Va in onda su Raiuno con due speciali dedicati ai bambini. E apre per Sorrisi il suo album dei ricordi

Che Natale sarebbe senza lo "Zecchino d’Oro"? Nonostante lo slittamento della gara al 2021, il pomeriggio della Vigilia e la mattina di Natale, su Raiuno, ci saranno due appuntamenti speciali. Padrona di casa, Cristina D’Avena. «Canterò con il coro dell’Antoniano e condurrò insieme con Paolo Belli. Sarà un momento di festa per tutti. Speriamo di portare serenità» racconta. Un bel ritorno a casa per la cantante bolognese che allo Zecchino è nata. Nel 1968, infatti, quando non aveva ancora compiuto 4 anni, vi ha partecipato con “Il valzer del moscerino”, diventando poi la più celebre cantante di sigle di cartoni animati.
Cristina, non sogna mai di fare canzoni da “grandi”?
«La verità? Quello che faccio me lo sento talmente addosso che non lo cambierei per niente al mondo. Però mi piacerebbe esplorare altri mondi. Ho fatto due album in cui duettavo con 36 artisti, felici di cantare le mie sigle, ma ora non mi dispiacerebbe il contrario: cantare anch’io le canzoni degli artisti che amo. Ultimamente è un desiderio sempre più prepotente. Voglio dare al pubblico anche altro. Magari scriverò io un pezzo…».
In attesa, entriamo nell’atmosfera natalizia. Con chi passerà il Natale, e come lo trascorreva da piccola?
«Quest’anno sarà diverso dal solito. Saremo io, mia sorella Clarissa e nostra mamma Ornella. Forse si aggiungerà uno zio e ci sarà il mio compagno. Tutta un’altra cosa rispetto alla mia infanzia. Papà era medico, lavorava tantissimo e lo vedevo poco. Ma quelli di Natale erano gli unici giorni che passava davvero con la famiglia. Il 25 eravamo solo noi, ma a Santo Stefano incontravamo parenti e amici... e se pensate che papà aveva cinque fratelli!».
Il suo albero di Natale?
«Lo faccio sempre, è tradizione. Anche il presepe. Ovunque sono, in albergo o a casa, lo devo avere. Piuttosto me ne porto dietro uno piccolino e lo addobbo. A Milano, dove vivo, l’ho fatto, non grandissimo, e ho una serie di alberelli di tutte le dimensioni e colori. Ogni anno aggiungo sempre tre o cinque palline nuove. Da piccola invece l’albero lo facevo con papà. Prendeva un pino vero, ogni anno più grande. Mia madre si arrabbiava perché lui faceva di quei disastri! Ma era un momento così bello e divertente. Ancora oggi, quando parlo del Natale, è tra i ricordi più belli che ho».
Cosa scriveva da bambina a Babbo Natale e cosa gli chiederebbe adesso?
«Gli scriverei una lunga lettera chiedendogli di prenderci per mano e farci tornare bambini nel cuore per aiutarci a ritrovare la leggerezza, la serenità e il sorriso che oggi tanto manca. E poi gli chiederei di darci un po’ di ottimismo. Ma anche un buon profumo! Da piccola gli chiedevo sempre le stesse cose: bambole e vestiti per loro. Poi la mattina del 25, Babbo Natale mi rispondeva con una letterina dove mi spiegava perché mi faceva un regalo piuttosto che un altro, mi raccontava cosa avevo fatto durante l’anno e come mi ero comportata. Io poi la portavo a scuola e le mie compagne non capivano perché a loro invece non scrivesse mai».
Quindi sotto l’albero cosa le piace trovare?
«Amo i profumi e me ne regalano tanti. Ma anche accessori come borse e foulard. Da piccola invece collezionavo bambole, le amavo tantissimo, dalle Barbie a Cicciobello».
C’è un rito a cui non saprebbe rinunciare?
«Vado sempre a messa la sera della Vigilia. Non me la perdo mai. Quest’anno ci andrò con mia sorella e il mio compagno. Da piccola invece cantavo sempre la canzone di Natale, soprattutto quando c’erano i miei nonni materni, che vedevo poco perché vivevano ad Ancona, dove avevano un albergo. Quando andavamo noi da loro, nonno mi faceva salire su una sedia e cantare per tutti i suoi clienti! E quando mia sorella è cresciuta, ha 10 anni meno di me ed è stata anche lei nel Piccolo coro dell’Antoniano, cantavamo insieme».
Il menu della tradizione?
«Fin da piccola, da vera bolognese, non potevano mancare i tortellini in brodo, le lasagne, lo zampone con lenticchie e il purè. Più tutta una serie di dolci che faceva mamma o i parenti. Anche oggi i tortellini non mancano mai. Negli ultimi anni andiamo sempre al ristorante a Bologna. Siamo noi della famiglia ma a volte si aggiungono degli amici. Quest’anno, però, ci arrangeremo a casa. Ci saranno di sicuro i tortellini e lo zampone, e proverò a fare qualche bel dolcino, anche se non sono brava».
Come si veste il 25?
«Tutti in famiglia, da sempre, mettiamo qualcosa di rosso e di nuovo. Proprio pochi giorni fa mamma mi chiedeva se avessi già comprato qualcosa di rosso…».
La canzone natalizia del cuore?
«Da piccola “Tu scendi dalle stelle”, rappresenta proprio il Natale e l’ho sempre cantata con molto trasporto. Oggi invece “Happy Xmas” di John Lennon. L’ho anche incisa nel mio album di Natale così come “Din don dan” (“Jingle Bells”). Mi piacciono tutte, mi danno gioia».
Film o cartone animato preferito?
«Da bambina guardavo tutti i film della Disney, li avrò visti centinaia di volte, ma quello che più mi è rimasto impresso è “La carica dei 101”. Da quando sono cresciuta invece non perdo mai il classico cinepanettone. Non è Natale senza Boldi e De Sica! Quest’anno vedremo cosa offre la tv».
Cosa non è mai cambiato per lei del Natale?
«Lo spirito e l’entusiasmo sono gli stessi di quando ero piccola. Ce la metto tutta. Ma da quando non c’è più papà Alfredo è a metà. Anche se sono passati dieci anni, mi manca tanto, era un pezzo di noi. Eravamo molto uniti e lui era il nostro grande punto di riferimento».
Cosa rimpiange?
«Sicuramente lui. Natale è felicità, ma oggi c’è sempre un po’ di tristezza. Perché è vero che la famiglia si riunisce, ma quando nel tempo perdi dei pezzi non è più la stessa cosa. Ti guardi indietro e senti un velo di nostalgia».