Del Debbio: «Lavoro perché sono pigro, altrimenti non farei nulla»

Dal 2 settembre condurrà l’appuntamento serale quotidiano di Rete 4 poi, dal 12 settembre sarà di nuovo in prima serata

30 Agosto 2024 alle 12:05

Paolo Del Debbio, 66 anni compiuti lo scorso febbraio sotto il segno dell’Acquario. Li legge gli oroscopi?
«No, però esperti di queste cose mi hanno detto quali sono le caratteristiche e le attività del segno».

I pronostici 2024 annunciavano per l’Acquario: «Molte porte si apriranno in estate». Conferma?
«Sì. Alcune pubbliche e altre private».

Quelle ufficiali?
«La preparazione della nuova trasmissione, la pubblicazione di un nuovo libro a ottobre e ora sto studiando Giovanni Cairola, un filosofo poco noto del Novecento (un esistenzialista, morto a 29 anni nel 1952, ndr)».

Dal 2 settembre si apre la porta, anzi il portone dell’appuntamento quotidiano in access prime time (la fascia che precede la prima serata) su Rete 4.
«È una novità in parte, io l’ho già fatto anni fa, è una sfida che conosco. La difficoltà è che stavolta arriva in un momento complicato».

La concorrenza è tanta.
«Sì, come fascia di ascolto non è facile. Per il resto, non ho particolari angosce, io faccio me stesso. Se non lo fai diventi una caricatura».

“Striscia la notizia”, “Affari tuoi” su Rai1, Amadeus sul Nove, Lilli Gruber su La7...
«Lilli Gruber è un monumento dell’access, non ha uno zoccolo duro di spettatori, ma un’enorme statua di marmo che rappresenta il suo pubblico».

Lei cosa farà?
«Un dibattito sul quotidiano, sui fatti del giorno, non solo con i politici e gli opinionisti, ma anche con un po’ di persone e collegamenti esterni».

Fa sé stesso.
«È la stessa formula di “Dritto e rovescio” ma in un’ora. Ritmo e semplicità. Per chi si accavalla a parlare, mi doterò di un martello di quelli che non fanno male».

Stile “Forum”?
«Più grosso...».

Titolo: “4 di sera”.
«“Bell’audience si spera”. Diventerà il tormentone della mia trasmissione, lo ripeterò ogni secondo come il segno della croce prima di cominciare la messa».

Un impegno quotidiano è entusiasmante o preoccupante?
«Per un pigro come me “entusiasmante” è una parola grossa. Mi dicono: “Ma come pigro? Fai tante cose, scrivi libri, fai televisione, insegni all’università”. Faccio tanto perché altrimenti non farei nulla!».

Con “Dritto e rovescio” in prima serata, riparte dal 12 settembre.
«Ho esordito in prima serata il 27 agosto del 2012, prima si chiamava “Quinta colonna”. Sono 12 anni. Ho calcolato che in totale, fra i programmi della mattina, quelli quotidiani e le prime serate ho fatto tra 1.500 e le 1.800 puntate».

I numeri la spaventano?
«Sono tantissime puntate, ma mentre le fai non te ne accorgi».

Ora non teme la sovraesposizione?
«Mi affido all’azienda. Io la fascia dell’access l’ho già fatta e andò bene, spero vada bene anche stavolta. Intanto sono lì fino a dicembre, poi vedremo».

Dal suo osservatorio la politica interessa ancora?
«Dipende come la fai e cosa vuole il tuo pubblico. Ci sono quelli a cui piace sentire solo i politici e gli esperti, un pubblico a cui piace uno che racconta i fatti come Sigfrido Ranucci a “Report”, altri preferiscono Mario Giordano. Nella mia trasmissione si va dal basso verso l’alto».

Però alle elezioni europee, lo scorso giugno, ha votato meno del 50 per cento degli elettori.
«Perché non si fidano, pensano che, chiunque vada al Governo, per loro non cambi nulla e sbagliano. Però li capisco».

Capisce l’assenteismo alle urne?
«Alcune riforme sono troppi anni che vengono attese e non fatte, in particolare quella fiscale così i lavoratori del ceto medio-basso hanno in mano sempre meno soldi».

Le sarebbe piaciuto ospitare un confronto fra la premier Giorgia Meloni ed Elly Schlein, segretaria del PD?
«Assolutamente sì. Io ho intervistato sempre tutti, da me sono venuti tutti i politici e me ne faccio un piccolo vanto, nessuno ha mai rifiutato».

Davvero nessuno?

«Ah no, si rifiutò Enrico Letta. Eh già, uno che è stato un dirigente importante a Parigi non lo puoi invitare a una trasmissione come la mia, non sarò stato alla sua altezza...».

Farebbe l’opinionista al “Grande Fratello” come Cesara Buonamici?

«No, non saprei cosa dire! Non per snobismo verso la trasmissione che è rispettabilissima, ma credo che mi addormenterei».

Il suo collega Giuseppe Brindisi ha rivelato che sogna di condurre il Festival di Sanremo. Lei ci ha fatto un pensierino?

«Glielo auguro vivamente, sarebbe la prima volta che darei un occhio al Festival. Anzi se Brindisi va a Sanremo prometto che mi metto alla biglietteria».

E invece il suo, di sogno, qual è?

«Una trasmissione che inizi a novembre e finisca a febbraio. Sono pigro».

Seguici