Federica Panicucci: «Chiedetemi se sono felice…»

«La mia serata ideale» spiega la conduttrice «è a casa con i miei figli e il mio compagno davanti a un piatto di lasagne preparate da me»

Federica Panicucci
22 Ottobre 2020 alle 08:49

Solare, positiva, simpatica, bella, rassicurante. Guardando i social sono alcuni degli aggettivi che chi la segue usa per descriverla. In effetti Federica Panicucci, che da più di dieci anni dà il buongiorno agli italiani con “Mattino Cinque”, ha compiuto il miracolo di piacere a tutti in modo davvero trasversale. Difficile trovare un commento negativo sui profili. Noi vogliamo scoprire se è davvero così o se ha un media manager di caratura olimpionica. Le telefoniamo.

Ciao Federica, ti disturbiamo? Cosa stai facendo?
«Sto facendo delle storie su Instagram per preparare chi mi segue alla sorpresa che è in arrivo».

Ah, quindi gestisci personalmente i tuoi social?
«Assolutamente sì, ci tengo moltissimo, mi diverto e credo che si capisca».

E così ci hai tolto subito il nostro dubbio malizioso... E qual è questa sorpresa?
«Che ho scritto il mio primo libro! (con voce emozionata e felice, ndr)».

Com’è nata l’idea di “Il coraggio di essere felice”?
«È un libro motivazionale, che racconta come sia importante, secondo me, avere sempre uno sguardo positivo nei confronti della vita, e di come questo atteggiamento possa cambiarti la vita stessa. Era un sogno che covavo da tempo, sentivo il bisogno, anche a seguito delle tante domande che spesso mi sento rivolgere, di raccontare la mia esperienza. Non pretendo che funzioni per tutti naturalmente, ma spero che possa essere utile a molti. E farlo mi ha permesso anche di svelare un po’ più di me e della mia “filosofia” di vita. Visto che ho un carattere riservato di natura non è stato uno scherzo farlo».

Quando hai scritto il libro?
«È un lavoro che è iniziato diverso tempo fa e che avevo praticamente finito poco prima del lockdown. Poi quello strano periodo è stato, come per molti, fonte di ulteriori riflessioni. E così, una sera, quando ormai la situazione stava tornando alla (relativa) normalità, guardando fuori dalla finestra ho visto che la città ricominciava a vivere e ho buttato giù di getto l’ultimo capitolo. In un paio d’ore era finito».

Come lo hai scritto?
«A penna su un blocco, nei momenti liberi, quando mi veniva l’ispirazione, non c’era un momento preciso, a volte mi svegliavo di notte per appuntare qualcosa. Poi l’ho battuto al computer».

Hai una bella scrittura?
«Direi di sì, rispecchia la mia indole ordinata e precisa (ride)».

Nel libro parli anche delle figure maschili importanti della tua vita, in particolare, tuo papà, che è mancato quattro anni fa, e il tuo compagno Marco. Ci sono dei punti di contatto?
«Sono persone diverse, certo, ma vedo in entrambe una grande forza, insomma delle spalle larghe, come si usa dire, e di conseguenza la capacità di starmi vicino, di appoggiarmi, di infondermi fiducia e con i quali confrontarmi».

A proposito di Marco, nel libro racconti il vostro incontro che sembra uscito da una commedia romantica in stile americano...
«In effetti sì, diciamo che abbiamo dovuto incrociare i nostri destini diverse volte prima di avere la piena consapevolezza di essere di fronte alla nostra rispettiva metà. Evidentemente non poteva che finire così!».

L’immagine che si ha di te è quella di una persona estremamente organizzata e precisa.
«Sì, e non potrebbe essere diversamente. Mi sveglio ogni mattina alle 5.40, anzi da quando, per le norme anticovid, devo preparare il pranzo per i miei ragazzi che vanno a scuola, mi alzo alle 5 e un quarto! Poi ho la trasmissione, quindi dobbiamo fare tutte le riunioni con la redazione, e nel pomeriggio devo aiutare i miei figli nelle varie attività, sportive e non. Praticamente è già sera, mi resta solo il tempo di cucinare la cena!».

A proposito dei tuoi figli (Sofia, 15 anni e Mattia, 13), com’è cambiata la tua vita da quando ci sono loro?
«È cambiata in tante cose, ma fondamentalmente vorrei dirne una sola che poi è l’unica che conta: sono più felice. Anzi sono più che felice. Mi sento completata. Dal momento che ci sono stati non sono più riuscita a ricordare come potessi vivere senza di loro».

Parlando di lavoro, qual è stato il consiglio più prezioso che hai ricevuto nella tua carriera, e da chi?
«Il consiglio me lo dato mio papà e consiste nello studiare tanto, mettere il massimo impegno nelle cose che si fanno e non trascurare nessun dettaglio. Se fai questo e credi veramente nel tuo obiettivo, alla fine lo raggiungerai. Ed è quello che ho fatto io. Lo so, sembra semplice, ma poi per farlo davvero ci vuole una grande forza e costanza».

Che cosa ti piace di più e che cosa di meno nel fare “Mattino Cinque”?
«La cosa che mi piace di più è che è una trasmissione ogni giorno diversa e anche durante la diretta è sempre in divenire, perché possiamo decidere di cambiare direzione in ogni momento e questo grazie a una squadra straordinaria ormai davvero collaudata. È la mia casa da quasi 12 anni e non potrei farne a meno. La cosa che mi piace meno è che dura troppo poco (ride)!».

In effetti tu precisa e un po’ “secchiona” lo sei... Ma nella tua carriera ti è mai capitata qualche gaffe?
«Sì, ma mi vergogno troppo (ride)!».

Coraggio...
«Va beh, tanto è passato un sacco di tempo. Ero agli inizi della mia carriera televisiva e lavoravo in una piccola tv privata. Tra i miei compiti c’era quello di accompagnare gli ospiti al loro posto. Arriva un signore di una certa età con una signora che stava un po’ a distanza e io le dico: “Venga signora può sedersi anche lei qui a fianco”. Vedo lui un po’ titubante, allora insisto e per fare la spiritosa gli dico: “La faccia sedere pure qui vicino, non sarà mica la sua amante?”. Tutti e due diventano rossi e praticamente scappano via. Evidentemente, senza volerlo, ci avevo azzeccato. Avrei voluto sprofondare sotto terra (ride)!».

Poverini. Torniamo al libro, c’è un capitolo dedicato ai capelli. Curioso...
«Sì, forse è un po’ curioso, ma i miei capelli lunghi lunghi sono sempre stati un po’ un marchio di fabbrica. Quando li ho tagliati è stato un momento che non scorderò mai: l’abbiamo anche trasmesso in diretta tv! Anche in questo capitolo apparentemente leggero, però, c’è un messaggio importante per tutte noi donne».

Ok, Federica, l’intervista è finita. Che cosa farai dopo aver messo giù il telefono?
«Mi metterò a cucinare».

Quindi non sei una donna presenzialista che esce tutte le sere, magari nel vostro ristorante?
«Per niente. La mia serata ideale è una cena a casa con i miei figli e con Marco».

E poi a letto presto, vista la sveglia...
«Sì, esatto, ma domani mi concedo mezz’ora di sonno in più, perché stasera mi porto avanti e cucino anche il pranzo per i miei figli».

Cosa troveranno domani nel cestino del pranzo?
«Lasagne. Preparo un ragù davvero strepitoso...».

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