Fabio Fazio: «Parlare con il Papa è una cosa che cambia la vita»

Con l’ultima puntata del 29 maggio conclude una straordinaria stagione di “Che tempo che fa”

29 Maggio 2022 alle 08:14

Siamo agli sgoccioli di una stagione strepitosa per “Che tempo che fa”, che ha registrato ascolti record con oltre 2 milioni e 700 mila spettatori e una media di share dell’11,33% (oltre 1 punto in più rispetto alla stagione 2020-2021). E in questa ultima settimana Fabio Fazio è concentratissimo per chiudere in bellezza con l’ultima puntata del 29 maggio: «Lavoriamo per non deludere il nostro pubblico che ci segue così fedelmente da 19 anni» dice il conduttore, con una punta di orgoglio.

Il pubblico vi sostiene anche sui social, dove siete il programma della Rai più seguito con 70 milioni di interazioni e 230 milioni di visualizzazioni su Facebook. Un affetto incredibile.
«Ne sono felice, sono numeri sorprendenti. Abbiamo un pubblico molto attivo, che interagisce, che noi stimiamo e che ci stima. Meglio di così non si può desiderare».

Qual è la caratteristica della trasmissione che la rende davvero unica?
«Il nostro è un talk in cui si privilegia il dialogo “one to one”, nel rispetto reciproco con l’interlocutore. Senza scontri, senza urla. Puntiamo alla completezza informativa, alla competenza e alla chiarezza. Un esempio sono le lezioni del professor Roberto Burioni che in materia di Covid non ha dato adito a dubbi. E la serietà alla fine premia».

Nel corso degli anni ci ha abituato alle interviste con grandi ospiti internazionali. In questa stagione non si è smentito invitando, tra gli altri, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, la popstar Lady Gaga, il regista Quentin Tarantino, il campione di tennis Rafael Nadal, Richard Gere... Cosa significa per lei intervistarli?
«Da una parte, c’è il piacere personale di dialogare con donne e uomini straordinari. Dall’altra, si fa anche una gran fatica. Di anno in anno l’asticella continua ad alzarsi tanto che, per come è strutturato il programma, la prima domanda che le persone mi pongono quando mi incontrano ormai è: “Chi c’è ospite domenica?”. E diventa sempre più difficile proporre personaggi davvero eccezionali, che hanno tanto da insegnare, a me per primo».

La sua intervista con papa Francesco è stata emozionante. Cosa l’ha colpita di più?
«Parlare con il Papa ti cambia la vita, sento ancora l’emozione. Mi ha colpito la semplicità con cui il Santo Padre sa affrontare i temi primari dell’esistenza, il Bene e il Male, il diritto, la morale. Abbiamo parlato anche di guerra. Di lì a pochi giorni sarebbe stata invasa l’Ucraina e lui lo presentiva. Ha detto che la guerra è “distruzione”, che non significa solo macerie fisiche. Ma è l’anti-creazione, l’opposto della natura umana, che è quella di costruire. Credo che il Papa, con il suo approccio di cuore, sia l’intellettuale più lucido che abbiamo oggi».

La guerra in Ucraina ha sconvolto i palinsesti televisivi. Lei ha sospeso il “tavolo”, ripristinato solo ora, a fine stagione.
«Era necessario. Il tavolo è un momento in cui c’è tanta improvvisazione, che richiede uno stato d’animo leggero. Non potevamo farlo con la morte nel cuore».

Ha ospitato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e la Kalush Orchestra, la band ucraina che ha vinto l’Eurovision Song Contest. Che idea si è fatto del conflitto grazie alle loro testimonianze?
«Temo possa durare a lungo. Come sostiene l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, la pace prevede l’insoddisfazione di tutte e due le parti. Ma per gli ucraini, gli aggrediti, il dolore è tale che non credo si possa pensare a una svolta nelle trattative a breve termine».

Le sarebbe piaciuto avere in collegamento anche il presidente ucraino Vladimir Zelenskij?
«Sì, come a tutti».

Che gli avrebbe chiesto?
«Se in guerra si riesce a conservare l’umanità per non diventare uguali agli aggressori».

Passiamo a un tema leggero: la sua “Lucianina”. Quest’anno l’ha punzecchiata spesso sull’incanutimento della sua barba.
«Non le porta bene: infatti è caduta due volte, una per colpa di un piccione. Nemmeno Hitchcock nel film “Gli uccelli” avrebbe potuto architettarlo (ride)».

Pure Filippa Lagerbäck ha momenti di ilarità?
«Filippa è la migliore di tutti noi!».

L’autore tv Bruno Voglino ha dichiarato che lei è un finto buono che «sa quel che vuole e lo difende con le unghie e con i denti». Quindi è “cattivo”?
«Vede… improvvisamente non sono più buonista! Voglino è la mia “mamma artistica”, mi conosce da quando ero giovane. Diciamo che difendo il mio lavoro e su questo sono intransigente, non accetto compromessi. Alla mia squadra chiedo tantissimo, questo è vero».

Quante ore lavora quotidianamente?
«La mattina studio. E la sera, tra riunioni e impegni vari, va a finire che non usciamo mai prima delle otto».

Il giorno più impegnativo della settimana?
«Il lunedì siamo storditi dalla diretta della domenica sera, il momento più frenetico va dal martedì al venerdì. Il sabato inizio a “visualizzare” la puntata e mi rilasso».

Il motto di redazione?
«Più che un motto, usiamo una frase di sintesi. Quando è dura, ci diciamo con uno sguardo d’intesa: “Questo è”».

L’anno prossimo “Che tempo che fa” compie 20 anni. Luciana Littizzetto uscirà da una torta?
«Purtroppo l’ha già fatto, più volte e non ho notato una grande agilità. Comunque in qualche modo festeggeremo, è un bel traguardo, tondo».

E dopo? Come vede il suo futuro professionale, in Rai o altrove?
«Ho quasi 58 anni, l’anno prossimo ne avrò alle spalle 40 di tv. Magari vado a farmi fare i conti per la pensione».

Facciamo fatica a vederla come un pensionato...
«Ci sono tante belle attività da fare in pensione. Se vuole ne parliamo nella prossima intervista a settembre».

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