guida nella sua amata città. E anticipa a Sorrisi come sarà il programma che vedremo ad aprile: «Un talent per gruppi musicali»

Carlo Conti sul Lungarno davanti a Ponte Vecchio, uno dei simboli di Firenze  Credit: © Iwan Palombi
31 Marzo 2022 alle 08:19

«O’ Carlino, come va?» gli chiede il tassista battendogli il pugno. «Carlo, sei uno di famiglia per me: facciamo una foto insieme?» gli dice con fare amichevole una signora calabrese in gita a Firenze. E Carlo Conti, rilassato e sorridente, saluta e si mette in posa.

Il conduttore sta lavorando a “The Band”, il suo nuovo programma. Noi l’abbiamo raggiunto a Firenze per trascorrere una giornata insieme nella sua città. E Carlo, come un Cicerone speciale, ci ha mostrato i suoi luoghi del cuore, passeggiando tra vicoli e piazze tra le più belle al mondo, regalandoci ricordi personali e inediti. E a pranzo in uno dei suoi locali preferiti, gustando una tradizionale pappa al pomodoro, ci ha svelato come è nata la sua nuova creatura televisiva, prodotta con Palomar Entertainment, in onda dal 22 aprile su Rai1.

“The Band” è un programma tutto nuovo...
«È uno dei miei compiti: sperimentare cose nuove. Io ho ormai una serie di programmi forti e consolidati, da “Tale e quale” a “La Corrida” e a “I migliori anni”, ma mi piace anche provare delle novità che poi magari possano crescere, come è successo con “Top Dieci” e con “Ora o mai più”».

Da dove è partito per “The Band”?
«Dall’idea che ci sono tanti gruppi che si divertono a suonare insieme dal vivo: nelle cantine, nelle feste, ai matrimoni. Ce ne sono di tutti i tipi e suonano tanti generi di musica: se ne sono presentati oltre un migliaio per partecipare al nostro programma, che è un tributo a chi fa musica con gioia e con passione».

Come sarà il meccanismo dello show?
«È un talent per “cover band”, gruppi musicali che suonano cover di canzoni famose. Sono otto, sempre le stesse per le quattro puntate, e ognuna ha un tutor che la segue e la aiuta a preparare il compito che diamo ogni settimana: una canzone con la quale esibirsi in puntata. I tutor sono: Giusy Ferreri, Irene Grandi, Dolcenera, Marco Masini, Federico Zampaglione, Francesco Sarcina, Enrico Nigiotti e Rocco Tanica. Ciascuno di loro si prende cura di una band e vota le esibizioni delle altre. La classifica si forma con la somma dei voti dei tutor e della giuria, composta da Carlo Verdone, Asia Argento e Gianna Nannini».

Da dove andrete in onda?
«Dal Teatro Verdi di Montecatini Terme, un luogo che è solitamente dedicato ai concerti: ci piace celebrare il ritorno, dopo oltre due anni, della musica dal vivo».

Che cosa si vince?
«La soddisfazione di essere eletti band dell’anno».

Lei ha mai fatto parte di un gruppo musicale?
«No. Ho fatto il deejay perché non so suonare strumenti: io suono i dischi».

E con la fantasia di quale band le piacerebbe far parte?
«Dei Pink Floyd. Farei volentieri il facchino di David Gilmour, magari portandogli la chitarra...».

Oggi qual è la sua band preferita?
«I Coldplay. Ho tutti i loro album e ho ricomprato recentemente tutti i cd».

Se lei, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni foste una band come vi chiamereste?
«“I fratellini” forse è troppo romantico. Direi piuttosto “I bischeracci”. Anzi no, il nome giusto sarebbe “Amici miei”».

Nella band “Amici miei” quali sarebbero i ruoli?
«Alla voce Leo o Giorgio perché sono entrambi più intonati di me. Io potrei stare alla batteria così li “bacchetto”!».

E che musica suonereste?
«Un po’ di tutto. Da giovani eravamo il terrore dei pianobar di Firenze perché quando ci vedevano arrivare “neutralizzavamo” il povero pianista di turno e cominciavamo a cantare noi tre. Giorgio il repertorio di Renato Zero, Leonardo aveva il suo cavallo di battaglia che era “Generale” di Francesco De Gregori e io mi esibivo con “Una carezza in un pugno” di Adriano Celentano».

Qual è il segreto per far funzionare una band?
«Rispettarsi, capirsi al volo e stimarsi l’uno con l’altro rispettando i ruoli. Che poi in realtà sono le regole che valgono in qualsiasi gruppo di lavoro».

Dopo “The Band” non si ferma...
«È vero. Ci saranno i David di Donatello il 3 maggio da Cinecittà e con me condurrà la geniale Drusilla Foer; poi il 2 giugno sarò all’Arena di Verona con Fiorella Mannoia per la serata in onore di Lucio Dalla con la partecipazione di tanti ospiti musicali. E infine il 10 giugno a concludere la mia stagione tv sarà come sempre “Con il cuore, nel nome di Francesco”, dalla Basilica superiore di Assisi, per aiutare le mense francescane».

Seguici